Der Alleskönner ist noch nicht fertig: Kimmich bleibt beim FC Bayern
13.03.2025
Eigentlich ist es meistens Joshua Kimmich, der seine Mitspieler antreibt und notfalls auch mal etwas lauter wird auf dem Platz. Unabhängig davon, ob es um taktische Anweisungen, anfeuerndes Lob oder ein verbales Wachrütteln geht: Kimmich marschiert als erfahrener Spieler in allen Belangen vorneweg. Am Anfang seiner Karriere beim Rekordmeister war er oft in der Rolle des Zuhörers und entwickelte sich so zu einem der besten und komplettesten Mittelfeldspieler der Welt.
Für Außenstehende war die Szene schwer zu deuten im März 2016: Der FC Bayern München hatte im Klassiker in Dortmund gerade ein 0:0 erkämpft und damit den Fünf-Punkte-Vorsprung an der Tabellenspitze gewahrt, als Pep Guardiola auf seinen Aushilfsinnenverteidiger Joshua Kimmich zustürmte. Gestenreich und offensichtlich emotional redete der Münchener Coach auf seinen erst vor kurzem 21 Jahre alt gewordenen Spieler ein. Später verriet der spanische Erfolgstrainer, dass er seinem Schützling noch auf dem Platz eine fußballerische Liebeserklärung gemacht hatte. Jérôme Boateng, Holger Badstuber und Javi Martínez fehlten verletzungsbedingt im Klassiker, aber Kimmich glänzte auch fachfremd im Abwehrzentrum.
"Ich liebe diesen Jungen. Ich mag das Arbeiten mit diesen Fußballspielern, die lernen und immer weiter wollen. Er hat den Wunsch, er hat Leidenschaft, er hat absolut alles. Mit diesem Spieler kannst du gehen 'wherever you want'", kam Guardiola damals aus dem Schwärmen nicht mehr heraus. Vermutlich auch, weil er sich selbst ein wenig in Kimmich sah. "Er kritisiert öfter. Er ist einfach nie zufrieden, will immer das Maximale herausholen", sagte Kimmich mal über seinen Ziehvater auf der Bayern-Bank. Eine Beschreibung, die auch perfekt auf den Bayern-Spieler selbst zutrifft.

Unmittelbar nach dem Schlusspfiff bestürmt Guardiola im März 2016 Joshua Kimmich
- im Sommer feiern beide gemeinsam das Double - imago sportfotodienst
Titelhamster mit Platz in der Vitrine
Guardiola behielt Recht, denn Kimmich ging mit den Bayern dorthin, wo sie hinwollten: An die Spitze des europäischen Fußballs. Mit Kimmich als Leistungsträger holten die Münchner 2020 den Champions-League-Titel. Acht Deutsche Meisterschaften feierte Kimmich beim FC Bayern. Hinzu kommen drei Triumphe im DFB-Pokal, eine FIFA-Klubweltmeisterschaft, ein UEFA- sowie sechs DFL-Supercups. Aber satt ist Kimmich deshalb noch lange nicht. Er träumt wie sein Club vom "Finale dohoam" in der Champions League Ende Mai in München. Und mit der Nationalmannschaft, die Kimmich als Kapitän anführt, fehlt ihm noch ein großer Titel.
Auch beim FC Bayern ist Kimmich längst Führungsspieler - auch wenn Manuel Neuer die Binde trägt. Die Münchner sehen in Kimmich den perfekten Nachfolger für den Keeper. "Josh Kimmich ist ein Führungsspieler, soll in Zukunft, wenn Manuel Neuer irgendwann aufhört, Kapitän vom FC Bayern werden", betonte Bayern-Sportvorstand Max Eberl, der sehr um Kimmichs Vertragsunterschrift gekämpft hat. Dabei ging es weniger um finanzielle Fragen, wie Eberl verriet: "Josh ist keiner, der jetzt auf die Kohle schaut und gierig ist, sondern der eine Perspektive haben möchte."
Und für die richtige Perspektive hat der Rekordmeister mit den Vertragsverlängerungen von Jamal Musiala, Manuel Neuer und Alphonso Davies zuletzt einiges getan. Die Unterschrift von Kimmich ist ein weiterer Mosaikstein für eine erfolgreiche Zukunft des Clubs. Guardiola wusste schon 2016, dass man mit Kimmich gehen kann, wohin man möchte. Die nächsten Ziele heißen Deutsche Meisterschaft und Champions-League-Titel - und der Weg sieht sehr vielversprechend aus.
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Il tuttofare non è ancora finito: Kimmich resta al Bayern
Di solito è Joshua Kimmich a spronare i propri compagni di squadra e, se necessario, ad alzare un po' la voce in campo. Che si tratti di istruzioni tattiche, di elogi esultanti o di un richiamo verbale: da giocatore esperto, Kimmich marcia in prima linea in tutte le questioni. All'inizio della sua carriera presso, si calava spesso nel ruolo di ascoltatore e in seguito è cresciuto come uno dei migliori e più completi centrocampisti al mondo.
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Dall'esterno, quella scena del marzo 2016 era difficile da interpretare: il Bayern Monaco aveva appena pareggiato 0-0 nel Klassiker a Dortmund, mantenendo così i cinque punti di vantaggio in vetta alla classifica, quando Pep Guardiola si è avventato verso il suo terzino Joshua Kimmich. Gesticolando e visibilmente emozionato, l'allenatore del Bayern parlò a lungo col suo giocatore di 21 anni appena compiuti. L'affermato allenatore spagnolo ha poi rivelato di aver fatto una dichiarazione d'amore calcistico al suo pupillo. Jérôme Boateng, Holger Badstuber e Javi Martínez erano assenti per infortunio, ma Kimmich aveva brillato anche al centro della difesa.
“Adoro quel ragazzo. Mi piace lavorare con calciatori così, che imparano e vogliono sempre progredire. Ha voglia, passione, tutto. Con questo giocatore puoi andare 'dove vuoi'”, si entusiasmò Guardiola all'epoca. Probabilmente anche perché si rivedeva un po' in Kimmich. “Critica spesso. Semplicemente non è mai soddisfatto, vuole sempre ottenere il massimo”, ha detto una volta Kimmich a proposito del suo padre putativo sulla panchina del Bayern. Una descrizione che si applica perfettamente anche al giocatore del Bayern stesso.
Subito dopo il fischio finale, Guardiola tempesta Joshua Kimmich nel marzo 2016
- i due festeggiano insieme la doppietta in estate - imago sportfotodienst
Il criceto del titolo con un posto in vetrina
Guardiola aveva ragione, perché Kimmich è andato dove voleva andare, con il Bayern: ai vertici del calcio europeo. Con Kimmich come giocatore-chiave, il Bayern ha vinto la Champions League nel 2020. Kimmich ha festeggiato otto campionati tedeschi con il Bayern. Ha vinto anche 3 Coppe di Germania, un mondiale per Club FIFA, una Supercoppa europea e 6 Supercoppe tedesche. Kimmich però è tutt'altro che soddisfatto. Come il suo club, sogna la “finale di Champions League” a fine maggio a Monaco. E con la nazionale, che Kimmich guida come capitano, gli manca ancora un titolo importante.
Kimmich è da tempo uno dei protagonisti del Bayern, anche quando la fascia al braccio la indossa Manuel Neuer.
Il club di Monaco vede in Kimmich il perfetto successore del portiere.“Josh Kimmich è un giocatore di primo piano e dovrebbe diventare il capitano del Bayern in futuro, quando Manuel Neuer si ritirerà”, ha sottolineato il direttore sportivo del Bayern, Max Eberl, che ha lottato duramente per far firmare a Kimmich il rinnovo di contratto. Non si trattava tanto di questioni finanziarie, come ha rivelato Eberl: “Josh non è un avido che guarda ai soldi ora, vuole una prospettiva”.
E i campioni del record hanno fatto molto per fornirgli quella giusta con i rinnovi contrattuali di Jamal Musiala, Manuel Neuer e Alphonso Davies. L'ingaggio di Kimmich è un altra tessera del mosaico per un futuro vincente del club. Guardiola sapeva già nel 2016 che con Kimmich si può andare dove si vuole. I prossimi obiettivi sono la Bundesliga e la Champions League - e il percorso sembra molto promettente.
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