André, l'uomo chiave


Benjamin André, qui davanti a Mathis Amougou, 
durante la sconfitta del Lille per 1-0 a Saint-Étienne il 13 settembre.

Il capitano del Lille ha chiuso l'anno con una bella prestazione a Marsiglia sabato scorso. 
E ha svolto un ruolo fondamentale nell'attuale successo dei Dogues.

16 dicembre 2024 - L'Équipe
NATHAN GOURDOL

MARSIGLIA - Anche se il pubblico del Vélodrome non lo ha risparmiato - un buon indicatore della sua prestazione nell'1-1 di sabato tra OM e Lille - c'è stato un marsigliese che è andato subito da Benjamin André del Lille e lo ha abbracciato alla fine: Fabrizio Ravanelli. Oggi consulente del club olimpico, l'italiano aveva conosciuto André durante il suo breve periodo all'Ajaccio nel 2013 (12 partite sotto la sua gestione) e si era innamorato del centrocampista.

A undici anni di distanza, Ravanelli ha messo da parte il suo cuore marsigliese per salutare i progressi del suo ex compagno di squadra, il giocatore di movimento in attività col maggior numero di presenze in Ligue 1 (421). Dopo aver pensato di raggiungere Christophe Galtier all'Al-Duhail (Qatar) in estate, André (34 anni, contratto fino al 2026) sta vivendo uno dei suoi periodi migliori.

Bruno Genesio ha fatto ruotare tutti i suoi giocatori (tranne il portiere) in una lista di impegni gargantuesca (25 partite dal 6 agosto), ma mai il suo capitano, che ha tirato il fiato solo quando è stato squalificato (col Reims alla prima giornata; a Monaco all'ottava; e lo sarà di nuovo venerdì a Rouen negli ottavi di Coppa di Francia).

“Geniale”, a detta di tutti coloro che lo hanno incontrato

E quando il centrocampo si è spopolato, l'ex Rennes ha mantenuto la rotta per accompagnare i promettenti Ayyoub Bouaddi (17) e Ngal'ayel Mukau (20). Anzi, è stato lui a tracciare la rotta: quando lui sta bene, la squadra lo segue, e viceversa quando lui non sta bene. Durante la serie di quattro sconfitte di fine agosto/inizio settembre, Genesio ha osservato: “Credo che in questo momento Benjamin voglia risolvere così tanti problemi in campo che può finire per disperdersi troppo”. Giocatore “geniale”, a detta di tutti coloro che sono entrati in contatto con lui, André ha subito recepito il messaggio, contribuendo a stabilizzare una squadra che da allora è rimasta imbattuta per 16 partite (9 vittorie, 7 pareggi).

“Abbiamo superato la pagella del primo trimestre, ma dobbiamo confermarla, e questa è la parte più difficile”, ha commentato martedì. Mentre il duo Olivier Létang e Bruno Genesio è pieno di ambizioni, André è il garante dello spirito vincente nello spogliatoio. “È LE Dogue. Rappresenta tutto, è l'anima della squadra”, ha detto Fernando D'Amico, ex centrocampista del Lione (1999-2003).

Intelligente in fase difensiva - anche se è co-leader dei giocatori più ammoniti in Ligue 1 (7) - André brilla ancora in aria (45 duelli vinti, 2° miglior totale) ma è anche nella top 5 dei registi più influenti (86 passaggi in avanti, 85 passaggi nell'ultimo terzo di campo). André è entrato in corsa per la presidenza della Federazione francese nella lista di Pierre Samsonoff, battuta sabato da quella di Philippe Diallo, con l'obiettivo di difendere il calcio dilettantistico e partecipare al dibattito sui calendari sovraffollati. Per il momento, la sua voce rimarrà confinata al Lille, che certo non se ne lamenterà.

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André, l’homme clé

Le capitaine du LOSC a terminé son année par un match plein à Marseille, samedi. La part du capitaine du LOSC dans la réussite actuelle des Dogues est majeure.

16 Dec 2024 - L'Équipe
NATHAN GOURDOL
André, l’homme clé

MARSEILLE – Si les virages du Vélodrome ne l’ont pas épargné – un bon indicateur de sa performance samedi lors du nul entre l’OM et le LOSC (1-1) –, un Marseillais a foncé droit vers le Lillois Benjamin André pour l’enlacer à la fin: Fabrizio Ravanelli. Désormais conseiller du club olympien, l’Italien avait connu André lors de son bref passage à l’AC Ajaccio en 2013 (12 matches dirigés) et était tombé sous le charme du milieu.

Onze ans plus tard, Ravanelli a donc mis son coeur marseillais entre parenthèses pour saluer le chemin parcouru par son ex-poulain, joueur de champ en activité comptant le plus de matches de L1 (421). Après avoir réfléchi cet été à rejoindre Christophe Galtier à Al-Duhail (Qatar), André (34 ans, sous contrat jusqu’en 2026) vit l’une de ses meilleures périodes.

Bruno Genesio a fait tourner tous ses joueurs (hors gardien) dans un calendrier gargantuesque (25 matches depuis le 6 août), mais jamais son capitaine, qui a soufflé seulement lorsqu’il était suspendu (à Reims, 1re journée ; à Monaco, 8e ; et il le sera encore, vendredi, à Rouen [N], en 32es de finale de la Coupe de France).

« Brillant », selon tous ceux qui l’ont croisé

Et lorsque l’entrejeu a été dépeuplé, l’ancien Rennais a tenu le cap pour accompagner les promesses Ayyoub Bouaddi (17 ans) ou Ngal’ayel Mukau (20 ans). C’est même lui qui l’a fixé: quand il va, l’équipe suit, et réciproquement quand il est moins bien. Lors de la série de quatre revers fin août-début septembre, Genesio l’avait remarqué: «Je pense qu’en ce moment, Benjamin veut tellement régler de problèmes sur le terrain qu’il peut être amené à se disperser.» «Brillant», selon tous ceux qui l’ont croisé, André a vite intégré le message pour stabiliser à nouveau tout un collectif, depuis lancé sur 16 matches d’invincibilité (9 victoires, 7 nuls).

«On a passé le bulletin du premier trimestre, mais il faut confirmer, c’est ce qu’il y a de plus dur » , tempérait-il pourtant mardi. Si le duo Olivier Létang-Bruno Genesio déborde d’ambitions, André est le garant de cet esprit conquérant dans le vestiaire. « C’est LE Dogue. Il représente tout, c’est l’âme» ,résumaitrécemmentl’exmilieunordisteFernandoD’Amico (1999-2003).

Malin dans son travail de harcèlement pour ne jamais franchir la limite – même s’il est coleader des joueurs les plus avertis de L1 (7) –, André rayonne toujours dans le domaine aérien (45 duels gagnés, 2e meilleur total) mais figure aussi dans le top 5 des relanceurs les plus influents (86 passes progressives, 85 passes dans le dernier tiers). Engagé dans la course à la présidence de la FFF sur la liste de Pierre Samsonoff, battue par celle de Philippe Diallo samedi, André voulait défendre le foot amateur et participer au débat sur les calendriers surchargés. Sa voix restera pour l’instant circonscrite au LOSC, qui ne va surtout pas s’en plaindre.

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