MAURICE LUCAS - The Roar of ʼ77
di DANIELE VECCHI
Old Timers - Quando la NBA era lʼAmerica
Chiunque nella lega sa chi è Maurice Lucas, e chiunque ci abbia giocato (con o contro) ne conosceva benissimo, e da vicino, i gomiti. Se qualcuno pensa che Dikembe Mutombo o Shaquille OʼNeal siano stati dei duri e perfetti sgomitatori dʼarea, allora non ha mai avuto come unità di misura la “tecnica” dellʼex ala forte dei Portland Trail Blazers.
Gara2 delle Finali NBA 1977. I favoritissimi Philadelphia 76ers, vinta Gara1 per 107-101 sugli outsider Trail Blazers, si apprestano a vincere anche la seconda partita allo Spectrum della Città dellʼAmore Fraterno. I rosso-bianco-neri dellʼOregon, ormai battuti e con lo spettro di tornare a Portland sotto 2-0 nella serie, pensano bene di dare una scossa a se stessi e alla serie giocando duro, durissimo per tutto il finale di gara. Prima è Lloyd Neal, colpendolo più volte, a provocare George McGinnis, scatenando nel giocatore dei Sixers varie reazioni al limite della rissa; poi puntualmente scoppiata per un minimo contatto tra Bob Gross dei Blazers e Darryl Dawkins dei 76ers, pronti al combattimento dopo unʼimpressionante sequela di scorrettezze su Julius Erving da parte del “duro” di Portland, Maurice Lucas, il vero mattatore delle provocazioni e lʼiniziatore del parapiglia, per aver colpito Dawkins subito dopo che lo scontro fra lo stesso Darryl e Gross aveva dato il via alla scazzottata.
La tecnica adottata dai Blazers del Dr. Jack Ramsey – philadelphiano doc, che a Phila aveva allenato dal 1955 al 1966 il college di St. Joseph e dal 1968 al 1972 i Sixers della NBA, e secondo molti il colpevole di aver fatto andare via Wilt Chamberlain – diede i frutti sperati. Da quel momento Portland, trascinata da uno straordinario Bill Walton, prese coraggio e infilò quattro vittorie consecutive che regalarono alla franchigia dellʼOregon il suo primo titolo NBA, facendo scoppiare in città la Blazermania.
Ma come è sempre accaduto nella storia del gioco, le grandi stelle devono essere supportate e protette da giocatori duri, gente che fa il lavoro sporco (Horace Grant e Dennis Rodman per Michael Jordan nei Chicago Bulls, Kurt Rambis per Magic Johnson nei Los Angeles Lakers e così via), e Maurice Lucas era il “poliziotto” che vegliava sul suo preziosissimo centro pacifista di San Diego, Bill Walton.
Nato il 18 febbraio 1952 in Pennsylvania, a Pittsburgh (solo un caso la sua recondita antipatia per Philadelphia?), dopo buone prove alla Schenley High School nella sua città, Lucas si affaccia sulla grande ribalta del basket nazionale USA con la casacca della Marquette University, con la quale raggiunge la Final Four nel 1974, ma perde 64-76 in finale contro la North Carolina State di the original Skywalker, David Thompson.
Lucas è una power forward di 2.04 di grande esplosività e presenza a rimbalzo, un duro già fatto e finito ai tempi del college e pronto per essere un fattore anche nel basket professionistico. Al Draft NBA del 1974 viene scelto con la 14ª chiamata dai Chicago Bulls. Ma nonostante fosse già chiaro che la NBA avrebbe avuto un futuro ben più roseo di quello della ABA, Lucas andò a giocare con il pallone a spicchi colorati bianco blu e rosso, andando a vestire la casacca degli Spirits of Saint Louis.
Nella ABA, Lucas partì col botto. Il prodotto di Marquette in poche partite con gli Spirits si confermò un fattore devastante sottocanestro, e la sua stagione da rookie si concluse alla media di 13.2 punti e 10.2 rimbalzi a partita. Ma nella American Basketball Association tirava già aria di smantellamento e Lucas, dopo appena 28 partite della sua seconda stagione nella lega (1975-76, lʼultima della ABA), venne ceduto ai Kentucky Colonels, campioni in carica nei quali Lucas andava a fare coppia sottocanestro con Artis Gilmore.
Arrivata la fine, annunciata, della ABA, i Colonels, franchigia che non sarà fra le quattro assorbite dalla NBA (Denver Nuggets, Indiana Pacers, New York Nets e San Antonio Spurs), dichiararono tutti i giocatori del roster eleggibili per il Dispensal Draft della NBA. Maurice Lucas venne scelto dai Portland Trail Blazers con la chiamata numero 2 (con la numero 1 i Chicago Bulls chiamarono il suo ex compagno Gilmore), pick che ai bianco-rosso-neri dellʼOregon varrà il titolo NBA.
Risale infatti al 1976-77 la stagione della Blazermania, esplosa durante il campionato che Portland vinse con un sontuoso Bill Walton, spalleggiato dal bodyguard Lucas, che chiuse quella magica stagione con 20.2 punti e 11.4 rimbalzi a partita e un incontrastato dominio sotto i tabelloni. La NBA temeva Maurice Lucas, che invece non aveva paura di nessuno. I grandi duri degli anni a venire, Bill Laimbeer, Dennis Rodman, Charles Oakley, di certo hanno tratto ispirazione dal modo di giocare, fisico e sporco, del numero 20 dei Blazers.
Nella stagione successiva Maurice continuò a diffondere il suo verbo di durezza, concludendo con 16.4 punti e 9.1 rimbalzi a partita, medie sensibilmente inferiori a quelle della stagione precedente, ma migliorando esponenzialmente il rendimento difensivo, che gli valse la nomina nel Defensive First Team e nellʼAll-NBA Second Team.
Più passavano le stagioni e più lʼintensità difensiva di Lucas sembrava migliorare, anche se il suo tempo a Portland, dopo tre anni e mezzo, sembrava essersi esaurito. Lasciò i Blazers a metà della stagione 1979-80 per accasarsi ai New Jersey Nets, per i quali giocò una più che discreta stagione e mezza (a 15.1 punti e 8.9 rimbalzi di media).
Nella stagione 1981-82 attraversò lʼHudson River e vestì la gloriosa casacca dei New York Knicks, nei quali le sue cifre migliorarono sensibilmente (15.8 punti e 11.3 rimbalzi per gara), ma il suo spirito competitivo non poteva reggere in squadre che non disputavano i playoff, e così, per tutta lʼestate del 1982, giorno dopo giorno si susseguivano le voci che volevano Lucas a una squadra con ambizioni da titolo.
In uno scambio di grossi calibri con i Knicks, che nella trade acquisirono Leonard “Truck” Robinson, la spuntarono i Phoenix Suns, che nella stagione 1982-83, con il duro Lucas (16.5 punti e 10.4 rimbalzi a partita) in mezzo allʼarea, raggiunsero i playoff, ma vennero subito eliminati, in tre partite, dai Denver Nuggets.
Anche nelle due stagioni successive Maurice fu un fattore importante per i Suns, ma i primi gravi infortuni (tra cui quello nella serie di playoff 1983 contro i Nuggets), e il logorio di dieci stagioni nei proʼ vissute al massimo dellʼagonismo e della durezza, cominciarono giocoforza a farsi sentire.
Nella stagione 1985-86 Lucas fu ceduto ai Los Angeles Lakers, nel 1986-87 ai Seattle SuperSonics, e nella stagione 1987-88, la sua ultima nella NBA, tornò a casa, a Portland, chiudendo alla media di 6.1 punti e 4.3 rimbalzi in 73 partite.
Smesso di giocare, Maurice è stato lʼassistant coach di Nate McMillan ai Blazers fino al 2010, quando, il 31 ottobre, il cancro alla vescica che da tempo lo tormentava ha avuto la meglio. Chiunque entri al Rose Garden di Portland non può esimersi dal guardare verso lʼalto e rimirare il suo numero 20 appeso sopra lʼUpper Level, e mandare un pensiero di affetto, o anche solo di rispetto, a un grande come Maurice Lucas, il prototipo della power forward moderna.
Maurice Lucas
Ruolo: ala forte
Nato: 18 febbraio 1952, Pittsburgh, Pennsylvania (USA); deceduto: 31 ottobre 2010, Portland, Oregon (USA)
High school: Schenley (Pittsburgh, Pennsylvania)
Statura e peso: 2,04 m x 98 kg
College: Marquette (1971-1974)
Draft NBA: 1º giro, 14ª scelta assoluta 1974 (Chicago Bulls)
Pro: 1974-1988
ABA/NBA: Spirits of St. Louis (ABA, 1974-75), Kentucky Colonels (ABA, 1975-76), Portland Trail Blazers (1976-1980), New Jersey Nets (1980-81), New York Knicks (1981-82), Phoenix Suns (1982-1985), Los Angeles Lakers (1985-86), Seattle SuperSonics (1986-87), Portland Trail Blazers (1987-88)
Palmarès: titolo NBA (1977)
Riconoscimenti: 5 NBA All-Star (1976-1979, 1983), All-NBA Second Team (1978), NBA All-Defensive First Team (1978), NBA All-Defensive Second Team (1979), ABA All-Time Team, numero 20 ritirato dai Portland Trail Blazers
Cifre nella ABA/NBA:
punti: 14.857 (14,6 PPG)
rimbalzi: 9.306 (9,1 RPG)
assist: 2.498 (2,4 APG)
Numeri: 20, 25, 33, 23
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