BOBBY JONES - La quintessenza dell’Old Timer


di DANIELE VECCHI
Old Timers -  Quando la NBA era lʼAmerica
https://www.libreriadellosport.it/libri/old_timers_-_quando_la_nba_era_il_basket.php

Spesso gli esperti parlano di «giocatori dʼaltri tempi», che nel basket attuale magari faticano sul piano fisico-atletico, ma sono dotati di grande intelligenza cestistica e ottimi fondamentali. Estendendo il giudizio al piano estetico, spesso si tratta di giocatori bianchi longilinei, con pochi muscoli e senza lʼombra di un tatuaggio. Insomma il ritratto sputato di Robert Clyde Jones, conosciuto da tutti come Bobby, il primo a vincere, con i Philadelphia 76ers campioni NBA nel 1983, il riconoscimento di Sesto uomo dellʼanno. 

Nato il 18 dicembre del 1951 a Charlotte, North Carolina, Bobby Jones proviene da una famiglia cestistica e religiosa. Sia il padre sia il fratello più grande sono stati dei buoni giocatori a livello universitario, entrambi hanno vestito la gloriosa casacca degli Oklahoma Sooners, mentre Bobby, da ragazzo, pur essendo già alto 1,94 in prima superiore, pareva non interessato al basket. 

A Bobby piaceva solo studiare, e guardare la televisione. E quando occasionalmente giocava al campo della chiesa nel suo quartiere, appena qualcuno gli passava la palla lui si affrettava a passarla subito a qualcun altro. Gli piaceva lottare a rimbalzo e difendere duro, ma in fondo il gioco non lo entusiasmava. In seconda superiore, però, venne finalmente ammesso in squadra alla South Mecklenburg High School, anche se lo sport nel quale eccelleva davvero era il salto in alto, nel quale vincerà per due volte il titolo statale di high school del North Carolina, alternandosi sul gradino più alto del podio con unʼaltra futura superstar NBA, Bob McAdoo, stella anche nel basket alla Greensboro High School. 

Nellʼanno da junior Bobby sbocciò come solida e promettente ala forte, grande rimbalzista e ottimo difensore. Mancino naturale che nel tempo continuava ad affinare anche lʼutilizzo della mano destra, mani e piedi veloci, già due metri a 17 anni, Jones sembrava un perfetto prospetto su cui lavorare per un college di alto livello. Infatti, dopo aver portato da senior la South Mecklenburg al titolo statale, Jones venne reclutato da Dean Smith per North Carolina. Cosa che a Bobby non fece né caldo né freddo, visto che considerava il basket ancora unʼoccupazione occasionale, ma anche unʼopportunità da cogliere per studiare gratis allʼuniversità con una borsa di studio. 

In maglia biancoazzurra Tar Heels, sotto la sapiente guida di coach Smith, Jones diventa un giocatore duro e pronto già al college. Mentalità giusta, grandissima etica del lavoro, duttilità offensiva e difensiva, un uomo squadra a tutti gli effetti, mai una parola fuori posto, mai un atteggiamento sopra le righe, un ragazzo già maturo a ventʼanni. 

Dopo la stagione da junior a North Carolina, al Draft della ABA del 1973 lo chiamarono i Carolina Cougars, ma Bobby preferì terminare gli studi in psicologia e per affinare il proprio gioco con Dean Smith restò a North Carolina per lʼanno da senior (quella sì fu una decisione dʼaltri tempi). 

In maglia Tar Heels, Bobby chiuse la stagione 1973-74 a 16.4 punti a partita, media che gli valse la nomina di All-American e la 5ª chiamata al Draft NBA del 1974 da parte degli Houston Rockets, che lo girarono subito ai Denver Nuggets (allora ancora nella ABA) di coach Larry Brown, che voleva in squadra proprio Jones, il prototipo di giocatore che preferiva (e preferisce). 

La stagione da rookie di Bobby Jones fu di altissimo livello, 14.8 punti, 8.2 rimbalzi, 3.6 assist, 1.8 stoppate e 2 palle recuperate di media, in una squadra da playoff ABA, poi sconfitta dagli Indiana Pacers nelle Western Division Finals. 

La stagione successiva (1975-76) sarebbe stata lʼultima dei Nuggets nella ABA prima di essere assorbiti dalla NBA. Bobby si confermò una colonna portante di Denver (14.9 punti, 9.5 rimbalzi, 4 assist, 2 recuperi e 2.2 stoppate per gara e convocazione per lʼAll-Star Game della ABA) che, assieme alla prima scelta David “Skywalker” Thompson e al duro centrone bianco Dan Issel, trascinò alle ABA Finals, perse 2-4 contro i New York Nets di Julius Erving e delle future conoscenze italiane Tim Bassett (Varese), George Bucci (Siena, Fortitudo Bologna, Montecatini e ancora Siena) e Swen Nater (olandese visto a Udine). 

Nella stagione 1976-77 i Nuggets vennero annessi alla NBA, ma il trauma da cambio-lega sembrava non riguardare la franchigia del Colorado, a dimostrazione dellʼalto livello di gioco della defunta ABA. Denver infatti vinse la Midwest Division, prima di uscire nei playoff contro i Portland Trail Blazers, futuri campioni NBA. 

I Nuggets sembravano lanciati verso il vertice anche nella nuova lega, e avendo firmato nel 1975 un giocatore-franchigia come David Thompson, il front office, non fidandosi delle condizioni di salute di Jones – che fin dai tempi di North Carolina soffriva di aritmia cardiaca e di asma – il front office nella stagione 1978-79 lo cedette ai Philadelphia 76ers in cambio di George McGinnis. Operazione che si dimostrò però disastrosa per Denver, visto che McGinnis giocò per neanche due stagioni in maglia Nuggets, mentre Jones, a dispetto delle sue “precarie” condizioni fisiche, indossò la casacca dei Sixers per otto stagioni e trovò, nella Città dellʼamore fraterno, la sua massima realizzazione cestistica. 

Billy Cunningham si rese subito conto di aver fatto un colpaccio, ed escogitò una maniera per rendere Jones ancora più efficace nel ruolo di difensore, rimbalzista e cervello in campo: lo fece giocare da sesto uomo, ruolo ai tempi ancora embrionale, ma che pareva calzargli a pennello. Pur essendo un All-Star, abituato a essere un inamovibile starting five nei Nuggets, Bobby non protestò per il nuovo ruolo, anzi, fece ciò che Cunningham gli chiedeva, cambiare le partite partendo dalla panchina. Ai 76ers, anche per il minore impiego, le sue cifre subirono una comprensibile flessione, ma rispetto ai tempi dei Nuggets il suo impatto difensivo fu ancora più importante. 

Con lui i Sixers di Julius Erving, Maurice Cheeks, Andrew Toney e, dal 1982-83, di Moses Malone, furono la più dura e attendibile contendente dei Boston Celtics al titolo della Eastern Conference, che Philadelphia vinse nelle stagioni 1979-80 e 1981-82 (chiude con la sconfitta in Finale, sempre contro i Los Angeles Lakers) e 1982-83, quando i Sixers, con Malone in mezzo allʼarea e Jones Sesto uomo dellʼanno, conquistarono il titolo NBA surclassando in finale i Lakers. 

Bobby continuò a giocare, sempre con ottimi risultati, fino alla stagione 1985-86 (chiusa a 7 punti di media) e si ritirò a 35 anni, con 11.391 punti e 5.739 rimbalzi in 12 stagioni NBA e soprattutto lasciando un indelebile ricordo in tutti i tifosi, allenatori, compagni di squadra. Un ricordo di dedizione, durezza mentale e altruismo, oggi doti difficili da trovare nello stesso giocatore. 

Dopo aver fondato con David Thompson la 2x Salt Foundation, associazione cattolica che aiuta i ragazzi disagiati a praticare sport, oggi Bobby Jones allena, nella sua Charlotte, la squadra di basket della scuola media Carmel Christian. E da coach continua a regalare lʼesperienza, la saggezza, la dedizione e lʼamore per il gioco che ha donato a tutti da giocatore. 


Robert (Bobby) Clyde Jones 

Ruolo: ala piccola 
Nato: 18 dicembre 1951, Charlotte, North Carolina (USA) 
High school: South Mecklenburg 
Statura e peso: 2,04 m x 95 kg 
College: North Carolina (1970-1974) 
Draft NBA: 1º giro, 5ª scelta assoluta 1974 (Houston Rockets) 
Pro: 1974-1986 
ABA/NBA: Denver Nuggets (ABA, 1974-1976; NBA, 1976-1978), Philadelphia 76ers (1978-1986) 
Palmarès: titolo NBA (1983), argento Olimpiade Monaco 1972 (rifiutato) 
Riconoscimenti: 4 NBA All-Star (1977, 1978, 1981, 1982), ABA All-Star (1976), NBA Sixth Man of the Year (1983), 8 NBA All-Defensive First Team (1977-1984), NBA All-Defensive Second Team (1985), All-ABA Second Team (1976), 2 ABA All-Defensive First Team (1975, 1976), ABA All-Rookie First Team (1975), Consensus NCAA All-American Second Team (1974), numero 24 ritirato dai Philadelphia 76ers 
Cifre NBA: 
punti: 11.391 (12,1 PPG) 
rimbalzi: 5.739 (6,1 RPG) 
recuperi: 1.387 (1,5 SPG) 
Numero: 24 

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