Ganna dei miracoli, medaglissime Plebani e Paternoster
Campione del mondo. Campione del mondo. Campione del mondo. Tre volte iridato: come Roger Rivière, Bradley Wiggins e gli azzurri Guido Messina e Leandro Faggin. Filippo Ganna, a neanche 23 anni, è già leggenda: tre ori nell'inseguimento individuale (più l'argento del 2017).
A Pruszków, nella finale-bis di Londra 2016, ha annichilito il tedesco Domenic Weinstein e ha regalato all'Italia la prima medaglia d'oro di questi mondiali su pista. Per il gigante di Verbania, al primo anno col team Sky, terzo prestazione di sempre con 4'07"992, nuovo primato italiano, strappato al compagno Davide Plebani, 22enne bergamasco dilettante nell'Arvedi Cremona - e splendido bronzo sul russo Evtushenko in 4'14"572.
Il podio iridato torna così per due terzi azzurro 72 anni dopo la doppietta Fausto Coppi-Antonio Bevilacqua, primo e secondo davanti a Hugo Koblet a Parigi '47,
In una giornata così trionfale, non poteva mancare l'acuto delle ragazze: l'oro diventato argento per soli due punti di Letizia Paternoster, 20 anni a luglio, seconda nell'Omnium dietro la favorita 36enne olandese Kirsten Wild e davanti alla statunitense Jennifer Valente.
Peccato, tra i ragazzi, per la scivolata nel quartetto di Francesco Lamon e la sua medaglia "di legno" nel chilometro (quarto dietro i francesi Quentin Lafargue e Michaël D'Almeida, primo e terzo, e l'olandese Bos) e il quinto posto di Liam Bertazzo a -6 dal bronzo nella corsa a punti vinta dall'olandese Jan Willem Van Schip sullo spagnolo Sebastian Mora e l'irlandese Mark Downey.
Ma con questi generazione di fenomeni e il rientro di Viviani, Tokyo2020 si colora sempre più d'azzurro.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO
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