Fiorentina-Juventus: da Baggio a Comisso è sempre calcio storico


Il primo, dopo 17 anni di Della Valle brothers e per Rocco Commisso, ex tifoso bianconero, presidente: già per questo sarà storico. Ma di "storico", ogni un Fiorentina-Juventus, ha sopra (e prima di) tutto il passato. E una rivalità, a volte goliardica, più spesso feroce, che non risale soltanto allo scudetto '82.

Certo, dal gol annullato all'ultima giornata a Ciccio Graziani, cuore Toro e romanista, è nata la rivalità moderna. Il 16 maggio lo 0-0 dei viola col Cagliari e, a Catanzaro, il rigore d'addio di Brady cucirono sul bianconero la seconda stella; con in coda - velenosissima - lo Zeffirelli sulle noccioline paramafiose di Boniperti (che ci vinse una causa da 40 milioni di lire), e il perfido "metalmeccanico" sibilato dal conte Pontello all'Avvocato Agnelli.

Ma è anagrammandolo, quell'82, che tutto cominciò: nel '28, il 7 ottobre, con l'11 a 0 a Torino ; campionato Divisione Nazionale, girone B. Si giocò al campo di Corso Marsiglia, contro una Viola ripescata e zeppa di dilettanti. "Un…dici nulla?" satireggiò in fiorentino la stampa torinese, e fra Arno e Po nulla sarebbe stato più come prima. 

Allo stadio come sul mercato, segnato da tradimenti veri o presunti (l'ultimo, Bernardeschi; per il prossimo, forse, citofonare Chiesa) e da sgarbi reciproci più o meno riusciti (da Jovetic a Berbatov).

L'11 maggio '75, una Juve troppo sicura del 16-esimo scudetto prese quattro gol (a uno): uno per ogni cassa di champagne che il custode viola dell'allora Comunale aveva visto negli spogliatoi.

Una storia simile ai palloncini dei Lakers fatti scoppiare dai Celtics nella finale NBA del '69; non per caso l'anno in cui, col 2-1 del 19 gennaio, la Viola yé-yé di "Picchio" De Sisti e "Cavallo pazzo" Chiarugi spiccò il voloverso lo storico bis del tricolore '56. 

Ma il vero evo moderno della discordia nasce con l'1-0 viola del 6 aprile '91: il ritorno di Baggio a Firenze. Undici mesi prima, l'estate delle notti magiche incombe: e alle 13:48 del 17 maggio, neanche ventiquattr'ore dopo la seconda finale UEFA (0-0 sul neutro di Avellino), Roby dopo mille pressioni (non ultima quella del suo procuratore Antonio Caliendo) salta il fosso. Per (si dice) 25 miliardi, no: 18; anzi 11 e mezzo più il cartellino di Renato Buso.

Firma - è il caso di dirlo: nero su bianco - nello studio di Luca Cordero di Montezemolo in via della Camilluccia, a Roma. 

E piazza Savonarola (sede del club), ça va sans dire, brucia: cinquanta feriti, 15 arresti e 54 fermati il bilancio sul tavolo del questore Filippo Fiorello dopo le cariche di duecento agenti di polizia.

Pontello, esiliato come Dante nel Trecento, dovrà lasciare la città reo di aver ceduto l'unico erede del bell'Antogno.

Il rigore conquistato (su Salvatori) e rifiutato, che poi De Agostini si farà parare, Maifredi che lo richiama in panca al 64', la sciarpa raccolta, il saluto sotto alla "Fiesole": li abbiamo rivisti e raccontati all'infinito.

Non così mediatici ma, al Franchi, non meno vivi nel ricordo il back-to-back viola del '98: il 3-0 del 22 febbraio; l'1-0 mitragliato da Batistuta sotto la Fiesole il 13 dicembre; ma anche lo 0-5, il 17marzo 2012, della prima Juve di Conte.

Il 20 ottobre dell'anno dopo, quella di Tévez e Pogba - per l'esultanza alla "Batigol", simile a quella fatta a Torino dal Conte ancora giocatore - sarà punita con la rimonta della Viola di Montella: 4-2 in un quarto d'ora con tripletta di "Pepito" Rossi.

Al Franchi stavolta si giocherà alle 15, più per compiacere i mercati asiatici che per un genuino ritorno allo storico passato. Quello, ogni Fiorentina-Juventus, dura ormai da un secolo.
OER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

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