LOST SOULS - Allen “Skip” Wise
di Christian Giordano
LOST SOULS: Storie e miti del basket di strada
LOST SOULS: Storie e miti del basket di strada
Quasi ogni playground ha il suo «The greatest who never made it», il più grande a non avercela fatta. E in quello di East Lafayette ancora si narra di chi ha messo sulla mappa cestistica un’intera città. «Io sono originario di Baltimore, Maryland – racconta Steve Norfolk – La ABA vi arrivò nel 1975 e il giocatore che più ricordo, “Skip” Wise, proveniva dalla locale Dunbar High School e lo affrontai con la Baltimore City HS. Era immarcabile e tale sarebbe stato al college, a Clemson. Era un Dr. J prima ancora che ci fosse Dr. J. Ne parlai con Jumpin’ Joe Ward, che aveva frequentato Clemson subito dopo che Skip se n’era andato nella ABA. Mi diceva che il coach non permetteva ai giocatori di guardare i filmati delle partite di Skip, perché nessuno sarebbe stato capace di ripeterne i movimenti». Non che Norfolk sia il depositario della Verità rivelata, ma il solo aver provato a restarci aggrappato, a quel satanasso che dominava dal backcourt, qualche bonus di attendibilità glielo accredita.
Anche perché sono in tanti a considerare Allen Harper Wise Jr., alias Skip Wise, il miglior prodotto cestistico di B-More, dove è nato il 25 luglio 1955, ben più dei califfi che nella NBA “ce l’hanno fatta”:
- Carmelo Anthony, che a “Charm City” si trasferì da New York a otto anni, nel 1992;
- Juan Dixon, ex Calvert Hall HS che, nonostante la tragica adolescenza (genitori morti per droga prima dei suoi 18 anni), sfondò pure nella NCAA, vinta da senior con Maryland nel 1982 e come primo di sempre con 2.000 punti, 300 recuperi e 200 triple;
- e altri ex Dunbar quali Sam Cassell, Tommy Polley (reclutato anche nel football) e il piccolo (1.61) grande uomo Tyrone “Muggsy” Bogues, che nei Poets giocava accanto a David Wingate e Reggie Lewis, campioni NCAA con Georgetown nel 1984. Con Wise, diplomatosi con la classe ’74, una spanna sopra tutti.
Per quanto sia bene diffidare delle classifiche all-time – specie se forzatamente compilate per sentito dire –, qualche ragione dovrà pur averla la Street Basketball Association per annoverlo fra i 50 streetballers più grandi, accanto a leggende metropolitane meglio propagandate quali Doctor J, AI, “Pee Wee” Kirkland, The Goat, Swee’ Pea, Curt Smith, Sleepy Floyd, AO, Future, Rafer Alston e Connie Hawkins. Una di queste è che il ragazzo trascina la Dunbar a due stagioni imbattute e al numero uno del ranking nazionale.
Nel 1971, in quella posizione c’era un liceo di Washington, la DeMatha HS di Adrian Dantley. Nel 1972-73, al Civic Center, Skip gliene fa 47 e in coppia con Larry Gibson la spazza via. Dantley, futura stella NBA il cui egoismo realizzativo gli ha precluso, anche nella tornata di aprile 2006, l’ingresso nella Hall of Fame, lo reputa ancora «il più duro avversario affrontato. Un giocatore speciale e dal talento eccezionale, era veloce e aveva un range di tiro pressoché illimitato».
Nel 1974 Skip si iscrive alla Clemson University, dove a 18.5 di media, con 75.4% dal campo (ottavo a pari merito con Walter Davis di North Carolina), diventa il primo freshman a capeggiare la Atlantic Coast Conference nei punti (quarto della nazione ex aequo con Kupchak e dietro Thompson, Brown e Lucas) e a far parte del quintetto All-ACC, accanto a Mitch Kupchak (North Carolina), David Thompson (North Carolina State), John Lucas (Maryland), distrutto nel confronto diretto, e Skip Brown (Wake Forest). Tiratore purissimo che sapeva segnare a piacimento, con appena un anno nella ACC si è conquistato un posto fra i maggiori specialisti di sempre nella storia della conferecnce accanto a Bob Verga (Duke), Ernest Graham (Maryland), Barry Parkhill (Virginia), John Roche (South Carolina) e Charlie Davis (Wake Forest). Contro Maryland distrusse Lucas. Non stupisce che a ogni movimento di Wise il pubblico esplodesse nei classici «Skip» o «Honey Dip», per la dolcezza del suo finger roll, con cui sembrava intingere la palla nel miele.
In quella fortunata stagione, la ACC era illuminata da due fra le migliori guardie, entrambe matricole, che ne abbiano calcato i parquet: Phil Ford di UNC e Wise. Il problema, per quest’ultimo, una super guardia di 1.87 x 75 kg con un gioco che sembrava fatto su misura per i pro, era la droga. Skip frequentava gente come Marty Gross, Peanut King e Melvin Merideth, non solo “big-time ballers”, ma anche i più grossi spacciatori nella zona. Wise detta legge all’HighHat, un bar su Wolf Street, nel cuore di East B-More, dove valgono credenziali che non ammettono comuni avventori.
Il ragazzo comincia a volare alto, troppo, anche per uno che coi suoi Tigers ne tira col 60 per cento dal campo, che contro Penn, nel novembre 1974, ne infila 38 (record di ateneo, battuto dai 40 di Tyler Hansbrough di UNC nel 2006). E così, anziché toccare il cielo nei pro e come zenit la NBA, arriva, con la vita di strada, l’irreversibile discesa agli inferi e la galera come ineluttabile nadir.
Nel 1975 lascia CU e firma con i Baltimore Claws, franchigia di espansione della ABA, l’agonizzante seconda lega pro che fallirà l’anno successivo. I Claws (nome di ripiego al posto della bocciatissima prima scelta Hustlers) invece lo fanno subito, perché i soldi bastano appena per tre amichevoli. Il 9 ottobre al Wicomico Youth and Civic Center di Salisbury, Maryland, contro i Virginia Squires, che davanti a 1.150 anime pie vincono 131-121. Stew Johnson, 21 punti, è il miglior marcatori dei Claws. Per Baltimore, Joe Hamilton ne segna 17 mentre Mel Daniels tira giù 10 rimbalzi. Due giorni dopo, altra scoppola: a Cherry Hill, New Jersey, i Philadelphia 76ers della NBA si impongono per 103-82 sulòla scia dello one-man show di Doug Collins (28 punti).
Il 17, alla Knott Arena di Emmitsburg, Maryland, nel campus del Mt. St. Mary’s College, si replica con gli Squires: stavolta però a “crederci” sono solo in 500. Virginia la spunta 100-88, nonostante i 36 punti equamente divisi fra Wise, Claude Terry e Bob Rhodes. Per Dave Robisch, 1/6 su azione e 2 punti in 26’, fu l’unica gara alle dipendenze di coach Joe Mullaney, perché la squadra poi chiude i battenti.
Alla faccia di un roster comprendente: Robisch, Hamilton, Daniels, (centro già all-star ABA), Chuck Williams (guardia abile ed esperta), Johnson (gran tiratore da otto anni nella Lega), Claude Terry (guardia con alle spalle tre campionati ABA con i Denver Nuggets), Scott English (ala di 1.97), Paul Ruffner (pivottone di 2.09 con esperienze in ABA nei Pittsburgh Condors) oltre ai rookie Van Bloommsteyn, Rhodes, Ron Styles e i due Skip, Rozenski e Wise.
Il 17, alla Knott Arena di Emmitsburg, Maryland, nel campus del Mt. St. Mary’s College, si replica con gli Squires: stavolta però a “crederci” sono solo in 500. Virginia la spunta 100-88, nonostante i 36 punti equamente divisi fra Wise, Claude Terry e Bob Rhodes. Per Dave Robisch, 1/6 su azione e 2 punti in 26’, fu l’unica gara alle dipendenze di coach Joe Mullaney, perché la squadra poi chiude i battenti.
Alla faccia di un roster comprendente: Robisch, Hamilton, Daniels, (centro già all-star ABA), Chuck Williams (guardia abile ed esperta), Johnson (gran tiratore da otto anni nella Lega), Claude Terry (guardia con alle spalle tre campionati ABA con i Denver Nuggets), Scott English (ala di 1.97), Paul Ruffner (pivottone di 2.09 con esperienze in ABA nei Pittsburgh Condors) oltre ai rookie Van Bloommsteyn, Rhodes, Ron Styles e i due Skip, Rozenski e Wise.
Quest’ultimo ha firmato un quinquennale da 700.000 dollari garantito, quindi non può tornare al college. Si accasa con i Golden State Warriors della NBA, per i quali avrebbe dovuto essere la point guard titolare, ma coach Al Attles lo becca a drogarsi in spogliatoio e lo taglia. Golden State vinse il campionato e in tanti dissero che se Skip se ne fosse tornato in albergo, avrebbe fatto una gran carriera smazzando assistenze a gente come Rick Barry, Butch Beard e Clifford Ray.
Finisce invece nel dimenticatoio, con due comparsate negli Spurs (4 punti, con 2/4 al tiro, 3 rimbalzi difensivi, un assist e due palle perse in dieci minuti totali) nella stagione 1975-76, la prima dei texani nella NBA, lega che li ha assorbiti dalla ABA.
Il 23 novembre 1983 in un trafiletto il New York Times riporta che Wise si è costituito alle autorità di Baltimore, che lo accusavano di spaccio di eroina. E aveva già scontato 2 dei 12 anni di reclusione inflittigli in una precedente condanna per lo stesso reato. Una volta libero, è tornato in strada ma non al basket. A cavallo fra gli anni Ottanta e Novanta, fa dentro e fuori fra prigioni statali e federali.
Una delle tante leggende che lo riguardano narra che allo USP (United States Penitentiary) di Lewisburg, 200 miglia a nord di Washington, DC e 170 a ovest di Philly, una volta ne mise 50 in faccia a Pee Wee Kirkland.
Una delle tante leggende che lo riguardano narra che allo USP (United States Penitentiary) di Lewisburg, 200 miglia a nord di Washington, DC e 170 a ovest di Philly, una volta ne mise 50 in faccia a Pee Wee Kirkland.
Un’altra racconta del quarantello rifilato a Cassell, del quale Skip era stato idolo di gioventù, prima che la partita al Dome, giocata appena uscito da Lewisburg, venisse interrotta al terzo quarto da una sparatoria.
Un certo Choke, homeboy che incontrò 13enne il suo idolo uscito dai East Lafayette projects, giura: «Era un gran figlio di… nel ’94, figuriamoci nel ’74. Era del calibro di Jordan, di Magic. Un George Gervin capace di difendere. Non era solo un gran giocatore, ma un intrattenitore. Tirava, poi correva a sedersi sugli spalti, si voltava e indicando la palla diceva agli spettatori: “È entrata”. Quando gli chiedevano dove il suo range iniziasse rispondeva: “Non appena metto piede in campo”. Ma è andato tutto sprecato».
Una magata al contrario che poteva riuscire solo a Skip Wise. Saggio di nome, non di fatto.
Christian Giordano
BIO
Allen Harper “Skip” Wise Jr.
Nato: Baltimore (Maryland, USA), 25-7-1955
Ruolo: guardia
Statura e peso: 1.87 x 75 kg
High school: Dunbar HS (Baltimore)
College: Clemson University
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