Milano-Sanremo 1960



Milano-Sanremo 1960, 19 marzo

René Privat (1930-1995), Gastone Nencini (1930-1980) e Arnaldo Pambianco (1935).

Italiani ancora a secco nella Classicissima di primavera, ed è la settima volta consecutiva. L'inverno appena trascorso s'è portato via in dicembre Armando Cougnet (1880-1959), a lungo organizzatore del Giro d'Italia e della Milano-Sanremo e, il 2 gennaio, Fausto Coppi (1919-1960), il campionissimo. Solo due giorni prima della corsa se n'è andata anche una stella promessa del ciclismo francese, Gérard Saint (1935-1960), il "Trampoliere", vittima di un incidente automobilistico nei pressi di Le Mans. La corsa si ferma un attimo prima del via, essere gruppo è anche ricordare chi non c'è più, mantenere vive le presenze, pedalare anche per loro. 

La corsa prevede la novità del Poggio, proposto da Vincenzo Torriani (1918-1996) come ideale rampa di lancio per scongiurare le inevitabili volate degli ultimi dieci anni: all'attacco della salita sono in sette davanti. Con i "nostri" Nencini e Pambianco, in fuga ormai da più di cento chilometri, ci sono i francesi René Privat e Robert Cazala (1934), lo spagnolo Luis Otano (1934), il belga Yvo Molenaers (1934) e l'inglese Tom Simpson (1937-1967). Il gruppo è a un minuto, fuori dai giochi. 

All'inizio della salita, Nencini accelera ancora, ma è un fuoco di paglia: Privat lo riprende e scatta a sua volta. Gastone è ormai stremato dalla fatica e si pianta, definitivamente. In vetta al Poggio il battistrada ha 19" di vantaggio sul connazionale Jean Graczyk (1933-2004), che nel frattempo è rinvenuto da dietro sui fuggitivi ma che sarà poi vittima di una caduta in discesa e non riuscirà a colmare il distacco. Sarà secondo all'arrivo. 

Per gli italiani è una disfatta senza precedenti: se la vittoria manca da sette anni - Loretto Petrucci (1929-2017) nel 1953 - e il podio da quattro, con Fiorenzo Magni (1920-2012) secondo nel 1956, stavolta nessuno dei nostri corridori riesce a entrare neppure nei primi dieci, con Alessandro Fantini (1932-1961), primo degli italiani, quattordicesimo all'arrivo.

René Privat, ex zappatore, testa dura da contadino, solo due anni prima era crollato a tre chilometri dal traguardo, dopo una fuga cominciata al tredicesimo chilometro e che aveva proseguito da solo già fin dal Berta. Era chiamato la "Castagna" per il temperamento e l'aggressività in corsa: passista-scalatore, vanta una quarantina di vittorie, delle quali la Sanremo 1960 rappresenta il traguardo più prestigioso. Al suo attivo, anche il Tour du Var 1958, i Tour du Sud-Est e du Sud-Ouest 1959 e quattro tappe al Tour de France, tre nel 1957, Caen, Cannes e Barcellona e una nel 1960, a Malo-les-Bains. 
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Milano-Sanremo 1960, 19 marzo. 288 km.

1. René Privat (Francia) - Mercier-BP in 6h45'15"
2. Jean Graczyk (Francia) - Helyett-Leroux a 11"
3. Yvo Molenaers (Belgio) - Carpano a 20"
4. Arthur De Cabooter (Belgio) - Groene Leeuw a 1'40"
5. Pierre Ruby (Francia) - Peugeot-BP s.t.
6. Rik Van Looy (Belgio) - Faema s.t.
7. Frans De Mulder (Belgio) - Groene Leeuw s.t.
8. Paesi Bassi Jo de Roo Helyett-Leroux s.t.
9. René Fournier (Francia) - Saint-Raphaël s.t.
10. Frans Schoubben (Belgio) - Peugeot-BP s.t.

29° Gastone Nencini (Italia) - Carpano s.t.
36° Arnaldo Pambianco (Italia) - Legnano s.t.



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