Kermit Washington - Il nero dentro
di CHRISTIAN GIORDANO
Mai stato fortunato, Kermit Alan Washington.
Mai stato fortunato, Kermit Alan Washington.
Nato il 17 settembre 1951 nella capitale di cui
porta il nome, trascorse un’infanzia che sarebbe eufemistico definire difficile, la sua sembrava una delle poche storie a lieto fine di chi, grazie al basket, ce l’aveva fatta a uscire dal ghetto. Invece, Kermit il nero della pelle l’aveva anche
dentro.
Archiviati i 20 punti e 20 rimbalzi di media come centro alla American University, fu scelto dai Los Angeles Lakers al primo giro del Draft NBA del 1973.
All’inizio della sua avventura nei pro’, faticò parecchio a riciclarsi come ala grande (memorabili i sermoni che gli propinava il leggendario veterano Jerry West). Poi, grazie al lavoro specifico svolto due volte la settimana con Pete Newell – il coach che lo aveva portato a Houston e ideatore del celebre e omonimo camp dedicato ai big men – diventò un affidabile bodyguard di Kareem Abdul-Jabbar, all’epoca il miglior giocatore della lega e in quanto tale sistematicamente tartassato dagli avversari.
Unanimemente considerato come ragazzo d’oro fuori del campo, dopo l’incidente, “Special K”, come era stato ribattezzato per il lavoro sporco che sbrigava in area, non fu più lui.
Sballottato a Boston, San Diego, Portland e Golden State, in campo e fuori seguì e subì un declino inarrestabile.
Il resto ce lo misero il divorzio da Pat, l’ostracismo degli addetti ai lavori nell’assegnargli qualunque ruolo tecnico e infine le difficoltà finanziarie legate al flop del suo ristorante, “Le Slam Sports Café”.
Mentre tutti continuano a riconoscerlo come colui che sferrò il pugno a Rudy T, nessuno ricorda gli ingenti fondi che, grazie a un popolare programma radiofonico, ha raccolto e devoluto in favore dei Paesi africani meno sviluppati, anche se pure nel fare beneficenza Kermit è riuscito a cacciarsi nei guai (per una storiaccia di presunti fondi sottratti).
Quel pugno che per poco non toglieva la vita a Tomjanovich, lo ha privato della sua e gliene ha restituita un’altra; ma era Kermit a non essere più se stesso.
Commenti
Posta un commento