Gaza, immigrati, lavoro: nella sua città-partito cresce la rabbia anti-spd

Reddito garanzia non basta La misura scatena l’ira contro i “lavativi”. Anche i Verdi presi di mira

La ragione di Stato e la difesa di Israele non possono scavalcare il diritto internazionale Serdar Yüksel (candidato Spd)
Paura nera Afd Nel centro della Ruhr, ex cuore industriale del Paese, stracciati i manifesti dei socialdemocratici che qui vincono dal ’61: il peso del voto Cdu, Csu e liberali con l’estrema destra sui migranti

10 Feb 2025 - Il Fatto Quotidiano
» Romaric Godin
10 Feb 2025 - Il Fatto Quotidiano
Traduzione di Luana De Micco

Agennaio, molti manifesti elettorali per le elezioni federali del 23 febbraio in Germania sono stati strappati o imbrattati a Bochum. Finora era successo molto raramente in questa tranquilla città della Ruhr, mentre questa volta la polizia parla di un fenomeno su vasta scala. Vengono presi di mira soprattutto i manifesti del Partito Socialdemocratico (SPD). Serdar Yüksel, candidato SPD nella prima circoscrizione della città, ha parlato di “attacchi” e sporgerà denuncia. Il simbolo è forte: a Bochum, L’SPD non è solo un partito, è un’istituzione. La città, 300.000 abitanti, tra Essen e Dortmund, è governata dal 1946 da un sindaco socialdemocratico. Dal 1961, anche i due deputati della città, eletti con scrutinio maggioritario, sono socialdemocratici. Come nelle città vicine, la presenza dell’spd si è radicata sul tessuto industriale locale, dove partito e sindacato formavano un tutto, garantendo buoni redditi e benefici sociali. Poi, negli anni Settanta, le miniere di carbone hanno chiuso, trasformate in monumenti o musei, e, una dopo l’altra, anche le fabbriche hanno cominciato a chiudere. Nel 2014, l’enorme stabilimento Opel, l’impianto storico del marchio, si è fermato. I posti di lavoro si sono riconvertiti nei servizi alla persona, nella logistica e nell’edilizia, spesso con una significativa perdita di reddito. Il principale datore di lavoro della città è diventato l’università della Ruhr, mentre l’industria, con, in particolare, la grande acciaieria Thyssenkrupp, conta solo il 17% dei posti di lavoro a Bochum.

QUESTI CAMBIAMENTI hanno via via eroso la presenza dell’spd a Bochum. Tra il 1961 e il 2005, tutti i candidati SPD sono stati eletti qui con la maggioranza assoluta. Nel 1998, il candidato del partito aveva ottenuto il 60,7% dei voti. Nel 2021, dopo le riforme Schröder, L’SPD ha vinto con il 38,3% dei voti, perdendo 22,4 punti in ventitré anni. Oggi la formazione guidata dal socialdemocratico Olaf Scholz rischia ancora di perdere piede nella sua storica roccaforte. Le europee del 2024 (che avevano conosciuto un’astensione molto forte del 37%) hanno confermato la tendenza: L’SPD, con il 21,9% dei voti a Bochum, è stata superata per la prima volta dalla CDU; con il 23,4%. Il segnale è chiaro. Nella sede dell’spd, a Bochum, che è anche sede DELL’IGBCE regionale, il sindacato dei minatori, della chimica e dell’energia, ci accoglie Serdar Yüksel, 51 anni, figlio ’’di immigrati curdi dalla Turchia. Il candidato al Bundestag vuole incarnare questa città laboriosa e multiculturale “dove 160 nazioni vivono fianco a fianco”. Ma non lo nega: “È la campagna elettorale più difficile per L’SPD da molto tempo”. “L’insoddisfazione per la politica che si fa a Berlino è immensa”, aggiunge. Il Cancelliere uscente è molto impopolare a Bochum. Per la sua campagna, Serdar Yüksel sta prendendo le distanze dall’spd nazionale anche su temi delicati come Gaza: “La ragione di Stato e la difesa di Israele – sostiene - non possono scavalcare il diritto internazionale”. Una volta al Bundestag, Yüksel si opporrà alla fornitura di armi allo Stato ebraico. Nelle strade di Bochum, i manifesti elettorali più numerosi sono quelli dell’mlpd, il Partito marxista-leninista tedesco, un partito neo-maoista il cui slogan è “make socialism great again”. Che però alle europee del 2024, aveva ottenuto solo 180 voti in città. Ma a Bochum, come nel resto della Germania, a preoccupare non è L’MLPD, ma il partito di estrema destra AFD (Alternative für Deutschland), i cui manifesti invece sono pochi e discreti. “Sono i media a fare campagna per loro”, osserva un attivista Verde di Herne. A Bochum, l’afd è meno radicato che nel resto della Germania. Alle europee, il partito ha ottenuto l’11,9% dei voti, quattro punti sotto la media federale. Alle elezioni federali del 2021 il distacco era più o meno lo stesso nella prima circoscrizione, mentre nella seconda circoscrizione l’afd aveva ottenuto il 9,8%. A Bochum, come altrove in Germania, il tema dell’immigrazione è al centro della campagna, ancora di più dopo gli attentati di Magdeburgo e Aschaffenburg. La storia della città ha conosciuto diverse ondate migratorie che hanno alimentato l’economia locale, dagli italiani ai turchi, passando per gli spagnoli, i greci e, più recentemente, i siriani. “Tradizionalmente, nella Ruhr, non abbiamo problemi con gli immigrati, siamo una società aperta e solida”, osserva Bernhard Koolen, portavoce del partito di sinistra Die Linke a Bochum. E del resto, il 19 gennaio scorso, quasi 13.000 persone si sono riunite davanti al municipio della città per protestare contro la AFD.


MA BOCHUM non è immune all’ascesa dell'estremismo di destra. In un tipico caffè-ristorante di Wattenscheid, ex città mineraria annessa a Bochum negli anni 70, un gruppo di anziani si ritrova nel pomeriggio a giocare a carte. Uno di loro ammette che vota AFD: “Sul terrorismo, l’economia e i migranti hanno sempre avuto ragione, e ora tutti gli altri partiti dicono la stessa cosa”. Per contrastare l’ascesa dell’afd, i partiti di sinistra cercano di mobilitarsi sui temi sociali. Cansin Köktürk, assistente sociale e autrice nota per il suo impegno nella lotta alla povertà, candidata per Die Linke nella prima circoscrizione, sta facendo una campagna molto vicina alla gente: “Per rispondere alla rabbia e alla disperazione delle persone, bisogna ascoltarle”. Il partito prepara una campagna porta a porta rivolta a più di 8.000 famiglie nella circoscrizione. Die Linke, che aveva fatto il 13% a Bochum nel 2009, ha ottenuto solo il 4,1% nel 2021 e il 3,4% alle europee. Tra Bochum e Wattenscheid si trova la fabbrica Thyssenkrupp, ultimo santuario dell’industria locale, duramente colpita dalla crisi degli ultimi due anni. Gli abitanti della città sono preoccupati, mentre Serdar Yüksel resta ottimista: “Bochum ha cambiato continuamente il suo modello di business negli ultimi 150 anni. Supereremo anche questa crisi”. L’inflazione e l’economia restano uno dei temi dominanti della campagna in una regione afflitta da povertà e disoccupazione. Secondo un rapporto dell’associazione Der Paritärische, il tasso di povertà a Bochum era del 20,8% nel 2023, leggermente inferiore a quello della Ruhr (22,1%), ma ben al di sopra della media tedesca (16,8%). La riconversione si è fatta a caro prezzo: i posti di lavoro sono spesso meno retribuiti e spesso sono part-time. La sottoccupazione, il numero cioè di persone occupate ma che vorrebbero lavorare di più, è pari al 12,3% della popolazione attiva. Malgrado la riforma dell’hartz IV, il reddito di garanzia, il risentimento è alto. 


Nel caffè di Wattenscheid, c’è chi se la prende con i “lavativi” che ricevono il “Bürgergeld”, il nuovo sussidio contro la povertà, “senza fare nulla”. C’è anche chi se la prende con i Verdi. Il partito ecologista ha ottenuto il 10% dei voti alle europee a Wattenscheid. In un bar della August-bebel Platz, dal nome del fondatore dell’spd, un gruppo di quarantenni attribuisce le difficoltà dell’industria tedesca “alle farneticazioni dei Verdi sulle norme ambientali”. Secondo loro, la CDU di Friedrich Merz sarà in grado di invertire le tendenze.

LA CANDIDATA verde per la seconda circoscrizione di Bochum, Anna di Bari, 25 anni, racconta di ricevere talvolta accoglienze non proprio cordiali: “Verdi? Dovreste sparire!”, le ha urlato qualcuno. Ma ritiene anche che le persone si stanno rendendo conto un po’ alla volta che le critiche rivolte ai Verdi “fanno comodo per nascondere l’assenza di proposte in materia di trasformazione ecologica”. Il 30 gennaio, il chiosco blu della CDU, davanti alla stazione di Bochum, è stato imbrattato. Nella notte è comparsa la scritta: “Merz porterà l’afd al potere”. Il giorno prima, per la prima volta nella storia della Germania, CDU, CSU e FDP avevano votato la stretta sulla politica migratoria insieme all’estrema destra. L’onda di choc ha raggiunto le strade di Bochum, dove si sono moltiplicate le manifestazioni. “Queste elezioni sono un momento decisivo per la Repubblica federale e per la democrazia – osserva Serdar Yüksel -. Non c’è mai stato un tale spostamento verso l’estrema destra e il pericolo di un’alleanza tra AFD e CDU è reale”. “Fino a qualche settimana fa pensavo che un’alleanza di questo tipo fosse impossibile - osserva anche Anna di Bari -. Ora penso che lo scenario austriaco non sia più da escludere”.

***

MINIERE E OPEL KAPUTT, RESTA THYSSEN MA... SINDACATO e partito nella Ruhr hanno camminato a braccetto per anni. La crisi legata alla chiusure delle miniere e dal 2014 a quella dello stabilimento Opel ha dato un colpo durissimo all’occupazione. L’industria - con l’acciaieria Thyssen - conta solo il 17% dei posti di lavoro. E le politiche di sinistra sembrano non convincere più.

Commenti

Post popolari in questo blog

Dalla periferia del continente al Grand Continent

Chi sono Augusto e Giorgio Perfetti, i fratelli nella Top 10 dei più ricchi d’Italia?

I 100 cattivi del calcio