Storia di Allegro Grandi


Grande promessa tra i dilettanti non solo perché nel '28 a Budapest divenne campione del mondo precedendo Michele Mara e Jean Aerts, ma anche per altre vittorie come il Campionato Italiano '26, la Bologna-San Marino-Bologna '26 e le promiscue con i professionisti: G.P. Cavaciocchi a Prato, la Coppa Sant'Agostino e il Giro di Romagna del '27. Diventanto professionista fu tricolore nella categoria junior nel '29, vinse la Torino-Bruxelles '30 e la Predappio-Roma '33, la Coppa Bernocchi e il Giro dell'Emila nel '29 oltre alla tappa più lunga da Cosenza a Salerno di 292,700 km nel Giro d'Italia del '30 che lo vide, infine 3° dopo Marchisio e Giacobbe. Trasferitosi nel '34 in America Latina continuò a correre conquistando anche tre titoli di campione del Venezuela, restandovi poi come istruttore tecnico.

Tragica la sua fine: si suicidò nel suo negozio di biciclette a Caracas nel 1973.




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