Un cuore che Bate: per Cassano

Il cuore a Milano per Antonio, la testa al Barcellona, le gambe a Minsk. Almeno per un'ora. Quando l'Ibra di Champions League somiglia sempre più a quello di campionato, e al Dinamo Stadium di Minsk c'è solo il Milan. Che riesce a dedicare a Cassano solo il gol dello svedese, e non la vittoria, lasciata sul palo centrato da Robinho.

Boateng ci ha provato in tutti i modi per far vedere un'altra volta che sotto il suo 27 batteva forte il 99 di Cassano, ma Gutor ha fatto la partita della vita. Come tutto il Bate, che su un errore - di fondamentali difensivi, prima ancora che di ingenuità - di Abate, ha riacciuffato una partita che poi, in contropiede, stava quasi per vincere. Sarebbe stata un'impresa, ma sarebbe stato troppo. Allegri invece se ne va col muso, più che per i due punti persi, per il rischio di perdere Nesta, uscito per un rsisntimento all'adduttore. Rischio rientrato con la squadra negli spogliatoi: "niente di preoccupante".

Smaltita l'amarezza di una vittoria buttata, restano le buone notizie: i tanti amici (anche fra Inter e Juve) che sono andati a trovare Antonio, il debutto in Champions, a 18 anni, di un figlio d'arte dal cognome pesante, Simone Andrea Ganz. E quel punticino che, col 4-0 del Barcellona a Plzen, ha mandato agli ottavi Milan e Barca. In quale ordine si deciderà il 23 novembre a San Siro. Magari potesse deciderlo "Fantantonio". 
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

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