Son nouveau Sormano a mano


Quatre ans après sa chute gravissime dans la descente du col italien, le Belge repassera aujourd’hui sur les lieux du drame mais, il l’assure, il n’a plus que des « ondes positives ».

"Ça ne veut plus rien dire de particulier pour moi, 
c’est le passé"
   - REMCO EVENEPOEL

12 Oct 2024 - L'Équipe
DE NOTRE ENVOYÉ SPÉCIAL ALEXANDRE ROOS

SORMANO (ITA) – C’est un enfant terrible du cyclisme, dont le nom provoque un frisson et convoque une réputation. Le Sormano, mis au ban dans les années 1960 pour ses maléfices, ses pentes diaboliques, sa descente périlleuse, arefait quelques apparition s sur la pointe des pieds, mais a été à nouveau condamné il y a quatre ans, après la grave chute de Remco Evenepoel, qui avait basculé dans son dévers au-dessus d’un parapet pour atterrir plusieurs mètres plus bas.Le 15 août 2020, Remco Evenepoel s’était fracturé le bassin après avoir chuté au-dessus d'un parapet dans la descente de Sormano.

L’endroit est pourtant bucolique, champêtre, des sous-bois qui regorgent de champignons, des vaches aux robes caramel dont les cloches tintent dans la brume et partout des affiches qui annoncent des fêtes de la châtaigne, dont on se demande si l’on parle du fruit ou d’autre chose, tant les abords sont quand même un peu sauvages.

Au sommet du col, la statue d’une madonna frêle, fine, veille sur les alentours, juste à côté d’un petit observatoire astronomique, d’une auberge et d’une stèle en hommage à Vincenzo Torriani, l’organisateur du Giro et du Tour de Lombardie à qui l’on doit les premières visites au Sormano. En milieu de semaine, sous la pluie, les cheminées fumaient dans les trattorias du coin, où les ouvriers se pressaient au déjeuner, autour d’un poêle, d’une assiette de polenta brûlante ou de ragoût de sanglier.

Evenepoel est passé par là pour sa reconnaissance du parcours du Tour de Lombardie, il a roulé dans ce virage où il était tombé, bassin fracturé, mais dans le sens inverse, la direction de course préférant éviter le côté le plus dangereux pour la descente, ainsi que de réveiller le souvenir du traumatisme du double champion olympique.

Le mur, indépendant du col luimême, avec ses pourcentages démoniaques, sera lui cette fois évité. «C’est une bonne décision de grimper par ce versant plutôt que d’y descendre, parce qu’évidemment, je ne suis pas le seul à être tombé là, dans ces virages, dans le passé (Jan Bakelants, Laurens De Plus et Simone Petilli, notamment), se réjouissait hier le leader de Soudal-Quick Step. Ce sera plus difficile de manquer le virage cette année qu’il y a quatre ans, c’est positif.»


L’an passé, au lendemain du Tour de Lombardie qui s’achevait à Bergame et ne passait pas par Sormano, le Belge (9e ) s’était rendu sur les lieux du drame avec son épouse, dans une tentative d’exorcisation. «C’était une bonne décision de passer un moment làbas, explique-t-il, pourmoi-même, avec Oumi, de jeter un oeil sur l’endroit où tout s’est passé, essayer d’analyser ce que j’avais mal fait. Ça m’a beaucoup aidé à avoir un peu moins de peur sur les routes par ici, mais aussi de manière générale.»

Evenepoel estime l’épisode digéré. « Ça ne veut plus rien dire de particulier pour moi, c’est le passé, a-t-il poursuivi. J’ai complètement dépassé ce moment, j’ai fait la bascule, physiquement et mentalement, et je n’ai ressenti que des ondes positives en passant le pont .»

Il englobe même cette mésaventure dans son cheminement. « Je pense que, dans un sens, ça m’a rendu plus fort, plus mature, que ça m’a aidé de beaucoup de manières, à accepter les choses un peu plus facilement qu’avant, détaille-t-il. Je crois que, depuis, j’ai accompli de grandes choses. Je peux maintenant passer le pont avec un vélo doré (pour ses deux médailles d’or aux Jeux Olympiques de Paris, sur le contre-lamontre et la course en ligne ), ça dit suffisamment où j’en suis désormais.»

Affronter Tadej Pogacar aujourd’hui dans le Tour de Lombardie le ferait davantage trembloter que de retrouver en course les routes du col de Sormano. Interrogé comme beaucoup sur ses chances de battre le Slovène, il a répondu d’une pirouette: «En arrivant avant lui à Côme. » Une manière comme une autre de reconnaître que l’espoir est mince.

***
Il suo nuovo Sormano a mano

Quattro anni dopo il suo devastante incidente nella discesa del passo italiano, il belga tornerà oggi sul luogo della tragedia ma, assicura, non gli restano che “vibrazioni positive”.

“Non ha più un significato particolare per me, 
È il passato”.
   - REMCO EVENEPOEL

12 ottobre 2024 - L'Équipe
DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE ALEXANDRE ROOS

SORMANO (ITA) - È uno degli enfant terrible del ciclismo, il cui nome provoca un brivido ed evoca una reputazione. Il Sormano, bandito negli anni Sessanta per le sue maledizioni, le sue pendenze diaboliche e la sua discesa pericolosa, ha fatto qualche apparizione in punta di piedi, ma è stato nuovamente condannato quattro anni fa, dopo il grave incidente di Remco Evenepoel, che si è ribaltato su un parapetto nel tratto di discesa ed è atterrato diversi metri più in basso. Il 15 agosto 2020, Remco Evenepoel si è fratturato il bacino dopo essere caduto oltre un parapetto nella discesa di Sormano.

È un luogo bucolico e rurale, con il sottobosco che pullula di funghi, le mucche color caramello che tintinnano i loro campanelli nella nebbia e ovunque manifesti che pubblicizzano le feste della castagna, che ti fanno chiedere se si tratta del frutto o di qualcos'altro, visto che i dintorni sono ancora un po' selvatici.

In cima al passo, la statua di una Madonna esile e fragile veglia sull'area circostante, accanto a un piccolo osservatorio astronomico, a una locanda e a una stele in omaggio a Vincenzo Torriani, l'organizzatore del Giro e del Giro di Lombardia, a cui si devono le prime visite a Sormano. A metà settimana, sotto la pioggia, i camini fumavano nelle trattorie locali, dove gli operai si riunivano per pranzare, attorno a una stufa, con un piatto di polenta calda o di spezzatino di cinghiale.

Evenepoel passò di lì durante la sua ricognizione del percorso del Giro di Lombardia, e percorse la curva dove era caduto con il bacino fratturato, ma in direzione opposta, poiché la direzione di gara preferiva evitare il lato più pericoloso per la discesa, oltre a ravvivare il ricordo del trauma subito dal doppio campione olimpico.

Il Muro, indipendente dal passo stesso, con le sue pendenze demoniache, stavolta sarà evitato. “È una buona decisione quella di salire da questo versante piuttosto che scendere, perché ovviamente non sono l'unico ad essere caduto lì, su quelle curve, in passato (Jan Bakelants, Laurens De Plus e Simone Petilli, in particolare)”, si è rallegrato ieri il leader della Soudal-Quick Step. Quest'anno sarà più difficile sbagliare la curva rispetto a quattro anni fa, quindi è positivo”.

L'anno scorso, all'indomani del Giro di Lombardia, che si è concluso a Bergamo e non è passato da Sormano, il belga (9°) si è recato sul luogo della tragedia con la moglie, nel tentativo di esorcizzare il ricordo. È stata una buona decisione passare un po' di tempo là”, spiega, ”per me stesso, con Oumi, per dare un'occhiata al luogo in cui è successo tutto, per cercare di analizzare cosa ho fatto di sbagliato. Mi ha aiutato molto ad avere meno paura sulle strade di qui, ma anche in generale”.

Evenepoel ritiene che l'episodio sia stato metabolizzato. Non ha più un significato particolare per me, fa parte del passato”, ha continuato. Ho superato completamente quel momento, sono cambiato, fisicamente e mentalmente, e ho sentito solo vibrazioni positive quando ho attraversato il ponte”.

E include anche questa disavventura nel suo viaggio. Penso che, in un certo senso, mi abbia reso più forte, più maturo, che mi abbia aiutato in molti modi ad accettare le cose un po' più facilmente di prima”, spiega. Penso di aver ottenuto molto, da allora. Ora posso attraversare il ponte con una bicicletta color oro (per le sue due medaglie alle Olimpiadi di Parigi, nella cronometro e nella corsa in linea su strada), e questo la dice lunga su dove mi trovo ora”.

Affrontare Tadej Pogačar oggi al Giro di Lombardia lo farebbe tremare più che correre sulle strade del passo di Sormano. Alla domanda, come molti altri, sulle sue possibilità di battere lo sloveno, ha risposto con una piroetta: “Arrivando prima di lui a Como”. Un modo come un altro per riconoscere che le speranze sono poche.

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