Quintana rischia «Serve la miglior crono della mia vita»



LA MAGLIA ROSA
Nairo Quintana, colombiano, 27 anni, re del Giro 2014 e della Vuelta 2016. Al Giro 100, ha trionfato sul Blockhaus, ma ceduto 2’53’’ nella crono del Sagrantino a Dumoulin
Deve respingere l’assalto finale: «Non ho paura, 53” su Tom possono bastare»

di Claudio Ghisalberti - INVIATO AD ASIAGO, Gazzetta dello Sport, 28 maggio 2017 

Pronuncia a caldo queste parole e il suo sguardo di solito imperscrutabile si scioglie in un sorriso: «¡Mejor esto que nada!». «Meglio che niente». Nairo Quintana si go­de la sua maglia rosa. Sa benis­simo che la corsa non è affatto chiusa, anzi. Però sa anche che più di così era impossibile fare. Il Monte Grappa, al di là della poesia del ciclismo, era troppo lonta­no dall’arrivo. Attaccare significava andare al­lo sbaraglio. E an­che il Foza, l’ultimo GPM del Giro 100, terminava a 14 km dal traguardo.

«Le abbiamo provate tutte — afferma Nairo — e questo è quello che sono riusci­to a ottenere. Nel finale for­se si poteva fare qualcosa di più ma, in una situazione così, è difficile convincere gli altri del gruppetto a tirare nello stesso modo, anche se gli interessi coincidono».

Quintana poi tro­va la consolazione:
«L'importan­te è che ora sono in maglia rosa. Era il nostro obiettivo alla vigi­lia e lo abbiamo ottenuto. Cer­to, sarebbe stato meglio con più vantaggio...»

DISTACCHI
Già, i distacchi. Na­iro ha 39" di vantaggio su Nibali, 43" su Pinot e 53" su Dumoulin. Non sono tantissi­mi, ma neppure pochi.
La ma­glia rosa se la cava con un gioco di parole: «Non è tanto, ma potrebbe bastare». Poi, argomenta il suo punto di vista. «La crono finale sarà mol­to diversa rispetto all’altra. Questa ha il classico percorso per specialisti e spero di riuscire a di­fendermi bene. A volte mi rie­scono crono molto buone. Quello che è certo è che darò il massimo. Con i livelli fisici mol­to simili, come s’è visto in mon­tagna, penso che le differenze non saranno grandi. Dumou­lin, com’è ovvio, è il rivale più pericoloso, però anche Nibali e Pinot vanno bene a crono. Con­fido che la fatica accumulata in queste venti tappe giochi a mio favore».
Quinta­na, ancora più degli altri, si trova in una strana situa­zione: parte in maglia rosa ma potrebbe anche finire giù dal po­dio. «Ma io non guardo così dietro e non ho paura — affer­ma —. So che può succedere questo, ma so soprattutto che posso vincere. Le sensazioni so­no buone e sono contento: a questo punto sarei potuto esse­re più dietro. Sono preparato al meglio. Certo, per vincere que­sto Giro dovrò fare la mia miglior crono di sempre. Poi, è chiaro che non siamo macchine...»

IL TORO 
«Se seguiamo la logica — afferma Eusebio Unzue, te­am manager Movistar — Tom Dumoulin è il grande favorito. Anzi, seppure non abbia la ma­glia rosa, è il leader virtuale. Batterlo sarà molto difficile, ma non sempre il pronostico si avvera. Bisogna anche tener conto che la crono arriva dopo un Giro di grandissimo dispen­dio di energie. I corridori sono distrutti. Poi le gare vanno cor­se fino sulla linea del traguardo e come si dice in Spagna “Hasta el rabo todo es toro” (“Fino alla coda tutto è toro”)». 

SOFFERENZA 
La maglia rosa conclude parlando della tappa di ieri:
«A volte, visto da fuori non sembra, ma la sofferenza anche stavolta è stata molto grande. In queste condizioni non è facile attaccare, né di­fendersi. Credetemi, è stata una giornata molto molto difficile. Ho tirato con tutta la forza che avevo in corpo, senza pensare agli abbuoni, ma solo a fare la maggior differenza possibile con Dumoulin. Lui però ha trovato degli alleati e alla fine ha ri­dotto la differenza rispetto al ritardo che aveva in cima». 


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VUELTA 2015, 38 KM: DA DUMOULIN PERDE 2” AL CHILOMETRO
La miglior crono di sempre di Nairo Quintana, secondo Unzue, è stata quella di Burgos, alla Vuelta del 2015, vinta poi in classifica generale da Fabio Aru. Quel giorno vinse, guarda caso, Tom Dumoulin che era in maglia rossa di leader.
Sui 38,7 km leggermente ondulati l’olandese volò alla media di 50,460 km/h. Nairo chiuse 6° a 1’33”, con un distacco di poco maggiore ai 2” al chilometro. Un dato che conferma quanto la sfida di oggi sia quanto mai in bilico.

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