FOOTBALL PORTRAITS - Djibril Cissé, macchine da gol (2011)



di Christian Giordano ©
Guerin Sportivo, agosto 2011

FOOTBALL PORTRAITS
Rainbow Sports Books ©

«Perderà anche qualche palla a centrocampo, ma questo è un animale da gol. Vive per la porta. E se non segna fa segnare». Edy Reja ha capito, e dopo le tre pappine col Villarreal, cambiato tutto: basta 4-3-1-2 con Hernanes dietro i nonnetti terribili del gol Klose e Cissé. Via col 4-2-3-1 con Mauri-Hernanes-Cissé alle spalle di quella vecchia volpe d’area che è il tedesco ex Bayern Monaco che con l’Aquila biancoceleste cerca di restare aggrappato a quella bianconera della Nationalmannschaft. La chiave, neanche a dirlo, è la versatilità, unità alla devastanti velocità e accelerazione, dell’ex nazionale francese di origine ivoriana. 

Dopo Nma, Damaye, Abou, Fode, Seni e Hames, Djibril Aruun Cissé (Arles, 12-8-1981) è l’ultimo dei sette figli di Mangué e Karidjata, musulmani convertiti al cristianesimo originari della Costa d’Avorio ed emigrati in Francia nel 1974. Papà Cissé, ex professionista, è stato anche capitano della nazionale degli Elefanti. 

Entrato nell’Arles a otto anni, nel 1989, ci resta sette stagioni prima di passare sei mesi al Nîmes e poi nelle giovanili dell’Auxerre. In due anni diventa una delle ultime gemme sgrezzate da quel gran cercatore d’oro che è stato Guy Roux, il Mazzone di Francia. Nel 1998 è in prima squadra, in cui debutta a 17 anni, nel 1998-99, all’Abbé Deschamps contro il Paris Saint-Germain. Sei anni dopo, e 90 gol in 166 partite coi bianchi, si veste di rosso Liverpool, con il suo mentore Gérard Houllier che nel 2004, dopo un anno di corteggiamento, lo porta ad Anfield per 21 milioni di euro. 

Coi Reds di Rafa Benítez vive la fase più sfolgorante e sfortunata di una carriera condizionata da gravissime fratture alle gambe. Il primo arriva nel 2-2 del 30 ottobre col Blackburn: nello scontro con il difensore dei Rovers James McEveley riporta la frattura di tibia e perone sinistri. Il pronto intervento dei medici evita il rischio amputazione. Rientra in aprile contro la Juventus in Champions, poi vinta contro il Milan nella folle notte di Istanbul. Tutta sua invece la firma sulla Supercoppa Europea, 3-1 al CSKA Mosca con doppietta e assist per il gol di Luis García. 

Il prestito e poi la cessione al Marsiglia sembrano l’inizio del declino, confermato dal parcheggio non riscattato al Sunderland (11 gol in 38 gare). Il Panathinaikos invece ci scommette 8 milioni e lui rinasce. Vince da capocannoniere (23 reti in 29 presenze) la Super League 2010, e l’anno dopo si ripete top scorer con 20. 

La Lazio lo ha preso per 5,8 milioni e un ingaggio annuale da 2,1. Ed è partito col botto: 5 gol in 7 amichevoli (neanche intere), uno ogni 73’, più la doppietta nel 6-0 ai macedoni del Rabotnicki nell’andata del preliminare di Europa League. 

Se Miro Klose spera di non perdere la nazionale, per il suo gemello (476 gol in due in carriera) la questione-Bleus sembra chiusa. Eppure alla patria ha dato l’altra gamba, tibia e perone destri fratturati contro la Cina nell’ultima amichevole premondiale del 2006. Al suo posto Raymond Domenech in Germania porta Sidney Govou, e due anni dopo lo lascia a casa dall’Europeo austro-svizzero nonostante i 13 gol in 40 presenze con la selezione maggiore. 

Look eccentrico, tatuaggi e hobby da superstar ne hanno fatto un idolo ovunque, anche se non soprattutto fuori del campo. Ha recitato in due film. Possiede 18 auto, tra cui un Hummer H2, una Chrysler 300C, una Ford Mustang Selby GT500, un Dodge van, una Eleanor, un SUV della Revers. Cinque sono carboon look, tra cui una Bentley, una Smart da competizione e una Chrysler Plymouth Prowler. A conferma della sua passione, è stato protagonista di Pimp My Ride, lo show di MTV dedicato al tuning, la mega-industria che fa da indotto alla modifica e al restauro delle auto. 

Ai tempi del Liverpool, ha accessoriato il suo Dodge con una poltroncina massaggiante e un’intera console da dj, altra passione trasformata in professione. Sui portelloni, due enormi ali d’angelo, come il tattoo che ne decora (?) la schiena. Da febbraio, è testimonial della Taurus Rage Racing. E nel tuning francese il suo socio è Don Vebole, uno dei disegnatori d’auto più noti d’Europa. E sempre con le macchine ha a che fare il suo cameo in una scena ad alta velocità nella commedia francese Taxi 4. 

Tante passioni però portano anche guai. Ai tempi del Pana andava allo stadio con la Bentley, che in un frontale nel settembre 2010 gli costò 300mila euro di danni. Quando era al Liverpool, invece, nell’agosto 2004 andò a sbattere con una volante della polizia. 

Gli piace esagerare anche con le case. In Inghilterra comprò una magione a Frodsham, nel Cheshire, e questo gli valse il titolo di Lord of the Manor di Frodsham, ma anche infinite polemiche per il suo rifiuto di concedere il permesso al Cheshire Forest Hunt di caccia alla volpe sul terreno di cui Cissé era neoproprietario. In un castello, quello di Bodelwyddan, si è anche sposato. Nel giugno 2005, in smoking rosso in onore del Liverpool, e con Jude Littler, lettrice universitaria gallese di Anglesey che il 7 marzo 2006 gli ha dato Cassius, il loro primo figlio ma il terzo della coppia. Jude era già madre di Liam, avuto da una precedente relazione, Djibril era già padre di Ilona, nata nel 2001. 

A Fiumicino non si vedeva tanto entusiasmo da decenni. Quando è sbarcato, si sono riviste scene da calcio-boom anni ’80. Sembrava una rockstar, non solo per il look. E come benvenuto, la folla gli ha subito fatto sparire gli occhiali da sole molto glam. 

Sarà anche matto come un cavallo, ma se imbrocca l’anno giusto e sta lontano da infortuni e tentazioni, resta una fuoriserie. Che a Lotito è costata quanto un’utilitaria. 

CHRISTIAN GIORDANO © 
Guerin Sportivo ©, agosto 2011



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