Nato per VINCERE


Tadej Pogacar, 26 anni, esulta dopo aver conquistato il Mondiale 
di Zurigo con una fuga di 100 km (ALEN MILAVEC AFP)

È il solito Pogacar: «Qui per chiudere l’anno in bellezza»

Oggi lo sloveno debutta da iridato nel Giro dell’Emilia: «Sarà una grande emozione» 
Finale spettacolo sul San Luca: ci sono pure Roglic ed Evenepoel

5 Oct 2024 - La Gazzetta dello Sport - Verona
di Ciro Scognamiglio @CIROGAZZETTA 
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Che il campione del mondo conquisti la prima gara disputata da iridato in carica è a dir poco raro: negli ultimi quarant’anni è successo a Tom Boonen, che chiuse il 2005 sbancando il Mondiale di Madrid e debuttò firmando una corsa in Qatar a gennaio 2006, e ad Abraham Olano, in trionfo in Colombia l’8 ottobre 1995 e vincitore della Subida al Naranco sei giorni dopo. Stop. Oggi però potrebbe accadere di nuovo, e le coordinate sono queste: Giro dell’Emilia, gran finale a Bologna sul San Luca, Tadej Pogacar. È già tutto abbastanza chiaro, no?

Voglia 

Lo sloveno ha corso tre volte la corsa-gioiello di Adriano Amici, che oggi manda in scena l’edizione 107, e non l’ha mai vinta: per gli standard a cui ci ha abituato, è strano. Nel 2021 si era ritirato, nel 2022 e nel 2023 aveva chiuso al secondo posto, battuto nel primo caso da Enric Mas e nel secondo da Primoz Roglic (3 successi in tutto all’Emilia per lui). Sono entrambi presenti oggi, come Remco Evenepoel. Considerando che Pogi vuole vincere almeno una volta tutte le gare a cui prende parte, è una ‘lacuna’ da colmare. Mettiamoci pure la motivazione speciale di debuttare con la maglia arcobaleno conquistata domenica a Zurigo con una impresa da leggenda: 100 chilometri di fuga, di cui 51,5 in solitaria. E le parole del numero uno al mondo lo confermano: «Questo periodo dell’anno è sempre uno dei miei preferiti per le corse, e sarà ancora più speciale ora con la maglia di campione del mondo sulle spalle. Ciò che è accaduto in Svizzera è stato un sogno per me. Qualsiasi cosa succeda da qui in poi sarà un bonus, ma vista la straordinaria stagione che abbiamo avuto come squadra vogliamo spingere fino all’ultima gara, per concludere in bellezza. Le classiche di fine anno in Italia sono gare bellissime, emozionanti, siamo pronti a dare il massimo». Per lui pure Tre Valli Varesine, martedì (vinse nel 2022 a Varese) e Giro di Lombardia sabato prossimo: nell’ultimo Monumento dell’anno andrà a caccia di uno storico poker consecutivo, riuscito solamente a Fausto Coppi tra il 1946 e il 1949.

Numeri 

Il via dalla Rocca di Vignola, 215 chilometri in tutto, 5 passaggi sul San Luca compreso quello del gran finale: un teatro ormai abituale per il grande ciclismo, visto che di recente ha ospitato la prima tappa del Giro d’Italia 2019 (vinse Primoz Roglic) e un doppio passaggio nella seconda tappa dell’ultimo Tour de France, poco più di tre mesi fa. Neppure in quell’occasione Pogacar riuscì a star fermo, infiammando la giornata con degli allunghi da par suo: d’altro canto il suo 2024 è già sensazionale con Strade Bianche, Liegi, Giro d’Italia, Tour de France, Mondiale. Solo due gare perse (terzo alla Sanremo, settimo al Gp Quebec), 23 successi in 55 giorni di competizione e tutti a livello World Tour: ha vinto più lui, nel massimo circuito mondiale, che qualsiasi altra squadra... tutta insieme. E che cosa dire della sua UAE-Emirates? Ad oggi, 77 successi (il secondo team più vincente, la Lidl-Trek, è a 42) ottenuti con 20 corridori diversi, meglio della Mapei del 2000 che arrivò a 19. Più che mai, il numero uno e la squadra migliore.

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