È il giorno dei Muri - Ciccone e Tiberi, a voi: «Abbiamo l’occasione»



Amici - Giulio Ciccone, 30 anni, e Antonio Tiberi, 23, 
ieri alla partenza della quarta tappa da Norcia

Oggi l’arrivo a Pergola, domani si sale verso Frontignano Ayuso è l’uomo da battere

14 Mar 2025 - La Gazzetta dello Sport
Di Ciro Scognamiglio INVIATO A TRASACCO
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Oggi i Muri marchigiani, almeno 9 salite più o meno impegnative tra Ascoli e Pergola. Domani l’arrivo in quota inedito di Frontignano, quasi 8 km al 7,8%. Sono i giorni che decideranno la TirrenoAdriatico n° 60, sono i giorni in cui gli azzurri Giulio Ciccone e Antonio Tiberi si giocano un’occasione: «Cercheremo di cogliere l’attimo. Sappiamo di avere una buona opportunità», dicono entrambi. Qui il favorito per il successo finale resta lo spagnolo Juan Ayuso, e un vincitore italiano finale alla Corsa dei Due Mari manca da 12 anni, dal bis consecutivo di Vincenzo Nibali. Non è facile. Ma chissà... Intanto, neppure nella quarta frazione di ieri vinta da Olav Kooij a Trasacco ci si è annoiati: Jonathan Milan, come previsto, ha sofferto sulle salite di metà tappa a causa delle botte per la caduta del giorno prima, ma si è detto ottimista; Filippo Ganna ha mantenuto il primato per il quarto giorno di fila, orchestrando in pianura dei bei ventagli (con Ayuso pronto a seguirlo) e rispondendo sullo strappo finale all’azione di Mathieu Van der Poel, prima di restare chiuso in volata e finire settimo. «Non sono un “gatto” come Milan...», ha scherzato il piemontese, sempre barbuto.

Prospettive 

Quanto a Tiberi e Ciccone, come si diceva, è tra oggi e domani che tocca a loro. Perché qui il livello medio dei corridori è molto alto, la qualità elevata, però mancano Pogacar, anzitutto, e poi Vingegaard, Evenepoel, Roglic. Tiberi si porta in dote l’ottima crono d’apertura (4° a Lido di Camaiore) ed è terzo nella generale a 7” da Ayuso, secondo. «La salita di Frontignano non la conosco - dice il 23enne laziale della Bahrain-Victorious – ma penso che, in caso di meteo stabile, sarà decisiva. Altrimenti, se pioverà e farà freddo, anche sui Muri ci potranno essere differenze importanti. Ayuso è il riferimento, perché va molto forte. Mi ha confortato il fatto di aver fatto meglio di lui nella seconda parte della crono. Rispetto a doversi confrontare con un Pogacar o un Vingegaard, c’è una situazione più aperta». E lo stesso pensa Giulio Ciccone, che tra fine 2024 (terzo al Lombardia alle spalle di Pogacar e Evenepoel) e debutto 2025 (2° all’Uae alle spalle di Pogacar) ha trovato una continuità che fa ben sperare: «Abbiamo lavorato veramente bene – riflette il 30enne abruzzese della Lidl-Trek -. La condizione è buona. Verso Trasacco mi sono salvato, però ora arrivano due giorni interessanti. Questa è una buona occasione. Il ciclismo negli ultimi anni è molto chiaro, qualche fenomeno nettamente superiore e alle loro spalle un gruppo di corridori di valore medio-alto che sono lì, più o meno a un livello simile. Io sono tra di loro, e le occasioni che si creano vanno colte».

ORDINE D'ARRIVO:
1. Olav KOOIJ (Ola, VismaLease a Bike) 190 km in 4.48’05”, media 39,572, abb. 10”
2. Rick Pluimers (Ola, Tudor), abb. 6”
3. Mathieu Van der Poel (Ola, Alpecin), abb. 4”
4. Magnier (Fra)
5. Maestri
6. Vendrame
7. Ganna
8. Pidcock (Gb)
9. Lonardi
10. Fiorelli
15. Ciccone
20. Tiberi
49. Ayuso (Spa)

CLASSIFICA GENERALE:
1. Filippo GANNA (Ineos Grenadiers) 632,5 km in 16.14’, media 38,963
2. Juan Ayuso (Spa, Uae-XRG) a 22”
3. Antonio Tiberi (BahrainVictorious) a 29”
4. Gee (Can) a 34”
5. Cattaneo a 36”
14. Ciccone a 56”

***

Vingegaard caduto, poi in ospedale Non riparte?

Ancora una caduta. Ancora, purtroppo, Jonas Vingegaard a terra, sofferente. E il pensiero è andato all’incidente di aprile 2024 all’Itzulia, Paesi Baschi: polmone perforato, frattura della clavicola e alle costole, 12 giorni d’ospedale. Il danese della Visma-Lease a bike è finito a terra a 84 km dalla fine della quinta tappa della Parigi-Nizza, con arrivo in salita a La Cote-Saint-André. Vingegaard, che aveva la maglia di leader, ha sofferto tanto per arrivare al traguardo, 16° a 26” dal vincitore, il francese Lenny Martinez (Bahrain).

Il suo compagno Jorgenson l’ha visto a terra, e all’arrivo lo statunitense, nuovo leader della corsa con 22” proprio su Vingegaard, ha detto: «Ho notato che si fermava sul ciglio della strada e aveva sangue sulle labbra. Più tardi mi ha detto che gli faceva davvero male la mano sinistra e che aveva difficoltà a frenare, a tenere il manubrio. Non era a suo agio, quindi si è messo in fondo al gruppo all’avvicinarsi del traguardo. Mi ha detto che a quel punto diventavo io il capitano, che avrei dovuto giocarmi le mie carte. E almeno la maglia è rimasta in squadra». Frans Maassen, il direttore sportivo, ha riferito: «Jonas era stordito dopo l’incidente, aveva delle vertigini che poi sono andate via. È stato accompagnato in ospedale». In serata, l’aggiornamento del team: non si è parlato di frattura ma di contusione. Stamattina si decide se Vingegaard ripartirà per la sesta tappa oppure no.

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