Mont Ventoux, il fascino crudele del "Gigante calvo"

di Les Woodland, The Yellow Jersey Companion to the Tour de France 

Il Mont Ventoux, antico vulcano in Provenza, è la salita più temuta nella storia del Tour de France. Non è l’ascesa più lunga né la più dura, ma è una combinazione fra la foresta e l'aria rarefatta dei suoi tornanti più bassi e le cupe, spesso afose e spazzate dal vento rampe di arida pietraia della cima a renderla terribile. 

La sua leggenda si è accresciuta con il quasi fatale collasso di Jean Malléjac nel 1955 e soprattutto la morte di Tom Simpson nel 1967. I corridori lo temevano al punto da doparsi così pesantemente, per affrontarlo, che Antoine Blondin scrisse: «Ci sono pochi ricordi felici di questo calderone di sortilegi. Abbiamo visto corridori ridotti alla follia sotto l’effetto del caldo o degli stimolanti, alcuni che scendevano dai tornanti che pensavano di scalare, altri che brandivano le loro pompe e ci accusavano di assassinio… Uomini che cadevano, lingua a penzoloni, che vendevano l’anima per un goccio d’acqua, per un po’ d’ombra». 

L'altitudine va dai 1909 ai 1912 metri. Storicamente, il primo a esplorarlo fu il poeta italiano Francesco Petrarca, al chiaro di luna del 25 aprile 1336. Corse d’auto vi si sono tenute dal 1902, e anche quelle prime auto pativano la carenza di ossigeno. La prima corsa ciclistica fu il Circuit du Ventoux nel 1935. 

1951
Il Tour lo percorse per la prima volta il 22 luglio 1951, nella 17esima tappa, da Montpellier ad Avignone. I favoriti erano nel gruppo di testa di 12 corridori. Hugo Koblet attaccò in vista dello Chalet Reynard, dove un tornante porta al nudo rettilineo verso la cima, e solo Raphaël Géminiani, Louison Bobet, Gino Bartali e Lucien Lazarides riuscirono a stargli a ruota. Lazarides attaccò a due km dalla vetta e scollinò da solo, seguito da Bartali. 

1955
Il primo dramma arrivò durante l'ascesa del 1955, nell’11esima tappa, da Marsiglia ad Avignone. Jean Malléjac collassò e fu portato all’ospedale che si dimenava e urlava. Il belga Richard van Genechten lui pure collassò ma in maniera meno grave. 
Quello fu l’anno in cui Ferdi Kubler impose un ritmo talmente selvaggio che Géminiani lo avvertì di stare attento, consiglio che l’altro rifiutò. Cominciò a faticare parecchio nell’ultimo chilometro e cadde ripetutamente in discesa, raggiungendo Avignone con 26 minuti di ritardo da Bobet e abbandonando la corsa la sera stessa. 

1967
Nel 1967 Tom Simpson cominciò a sbandare e cadde due volte negli ultimi chilometri. Il dottore del Tour, Pierre Dumas, disse di averlo raggiunto che era già morto, Dumas però continuò a praticargli la respirazione bocca a bocca per cercare di rianimarlo, fino a che un’ambulanza trasportò la salma all’ospedale. La scoperta di droghe nello stomaco di Simpson e di altre nella tasca della sua maglia di gara posero al centro dell’attenzione la questione del doping. 

1958
Il Ventoux non sempre è stato causa di afflizione, però. Charly Gaul sfruttò la cronoscalata del Mont Ventoux per porre le basi della sua vittoria al Tour del 1958. 

1965
Il primo arrivo di tappa in vetta arrivò dopo sette anni, nel 1965, 14esima frazione con partenza da Montpellier (proprio come la 12esima del Tour 2016, ndt). Un arrivo che sembrava talmente duro da consentire a Raymond Poulidor di rifilare a Felice Gimondi un distacco tale da sfilare all'italiano la maglia gialla. Poulidor andò in fuga con Julio Jiménez. I due si aiutarono l’un l’altro fino a che, negli ultimi centro metri e dopo l’ultima curva, Poulidor andò a vincere di sei secondi. Ma i 34 di distacco su Gimondi non bastarono per issarlo al comando, e così Poulidor non indossò mai la maglia gialla. 

2000
L’arrivo in vetta del 2000 si trasformò in una battaglia tra Lance Armstrong e Marco Pantani, lo scalatore più forte che però non riuscì a staccare Armstrong se non negli ultimi metri, con l'americano che si sfilò facilmente per lasciar vincere Pantani. Armstrong disse poi di averlo fatto come tributo a un campione problematico ma Pantani lo prese come un insulto, perché Armstrong sosteneva che Pantani avesse vinto solo perché “lui glielo aveva permesso”. La susseguente battaglia verbale divenne il miglior sottoclou del Tour. 

L'ascesa classica parte da Bédoin (296 metri), dove in piazzetta è appesa alla parete rocciosa una lapide in memoria di Simpson. La strada s'inerpica dolcemente poi sale attraverso la sezione più ripida verso il tornante di St-Estève allo Chalet Reynard (1419 metri), che divide l'ultima vegetazione dalla salita "scoperta" fino all’osservatorio, costruito alla sommità nel 1882. L’ultima sezione, che porta a una pendenza del 10%, è chiusa per neve per gran parte dell’anno. In vetta la temperatura è in genere di 11 gradi in meno rispetto al fondovalle. La distanza totale è di 21 km, con pendenze dall’8% al 14%

Il principale memoriale di Tom Simpson - sovvenzionato dai tifosi britannici e oggi in pessimo stato - è posto sulla destra a due km dalla cima. È facile, in caso di neve o nebbia, non notarlo. Simpson il Mont Ventoux lo definiva «una grossa montagna ficcata in mezzo al nulla e sbiancata dal sole. È un altro mondo lassù tra le nude rocce e il sole accecante. I sassi bianchi riflettono il calore e la polvere ti si appiccica su braccia, gambe e faccia». 
L’ascesa più veloce è stata di Lance Armstrong, 50’ netti all'inseguimento del vincitore Virenque nel 2002. 


Vincitori sul Mont Ventoux:
1958 Charly Gaul 
1965 Raymond Poulidor 
1970 Eddy Merckx 
1972 Bernard Thévenet 
1987 Jean-François (Jeff) Bernard 
2000 Marco Pantani 
2002 Richard Virenque 

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