AUGURI VIGORELLI, GIOIELLO DI MILANO: 90 ANNI LEGGENDARI, DA COPPI AI BEATLES
Il velodromo nato il 28 ottobre ’34 ha ospitato grandi imprese del ciclismo su pista e concerti memorabili. Oggi è anche lo stadio del football americano
8 Nov 2024
La Gazzetta dello Sport
di FRANCO ARTURI
Ho letto che il Vigorelli di Milano ha compiuto 90 anni e la cosa mi ha richiamato alla mente uno dei ricordi più belli della mia infanzia: mio nonno Aldo mi raccontava di quel giorno del ’42 quando era andato con i suoi amici a vedere Coppi che batteva il record dell’ora. Me ne commuovo ancora.Polifunzionale L’attuale Vigorelli nella zona di City Life a Milano. Al centro il campo di football americano che ospita le gare dei Seamen Milano.
- Elio Cortizzi
Anche gli impianti sportivi hanno una vita, e forse un cuore, in particolare quelli, e non sono tanti, che raggiungono questa ragguardevole età. Il Vigorelli è un mito: lei ha citato il giorno dei giorni del primo Fausto (45,798 chilometri percorsi, e aveva solo 23 anni), che subito dopo andò militare in Africa del Nord, insieme a tanti ragazzi italiani, ritornando vivo e sano, ma avendo perso probabilmente molti trionfi potenziali. Intanto, il velodromo soffriva a sua volta del cataclisma bellico, venendo danneggiato seriamente in uno dei bombardamenti degli alleati su Milano e provincia. Negli anni sono seguite molte ricostruzioni, poi risanamenti, e per fortuna l’impianto è vivo e vegeto, essendo diventato ormai da tempo la casa del football americano in versione milanese: all’interno della pista c’è infatti un campo di dimensioni adatte, ora in superficie sintetica.
Si è in parte persa la vocazione ciclistica dell’impianto, un po’ perché è quasi del tutto scoperto, un po’ per le dimensioni della pista, bellissima, ma sensibilmente più lunga di quelle standard dove si disputano le gare titolate. Però non è detta l’ultima parola: almeno nella buona stagione il Vigorelli potrebbe comunque essere un punto di riferimento per allenamenti e per l’avviamento alla pista dei più giovani.
Del resto, è l’intero settore del ciclismo su pista che in Italia è andato progressivamente in crisi e non è certamente quello dei tempi di Sante Gaiardoni o del grande Antonio Maspes, a cui l’impianto è stato intitolato dopo la morte avvenuta nel 2000.
Il velodromo, ora piccolo stadio, è stato arrivo o partenza di grandi corse, come Lombardia, Baracchi, Sanremo e Giro d’Italia, ma è anche entrato nel costume cittadino per aver ospitato concerti storici, come quelli dei Beatles del 1965 e nel 1971 dei Led Zeppelin, quest’ultimo finito molto male per scontri fra pubblico e polizia. Curioso il fatto che per molti anni si è ritenuto che l’inaugurazione risalisse al 1935 mentre bravissimi ricercatori contemporanei hanno documentato che l’atto di nascita dell’impianto è invece del 28 ottobre 1934, come documentato anche da un articolo del Corriere della Sera: l’equivoco nacque e fu tramandato perché nel ’35 cominciò l’utilizzo agonistico, con il tentativo dell’ora di Giuseppe Olmo.
C’è un legame particolarmente forte fra il velodromo e questo giornale: l’idea di costruirlo (dopo la demolizione di un precedente impianto “Sempione”) fu di Giuseppe Vigorelli (da cui il nome), ex pistard, poi industriale e amministratore della Gazzetta dello Sport. Merita una visita rispettosa il vecchio Maspes-Vigorelli, un impianto gioiello che, com’è tipico di Milano, non si impone alla vista: al contrario, è quasi nascosto in un’area ormai non più periferica, fra Corso Sempione e la vecchia Fiera Campionaria, oggi divenuta il quartiere “trendy” di City Life. Ben poco impattante dal punto di vista urbanistico e architettonico, il Vigorelli ha però un’infinità di storie leggendarie da raccontare. Basta volerle ascoltare.
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