Guben e Gubin: una storia tedesca
5 Sep 2024 - Corriere della Sera
di Danilo Taino
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I fondi di caffè sono confusi quando li interroghiamo su cosa è successo in Germania domenica scorsa (1. settembre 2024, ndr). Che radici hanno la vittoria dei partiti di estrema destra ed estrema sinistra in Turingia e Sassonia, e il crollo dei partiti al governo?
Il terremoto politico ha parecchie origini. Ce n’è una che, nei giorni scorsi, è stata poco citata ma che ha un suo rilievo. Negli anni Novanta del secolo scorso, diventarono famose due città che avrebbero potuto essere una ma erano divise dal fiume Neisse: Guben sul lato tedesco, in quella che era stata la Germania dell’est, Gubin su quello polacco. Cittadine gemelle.
Dopo la caduta dell’impero sovietico, a Guben il governo tedesco investì molto per modernizzare infrastrutture, costruire case, asfaltare strade, cablare la città. Incorporò nel sistema di welfare e nelle regole nazionali i cinque Länder orientali, ex comunisti.
Nella povera Polonia, al tempo fuori dalla UE, niente di tutto questo. Il risultato fu che, un decennio dopo il 1990, Guben aveva attratto 800 piccole e medie imprese, Gubin 2.500 nonostante strade strette e piene di buche. Anche l’occupazione era più alta sul versante polacco e i tedeschi di Guben attraversavano il Neisse per comprare a prezzi più bassi.
In Germania la ricetta era: sussidi all’est (dal 1990, tra i 1.600 e i 2.000 miliardi di euro), tasse elevate, molte regole. In Polonia, anche viste le poche risorse finanziarie, libero mercato.
Che cosa c’entra con le elezioni di domenica scorsa? In tutti i Paesi dell’est europeo c’è un disagio, spesso un risentimento, verso l’ovest del continente che dovevano copiare, anche per aderire alla UE: gli sviluppi positivi erano merito degli occidentali, quelli negativi erano colpa dell’arretratezza dei cittadini dell’est. Almeno, questa è stata la percezione di molti. Polacchi, cechi, sloveni hanno però costruito la rinascita con i loro sforzi. E ne vanno fieri. Lo stesso non vale per gli Ossie, i tedeschi dell’est, ai quali sembra sempre di essere in debito per i sussidi ricevuti dai Wessi dell’ovest.
Ci sono molte altre ragioni per il voto di pochi giorni fa: errori di Angela Merkel, la debolezza di Olaf Scholz, lo spopolamento delle città e dei villaggi, la fuga a Ovest delle ragazze che ha lasciato molti giovani maschi disadattati e preda di ideologie estreme. E altro. Ma non ultima è l’idea che a loro, gli Ossie, sia stata rubata la stima di se stessi.
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