FOOTBALL PORTRAITS - Ianis Hagi, buon sinistro non mente
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Nel calcio il vecchio detto "tale padre, tale figlio" non è così scontato. Specie se il papà è un ribelle dal mancino fatato e il caratterino da Maradona dei Carpazi.
Del figlio di Hagi, però, si parlava come di un predestinato da prima ancora che Ianis, nel 2008 a dieci anni, lasciasse il vivaio della Steaua Bucarest - la squadra di cui Gheorge fu simbolo - per entrare nella accademia fondata l'anno dopo dal miglior giocatore romeno di sempre. Gheorge lo raccomandava già agli addetti ai lavori nel 2010, e con un trasporto che tradiva qualcosa di più del naturale orgoglio paterno.
Terza amichevole precampionato a Moena e primi segnali di cosa è capace Hagi Junior. Contro il Trapani, Paulo Sousa lo ha schierato in mediana accanto a Borja Valero nel 4231. Ma anche in posizione più arretrata ha regalato lampi di classe pura. Come il rigore procurato, e poi trasformato da Pepito Rossi. E la magia che ha messo Zarate davanti al portiere.
Gli è mancato solo il gol, che rispetto al padre non è - ancora - la sua specialità. Ma se si irrobustirà fisicamente, e non lo schiacceranno coi confronti: la Viola con Ianis ha forse trovato un campioncino che sogna di diventare come papà. Uno capace di fare innamorare indifferentemente Real Madrid e Barcellona, Brescia e Galatasaray, di regalare magie come questa. Perché a volte, nel calcio, buon sinistro non mente.
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