Johan Van der Velde: vita, morte e rinascita dell’olandese
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Era un ottimo ciclista l’olandese Johan van der Velde, il cui nome e volto, coperto di fatica e semighiacciato, divenne famose in quel pomeriggio di tregenda sulla vetta del Gavia nel Giro d’Italia 1988. Allora, seppure non fosse scalatore provetto, l’olandese era transitato per primo in cima, lui che era in lotta per la maglia ciclamino della classifica a punti.
Poi, iniziata la discesa, di lui si persero letteralmente le tracce, facendo temere anche per la vita non avendo più di lui notizie. Poi con un distacco abissale (47 minuti) giunse al traguardo e nonostante tutto, ebbe la forza di ripartire il giorno e concludere vittorioso la sua battaglia per la conquista della classifica a punti.
Ma van der Velde, che vinse in carriera tre tappe al Giro e tre al Tour, avrebbe potuto avere una carriera ancora più soddisfacente. Aveva infatti primeggiato da dilettante nelle brevi corse a tappe e poi, da professionista, si era aggiudicato la maglia di miglior giovane al Tour de France 1980.
Van der Velde, nato nella cittadina di Rijsbergen a due passi dal confine con il Belgio, cominciò a mietere i primi successi nei Tour di Gran Bretagna, Olanda e Romandia nel 1978 ed appunto, due anni più tardi, la vittoria nel Giro del Delfinato parve lanciarlo nell’elite, a cui, qualche settimana più tardi, aggiunse il titolo nazionale in linea ed il 12° posto nella classifica finale della Grand Boucle.
Come detto, la partecipazione alla Corsa Rosa del 1988 lo fece balzare agli onori della cronaca in veste d’eroe, ma nel frattempo erano cominciati, sotto traccia, i primi guai.
Stava già sviluppando un certo interesse per il gioco d’azzardo e le anfetamine in maniera incontrollata. Qualche anno più tardi poi, forse avendo avuto anche un padre in casa che non era un ottimo esempio, essendo avvezzo a sottrarre attrezzi dai cantieri in cui lavorava, cominciò con piccoli furti per procurarsi soldi per acquistare la droga.
Giunse persino ad irrompere, di notte, in un ufficio postale, per rubare macchine per stampare francobolli pur di incassare qualcosa, fatto però, che gli permise di dare una svolta alla sua vita. Finito in galera per qualche mese, dovette vendere casa e trasferirsi, qua e là, presso alloggi di fortuna.
Ma era arrivato il momento del cambiamento. Iniziò a diventare religioso ed a cercarsi un’occupazione seria, lavorando nei cantieri. Volle far perdere anche le sue tracce, entrando volutamente nel più completo anonimato.
Poi, grazie al figlio, avendo anche lui intrapreso la carriera di ciclista, si è riavvicinato al mondo delle due ruote. Una partecipazione al Grande Fratello nel 2000 e poi con un piccolo incarico nelle pubbliche relazioni per la Quick Step, lo hanno riappacificato con sè stesso.
Oggi van der Velde è uno degli autisti ufficiali del bus della formazione tutta olandese della Roompot Orange. Un modo come un altro, per dare consigli a dei giovani delle due ruote.
La Carriera di Johan Van der Velde
Vittorie/squadra
1978: 7 vittorie TI – Raleigh – Mc Gregor
1979: 5 vittorie TI – Raleigh – Mc Gregor
1980: 16 vittorie TI – Raleigh – Creda
1981: 15 vittorie TI – Raleigh – Creda
1982: 10 vittorie TI – Raleigh – Campagnolo
1983: 3 vittorie TI – Raleigh – Campagnolo
1984: 4 vittorie Metauro Mobili – Pinarello
1985: 5 vittorie Vini Ricordi – Pinarello – Sidermec
1986: 7 vittorie Panasonic
1987: 5 vittorie Gis Gelati – Jolly Scarpe – Zanussi
1988: 3 vittorie GIS – Ecoflam – Jolly poi TVM – Van Schilt
1989: 0 vittorie TVM – Ragno poi Carrera Jeans – Vagabond
1990: 0 vittorie Artiach – Royal poi I.O.C. – Tulip
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