L’Esperimento surreale


di Massimiliano Venturini

Nota:
Nella storia si susseguono diversi temi e i dettagli sono molto importanti al fine di una comprensione più profonda. 
Il racconto è una sorta di esperimento, poiché tra le righe ci sono dei commenti che scandiscono le vicende e interrompono lo scorrere del tempo, e che nella storia narrata sono di una persona diversa dall’autore, mentre nella realtà sono miei sia il racconto sia i commenti. 
Tramite questa tecnica posso ampliare alcuni discorsi e focalizzare l’attenzione su degli aspetti. Il metodo adottato è una rivisitazione in chiave moderna dello stesso adoperato da Alessandro Manzoni ne I Promessi SposiMediante questo espediente riesco a prendere le distanze sia dall’autore, sia da chi ha scritto i commenti. 
Sopra a queste figure c’è il burattinaio, (termine che ritroveremo all’interno del racconto) ovvero l’autore del racconto e dei commenti (io) che conduce il reale Esperimento, che consiste nella coesistenza di queste tre figure.
Ciò che leggerete è il frutto dell’intreccio di questi tre individui. 
Buona lettura.


Qualche giorno fa mi è arrivato un messaggio da un amico dove mi è stato proposto di fare una reaction a un racconto. Non penso sia già stato fatto, le uniche regole sono:
- scrivere di getto; 
- non si possono cancellare frasi, ma solo parole per "aggiustare" il significato o facilitare la comprensione del periodo;
- procedere con la lettura piano piano, e quando si vuole esprimere un parere, che può nascere anche a metà di una frase, coprire la parte successiva.


Ho riportato i commenti in grassetto [e tra parentesi quadre] per facilitare la comprensione.
Non so come iniziare a scrivere il mio racconto, fidatevi però, il contenuto è originale. Continuate a leggere. Se per caso doveste trovare qualche errore, non prendetevela con me. Questo testo è stato scritto da una scimmia che per decenni ha premuto tasti in modo casuale sulla macchina per scrivere di mio padre e questo è il prodotto finale, nel quale sono comprese anche queste parole introduttive. In questa maniera prendo le distanze da un eventuale gradimento o da un giudizio negativo dei lettori.

[L'inizio mi ha colpito molto per la sua contraddittorietà, in quanto inizialmente presenta lo scritto come suo, e poi afferma, ovviamente con ironia, di averlo fatto scrivere a una scimmia. Spero sia voluto, anche se mi pare di trovarci un significato nascosto, e nascosto talmente bene da non esserci. Ripensandoci non avrebbe alcun senso inserire questo elemento contraddittorio. Cambio opinione, l’inizio è pessimo.]

La notizia è delle ultime ore, ed è già stata riportata dai giornali e dai blog di tutto il mondo. l'Italia si occuperà di condurre un esperimento, denominato Kaspar Hauser, nel quale un ragazzo verrà, poco dopo essere stato concepito da una donna (non mi pare il caso di chiamare madre una persona del genere) consenziente, seguito nella sua crescita senza venire a contatto con altri esseri umani. 
Il cibo dovrebbe, secondo le fonti più attendibili, essergli portato in una gabbia "naturale" (non si hanno informazioni sulla grandezza) nella quale il bambino vivrà sino ai 18 anni. Arrivato alla soglia della maggiore età avrà inizio la seconda parte dell'esperimento, quella in cui gli scienziati osserveranno come Kaspar (così viene chiamato sulla stampa) si inserirà nella nostra società. 
L'opinione pubblica è divisa in due. La maggior parte è convinta che si tratti di una violazione dei diritti umani. Alcuni ricercatori la ritengono invece una grande opportunità per il mondo scientifico e osservano come, utilizzando uno spirito cinico, la scienza possa ottenere vari benefici a fronte di un sacrificio parziale. Addirittura alcune persone pensano che il ragazzo stesso possa ottenere grandi vantaggi, poiché non sarà circondato da una società malata come quella odierna e vivrà da essere umano autentico. Altri scienziati si sono schierati contro la messa in atto di questa folle idea, per poi nei fatti andare a comporre l'équipe che si sarebbe occupata dello studio, appena gliene è stata concessa la possibilità.

[Mi sorge un dubbio: Ma se al posto di un bambino fosse nata una bambina sarebbe cambiato qualcosa?

Oppure, nel caso in cui il nascituro presentasse problemi mentali o fisici si manderebbe a monte tutto? Però direi di tralasciare questo discorso e terminare qui questo breve commento.]


Nell’ultimo mese non si è parlato d’altro, i social network sono stati invasi dalle opinioni degli utenti, e in televisione ogni canale ha approfondito la vicenda, invitando psicologi, scienziati e altri esperti. Il mondo sembra si sia fermato, l’esperimento ha catalizzato l’attenzione di tutti. Sul web circola un’immagine che rappresenta un ragazzo in gabbia che si copre con un telo, e dal lato opposto trova spazio un cane che indossa un cappottino. Sotto, una scritta a caratteri cubitali recita: «Chi è l’essere umano ora?». 
Ha fatto molto discutere la dichiarazione di un politico (di cui non faremo il nome) che, incalzato da un giornalista, di fronte alla semplice domanda “Lei, è a favore o contro il KH (Kaspar Hauser)?”, ha risposto: “Io non sono né a favore né contro, ma credo se ne stia parlando troppo, alla fine è la vita di soltanto una persona». 
Il suddetto politico, giunto a casa e accortosi della gaffe, ha postato uno scritto su Facebook che non intendeva affermare che la vita di un individuo ha poca importanza, ma che si parla esageratamente, e spesso senza nemmeno conoscere i fatti, di un progetto ancora allo stato embrionale, mentre intanto ci sono migliaia di persone che ogni giorno muoiono a causa delle guerre e della fame.

[Questa parte del racconto mi è piaciuta molto, poiché l’autore interseca la storia con le dinamiche dei social network, e con la stampa, forse anche per dare un’impronta sul momento storico del racconto, un periodo riconducibile ai nostri giorni.]

Mio figlio (…)

[Perché parla di suo figlio? Il racconto non era stato scritto da una scimmia? Ma posto anche sia stata una battuta, il racconto dovrebbe essere il suo, ma dato che si tratta di una storia immaginaria, per quale ragione inserisce la vicenda del figlio? Oltretutto, nulla c’entra con il racconto. Questa proprio non l’ho capita. Continuo a leggere, ché è meglio.]

La vicenda che ho scritto prima non faceva parte del racconto, mi serviva solo per verificare che tu stessi utilizzando il metodo che ho richiesto.

[Ora si spiega tutto. Colpa mia, scusate.]

Il mondo dello sport è stato coinvolto nella vicenda, anche se pochi atleti italiani hanno espresso la propria opinione, o se l’hanno fatto non si sono schierati apertamente. Oltreoceano invece, in particolare le stelle della NBA e dell’NFL, hanno preso una posizione molto forte contro il KH. 
In particolare LeBron James. "The King", come viene sopranominato, durante la parata lungo le strade di Cleveland per festeggiare la vittoria del secondo titolo NBA della franchigia e il quarto del loro migliore giocatore, ha fatto realizzare una maglietta apposita raffigurante sul davanti il Larry O’Brien Trophy (il trofeo consegnato ai campioni NBA) e sul retro la scritta: «We Don’t Want KH». 
LeBron non si è fermato qui. Ha chiamato un giornalista sportivo italiano che si occupa di NBA sul sito di riferimento per gli appassionati e con il quale aveva parlato anni prima. LeBron gli aveva dato il proprio numero di cellulare e rilasciato un’intervista nella quale aveva condannato, con valide argomentazioni, l’attuazione dell’esperimento italiano. Ancora una volta James aveva dimostrato di essere un abile comunicatore e anche molto informato. E così l’attenzione sull’argomento da parte delle nazioni non europee, e a maggior ragione degli USA, si era intensificata ancora di più.

[Vale il discorso fatto in precedenza con i social network. L’autore aumenta il raggio dei punti di vista e si scopre che il racconto è ambientato in un futuro molto vicino, anche se non si sa se la previsione sulla vittoria dei Cavs (se di questo si tratta) sia esatta. Per il resto viene descritto uno scenario realistico, basandosi su un contesto immaginario, in quanto LeBron è un personaggio che espone spesso le proprie opinioni e ha grande influenza sulle persone. Inoltre anche la vicenda del giornalista potrebbe corrispondere al vero. Tra l’altro ho un’idea di chi quel giornalista possa essere, perché in un podcast dedicato alla pallacanestro ho sentito raccontare da lui (preferisco tacerne il nome per non incorrere in scivoloni) di un’esperienza che almeno inizialmente combacia con la storia.]

Ogni aspetto del mondo è stato contaminato dal KH. Si ipotizza che questo avvenimento, non ancora avvenuto, abbia mutato, più o meno in profondità, l’arte, la musica e secondo alcuni intellettuali pure il pensiero di tanta gente. Secondo i sondaggi, nella prima settimana il 95% della popolazione italiana si dichiarava contraria alla messa in atto del Kaspar Hauser. 

Giorgio Aldisi, giovane autore emergente, cavalcando la particolare situazione scrive una distopia, intitolata “L’esperimento (sur)reale”, nella quale racconta del lento ma continuo cambio di opinione da parte delle masse, sino ad arrivare al punto in cui la popolazione aderisce all’attuazione del KH. Coloro che si dimostrano reticenti, non molti, vengono uccisi. Nel terribile scenario previsto in quelle pagine, il test sul ragazzo nemmeno aveva avuto inizio, nonostante il pressoché unanime consenso. Più che di Kaspar si trattava di Casper. 
L’anno seguente il governo italiano ufficializzerà che l’esperimento del KH non era mai stato iniziato, e che esso in realtà coinvolgeva tutti, in quanto il fine ultimo era osservare le reazioni della gente. Lo Stato, senza aver in pratica fatto niente, aveva convinto la popolazione ad aderire a una cosa inesistente, e nello stesso tempo aveva  manipolato le menti più fragili creando in esse uno spirito il più possibile cinico, eliminando, o perlomeno riducendo, quella componente contenuta «in ciascuno di noi». L’opera dell’autore piemontese è diventata subito un best-seller.


«Trovo positiva l’idea di inserire un racconto all’interno. Sinceramente non riesco a capire dove l’autore voglia andare a parare. Non ho molti commenti da fare in questo momento e per questo mi limito a continuare a leggere.]

Sono così in alto che da qui vedo tutto il globo

Tu lo vedi affacciato a un oblò
In una gabbia scorgo Hauser
Passato nelle tue mani da Daumer 
Vuoi fargli da baby-sitter, ma sei più pazzo di Joker
Temporeggi “er” avvicinati e ti schiaccio con un hammer


Uno tra i rapper più conosciuti e apprezzati di Italia ha espresso in maniera feroce tutta la sua rabbia per ciò che l’Italia vorrebbe fare a Kaspar. L’artista con quel “tu” si appella allo Stato, e gli intima di stare lontano dal bambino che si vorrebbe utilizzare come cavia da laboratorio.

[Questa parte credo abbia il compito di stemperare la tensione accumulata dalla narrazione del libro distopico. Inoltre penso voglia ribadire che la situazione rimane immutata, mentre piovono continue critiche sul fantomatico esperimento, a differenza di quanto accaduto nell’Esperimento (sur)reale.]

A un anno dall’annuncio, dal governo non sono ancora giunti aggiornamenti, tanto che la popolazione si dice indignata. La tensione è molto alta e se inizialmente le proteste erano contro l'attuazione l’esperimento, dopo questo lungo periodo di “assordante silenzio” non solo dei cittadini, ma anche delle istituzioni, arriva come un fulmine a ciel sereno un astruso comunicato, di circa 20 pagine, dove si esprime un concetto fondamentale: il KH era solo un pretesto per osservare le reazioni della gente. Tutto qui. La predizione del libro di Aldisi corrispondeva in parte alla realtà. Forse la pubblicazione ha influenzato in qualche modo la mossa del governo. La storia lascerà solo dubbi e riflessioni. Il burattinaio è una matrioska.


[Mi sono preso una settimana per scrivere un resoconto finale, per leggere e rileggere il racconto, e il punto interrogativo era l’unico segnale che mi indicava il percorso da seguire. Ho masticato il nulla che trasuda dalla narrazione. Un nulla dettagliato, ma che sempre nulla resta. Magari per evidenziare l’epoca contemporanea, nella quale domina la fruizione di contenuti futili, attorno ai quali ruota parte del nostro tempo. 
Mi sono accorto che il racconto contiene un’unica frase a effetto, e la spiegazione che ho trovato, utilizzando forse io stesso una lunga frase a effetto, è che è un racconto a effetto. La sola frase che possiede tale caratteristica è la stessa che conclude la vicenda. 
Credo ci sia un profondo legame tra frase, racconto e l’esercizio che sto svolgendo. Tre piani (di lettura e di sostegno) dove la base, tra i tre elementi, cambia continuamente. 
Tornando alla frase, io l’ho interpretata in modi diversi. Nel primo caso l’ho letta come se il burattinaio, ovvero colui che ha ideato questo esperimento a due facce (il KH e infine l’osservazione delle reazioni della gente), fosse una matrioska, quindi non una persona soltanto, o nel caso specifico lo Stato, bensì un’organizzazione più profonda. 
A questa teoria complottista segue un’altra più complessa: la correlazione tra burattinaio, cioè colui che muove i burattini, e la matrioska, che in quanto giocattolo potrebbe venire identificata come burattino stesso. Di conseguenza se lo Stato è il burattinaio, cioè colui che apparentemente muove i burattini dell’esperimento, quindi dello spettacolo, ora che è lui stesso un burattino, perde la propria importanza e diventa una pedina. 
Mi rendo conto che spiegare questo concetto è piuttosto complesso, ma spero che comunque si sia capito cosa io intendessi. Un’altra sfumatura di senso potrebbe essere, allargando il significato, che l’ideatore di questo progetto - che consiste nell’unione tra racconto e commento - e cioè il burattinaio, sia in realtà esso stesso una matrioska, poiché questo lavoro è composto dall’autore, dal sottoscritto che sta riordinando le idee, e forse da qualcun altro che ha avuto, ha o avrà, un ruolo in questo progetto. Nel reale Esperimento. Un Esperimento di alchimia.

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