FOOTBALL PORTRAITS - Fowler, In God They Trust (2006)
"We all live in a Robbie Fowler House"
- coro della Kop sulle note di Yellow Submarine
Christian Giordano ©
Guerin Sportivo © (2006)
Rafael Benítez è tutto tranne che romantico. Sul pragmatismo ha costruito da allenatore quella carriera da campione invano inseguita da calciatore. In viaggio di nozze fece tappa, con la signora Montserrat, a Milanello per studiare lo squadrone (ai tempi) di Capello. Ovvio che uno così abbia fatto i suoi bravi conti prima di riportare all’ovile, dopo quattro anni, il figliol prodigo Robbie Fowler.
La favola era troppo bella per non avere lieto fine. Liverpudlian dentro, nato (il 9 aprile 1975) e cresciuto nel ghetto di Toxteth, non a caso teatro dei gravi disordini dell’81, tifoso dell’Everton da generazioni come una bella fetta di quartiere, “God” (dio) era diventato il simbolo della riva opposta del fiume Mersey ben oltre la messe di gol segnati, 171 in 330 uscite, col Liverpool.
«Mi sento come come un bambino che si sveglia sapendo che tutti i giorni è Natale – dichiarò il 27 gennaio 2006, giorno in cui è stato ufficializzato il suo trasferimento a parametro zero dal Manchester City – Da quando me ne sono andato (nel novembre 2001, ndr) ho sognato di tornare a vestire questa maglia. È una sensazione incredibile, il sogno diventato realtà».
E che pareva impossibile, anche se già in estate Benítez ci aveva provato. Poi l’ennesimo infortunio (stavolta alla schiena) aveva bloccato tutto.
Il nuovo debutto con la sua seconda pelle avviene ad Anfield, contro il Birmingham, il primo febbraio. In vantaggio col “solito” Gerrard, i Reds si fanno raggiungere dall’incredibile autogol di Xabi Alonso, così il mago Rafa gioca la carta Fowler. Neanche il tempo di capire che Robbie indossa l’11 e non più il 9 o il 23 ed ecco la perla: a centro area inventa una rovesciata, quella sì da favola, che avrebbe significato la vittoria e un ritorno da raccontare ai nipotini.
Il nuovo debutto con la sua seconda pelle avviene ad Anfield, contro il Birmingham, il primo febbraio. In vantaggio col “solito” Gerrard, i Reds si fanno raggiungere dall’incredibile autogol di Xabi Alonso, così il mago Rafa gioca la carta Fowler. Neanche il tempo di capire che Robbie indossa l’11 e non più il 9 o il 23 ed ecco la perla: a centro area inventa una rovesciata, quella sì da favola, che avrebbe significato la vittoria e un ritorno da raccontare ai nipotini.
Invece un guardalinee alza la bandierina e l’arbitro annulla. Fine un po’ meno lieto, anche se Benítez è contento lo stesso: «L’esordio di Robbie è una delle poche note positive della partita. Ha giocato poco, ma si è visto quanto può essere importante. In area è scaltro, veloce, rapido e ci consente nuove opzioni sottorete. Il gol sarebbe stato la perfetta conclusione della favola».
Cominciata alla Nugent Secondary school, quando Robert Bernard, figlio di Bobby, ferroviere ed ex buon centrocampista dilettante, viene scartato dai “Toffeemen” perché «troppo piccolo gracile: non diventerà mai un professionista». Destino vuole che venga scelto dai Liverpool Schools Under 14. Lì lo nota l’osservatore Jim Aspinall e due anni più tardi, il 23 aprile, un paio di settimane dopo il 17esimo compleanno, firma da “trainee” il primo cartellino da professionista.
L’estate successiva vince con l’Inghilterra l’Europeo Under 18 e il 22 settembre Graeme Souness lo fa debuttare in prima squadra contro il Fulham in Coppa di Lega. Fowler segna un gol nel 3-1 dell’andata e l’intero 5-0 del ritorno (quarto giocatore nella storia del Liverpool a centrare la cinquina). È nata una stella.
L’estate successiva vince con l’Inghilterra l’Europeo Under 18 e il 22 settembre Graeme Souness lo fa debuttare in prima squadra contro il Fulham in Coppa di Lega. Fowler segna un gol nel 3-1 dell’andata e l’intero 5-0 del ritorno (quarto giocatore nella storia del Liverpool a centrare la cinquina). È nata una stella.
Alla quinta presenza in campionato, contro il Southampton, prima tripletta in Premiership. I 12 gol in 13 gare gli valgono l’esordio, a Serravalle il 17 novembre ’93, nell’Under 21: 4-0 contro San Marino, gli bastano 4’ per aprire le marcature. L’anno da matricola si chiude con 18 gol in 34 partite (top scorer dei suoi), nonostante i due mesi persi per la microfrattura a una caviglia, e la vittoria con l’U21 nel torneo annuale di Tolone. Il 94-95 inizia con la storica hat-trick di Highbury contro l’Arsenal. Seaman raccoglie tre volte il pallone in fondo al sacco in appena 4’32”, la tripletta più veloce della storia del calcio inglese. In novembre arriva la prima espulsione, succede nell’Under 21 contro l’Albania.
Nel Boxing Day (Santo Stefano) ecco la prima grana (più multa) con la FA, per l’incidente a Leicester. In campo, va sempre meglio: 31 gol, primo giocatore del Liverpool a scollinare i 30 gol stagionali da sei anni. Sempre presente nella formazione che vince la Coppa di Lega, conquista il premio PFA di Giovane dell’anno e la nazionale “B”.
Nel Boxing Day (Santo Stefano) ecco la prima grana (più multa) con la FA, per l’incidente a Leicester. In campo, va sempre meglio: 31 gol, primo giocatore del Liverpool a scollinare i 30 gol stagionali da sei anni. Sempre presente nella formazione che vince la Coppa di Lega, conquista il premio PFA di Giovane dell’anno e la nazionale “B”.
Nel ’96-97, le reti sono 36, nonostante le tante panchine dovute alla presenza di Ian Rush e Stan Collymore, che trascinano la squadra alla finale di FA Cup (persa 0-1 col Man Utd).
Arriva la prima di 24 caps (7 gol) nella nazionale maggiore: il 24 aprile in amichevole a Wembley, Inghilterra-Croazia 0-0. Il 97-98 è l’annus horribilis. In uno scontro col portiere dell’Everton, Thomas Myhre, si rompe i crociati del ginocchio destro. Addio stagione e mondiale. Tornerà, ma non come prima.
L’infortunio di Jamie Redknapp gli consegna i gradi di capitano, alza le 5 coppe del 2001, ma con Houllier e soprattutto con il “secondo” Phil Thompson (con cui viene alle mani) non si trova. Diventa la terza punta dietro Owen e Heskey e dopo due operazioni alla caviglia destra in due anni, per 11 milioni di sterline (uno in meno rispetto all’offerta del Chelsea, accettata dal club ma rifiutata dal giocatore, del dicembre 2000), passa al Leeds United di Terry Venables, dove trova la concorrenza di Mark Viduka, Robbie Keane e Harry Kewell (oggi ai Reds).
Dopo 14 mesi (e altrettante reti in 31 gare), è al Manchester City, dove Kevin Keegan mette sul piatto 6 milioni di pounds per affiancarlo a Nicolas Anelka. Al Main Road, più che i 27 gol in 91 gare (compresi, all’inizio di questa stagione, i 3 allo Scunthorpe nel terzo turno di FA Cup e il terzo nel derby d’andata), ricordano il rigore sbagliato nei secondi finali del campionato scorso che tolse al City il posto in Uefa a beneficio del Middlesbrough. Il resto è storia recente.
Quella passata, assai turbolenta, registra polemiche memorabili. Il sedere ondeggiato in faccia a Graeme LeSaux del Chelsea, del quale era stata messa in dubbio la virilità. Le telefonate anonime dei tifosi dell’Everton ai tabloid per dargli del cocainomane vendicate, dopo il rigore trasformato sotto la curva dei Toffees nel derby dell’aprile 2000, “sniffando” la striscia bianca dell’area: 60.000 sterline di multa dal club, più le 32.000 e le 4+2 giornate di squalifica dalla FA. Le risse al night (setto nasale rotto), gli eccessi compiuti con gli altri “Spice Boys”, l’amicone Steve MacManaman, Collymore e Redknapp, o il compagno di bagordi Paul Gascoigne.
La “liaison pornographique” con Joe Belotti (moglie del David dg del Brighton) nella toilette del Grand Hotel dopo la gara d’addio dell’ex Brighton e Liverpool Jimmy Case. La T-shirt di solidarietà, «Help 500 doCKs sacked», per i portuali appena licenziati a Liverpool ed esibita (ma con le iniziali del famoso stilista in sospetta evidenza) dopo il gol nell’1-1 in trasferta di Coppa delle Coppe, il 6 marzo ’97 contro i norvegesi del Brann Bergen: 2000 franchi svizzeri la sanzione Uefa. Nonostante tutto è facile capire perché Benítez si sia imbarcato in questa avventura. Intanto il basso, per non dire nullo, fattore di rischio.
La soluzione fa comodo a tutti: il Man City risparmia 750.000 sterline di ingaggio, che il giocatore si è autoridotto (da 35 a 20 mila pounds la settimana) pur di tornare a casa.
La soluzione fa comodo a tutti: il Man City risparmia 750.000 sterline di ingaggio, che il giocatore si è autoridotto (da 35 a 20 mila pounds la settimana) pur di tornare a casa.
Il Liverpool ha un’arma offensiva in più. Necessaria, vista l’idiosincrasia al gol di Djibril Cissé (una testa matta con problemi più seri, vedi la polizia allertata dalla moglie incinta);
Peter Crouch, che per sbloccarsi ci ha messo 24 ore ma di gioco (87,540 secondi, per la precisione), e per giunta su autorete del Wigan;
Neil Mellor, dato in prestito proprio al Wigan, e Florent Sinama-Pongolle, cui toccherà identica sorte al Blackburn Rovers;
e gli acciacchi di Kewell, un esterno, e Fernando Morientes, centravanti fra i più completi della Premiership ma certo non uno sfondareti.
Ma quello fra il piccolo grande uomo-gol (1,76 x 73) e i Reds, garantito per sei mesi (e strapagato dalle magliette vendute), è più che un matrimonio di convenienza. Per la Kop lui non è solo un altro Scouser come Gerrard e Carragher, ma il più kopite di tutti che va allo stadio Atatürk di Istanbul per tifare Liverpool in finale di Champions League pur essendo... un giocatore del Man City.
Ma quello fra il piccolo grande uomo-gol (1,76 x 73) e i Reds, garantito per sei mesi (e strapagato dalle magliette vendute), è più che un matrimonio di convenienza. Per la Kop lui non è solo un altro Scouser come Gerrard e Carragher, ma il più kopite di tutti che va allo stadio Atatürk di Istanbul per tifare Liverpool in finale di Champions League pur essendo... un giocatore del Man City.
È “God”, e pazienza se da quel maledetto incidente non è più stato... Lui. Sarà per sempre idolatrato perché in campo, pur appesantito dagli anni e dai soldi (è il quarto giocatore più ricco d’Inghilterra, possiede 85 case), non ha mai fatto calcoli, solo gol.
"We all live in a Robbie Fowler House"
- coro della Kop sulle note di Yellow Submarine
Christian Giordano ©, Guerin Sportivo © (2006)
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