TUTTI in piedi
LAPRESSE - Unico Tadej Pogacar, 26 anni, pregusta il trionfo a Siena:
tra i 92 successi 3 Tour, 1 Giro, 1 Mondiale, 7 Monumenti
POGACAR MAESTOSO, DOMINA DA FERITO: «HO AVUTO FORTUNA»
Strade Bianche con il brivido: l’iridato vola fuori strada a 49,8 km dalla fine.
Si salva, torna su Pidcock, lo stacca: tris memorabile a Siena
"Dopo la caduta ero nel panico, avevo tante cose in testa"
"A Pidcock ho chiesto scusa, è stato davvero un grande rivale"
- Tadej Pogacar
"Ho aspettato Tadej, ma avrei aspettato chiunque. Lo rispetto, ha fatto un errore, e non è così che si trae vantaggio"
- Tom Pidcock
9 Mar 2025 - La Gazzetta dello Sport
Di Luca Gialanella
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Monteaperti, decimo settore di sterrato. In queste campagne a sudest di Siena si consuma nel 1260 una delle più sanguinose battaglie del Medioevo, tra i Ghibellini di Siena e i Guelfi di Firenze. Ne parla Dante nell’Inferno della Divina Commedia. Oltre diecimila morti, «e l’Arbia colorata di rosso», per indicare il fiume. Qui Tadej Pogacar, immacolato nella sua maglia di campione del mondo, a 49,8 km dall’arrivo delle Strade Bianche vola fuori strada e si salva per miracolo dall’impatto con un paletto. La traiettoria sbagliata nell’affrontare una curva a sinistra in discesa, il salto mortale, l’impatto con l’erba e i rovi. Attimi di paura. Pogacar ha sempre dato l’immagine del campione invulnerabile e intoccabile, che costruisce imprese e pedala con il sorriso. E invece ieri accade quello che nessuno aveva mai visto, o si augurava.
Paura
Tadej è al comando con i britannici Pidcock e Swift: quando si rialza, la divisa bianca da guerriero è strappata sulle spalle, sulla coscia, sui glutei, il cavaliere in bianco sanguina. «Sono stato molto fortunato, e forse questo può diventare il mio soprannome, lucky man», dice Pogacar, sofferente anche nel dopocorsa. «Dopo la caduta c’è stato un momento di panico, soprattutto mentalmente. Ho pensato a tante cose insieme, dovevo vedere se la bici era okay, se il computerino era okay, se l’orologio era okay, quindi sono ripartito».
In quel punto poteva concludersi la sua corsa e magari adesso parleremo di nuovi programmi: invece su quel sangue, in quella sofferenza, Pogacar costruisce un’altra impresa. Prima l’inseguimento forsennato a Pidcock (aveva 43”), durato 4’48” con un picco di potenza di 540 watt in un minuto, in salita! Poi lo stacca con un’accelerazione violentissima sullo sterrato di Colle Pinzuto: «Mi era venuta un po’ di ansia, e non potevo rischiare oltre, perché sugli strappi finali e in volata Tom è molto forte».
Passerella
Così quei 18,6 km che diventano l’ennesima passerella trionfale tra tifosi in delirio fino all’ovazione in piazza del Campo a Siena, mai così gremita: più media-record (40,705 km/h). Pidcock a 1’24”, il belga Wellens terzo a 2’12”. Pogacar è il primo iridato a vincere le Strade Bianche, e dal 2007 il tris era riuscito solo a Cancellara: ora gli intitoleranno un settore di sterrato, come quello di Monte Sante Marie porta il nome dello svizzero. «Non so come classificare questa vittoria: sono solo felice, perché è una delle mie corse preferite, l’adoro, sarebbe stato un peccato non finirla». Miglior italiano un eroico Davide Formolo, 14° a 5’33”: caduto a 100 km dall’arrivo, arriva con maglietta strappata, polvere dovunque, la pelle bianca e il gomito destro della grandezza di una mela, coperto da strati di sangue secco.
Diverso
Tadej non perde dal 13 settembre (GP Québec), poi solo successi, tra cui il Mondiale con 100 km di fuga e il quarto Giro di Lombardia consecutivo come Coppi. Nel 2025 ha vinto l’UAE Tour al debutto. Però stavolta è tutto molto diverso, perché Pogacar non riesce a imporre la sua legge da lontano. Merito di Tom Pidcock, due volte olimpionico di mountain bike e iridato di ciclocross: il folletto della Q36.5 lo prende di petto sullo sterrato. L’aveva sfidato a parole già alla vigilia, lui che le Strade Bianche le aveva vinte nel 2023 con un attacco alla Pogacar: «Io non parto battuto».
Tom, maestro di guida, attacca lo sloveno a 78 km dall’arrivo, a Monte Sante Marie: gli brucia l’ultimo gregario, Wellens. Pogacar prova a staccarlo, ma non ce la fa. Restano loro due, più Connor Swift, già in fuga. Pidcock è una furia, porta Tadej oltre i limiti e alla fine Pogacar sbaglia. Lo sloveno lo riconosce: «Sì, sai che hai sulla tua ruota un campione del mondo di cross, un olimpionico della mountain bike, sei sotto pressione, gli devi dimostrare qualcosa, e invece ho commesso un errore. Non andrò mai più in mountain bike, visto che ho fatto vedere a tutti che faccio schifo, non fa per me». C’è anche il fairplay di Pidcock, che aspetta per farlo rientrare. «Gli ho chiesto scusa perché ho fatto un errore che poteva essere dannoso per tutti. Lui mi ha domandato se io fossi okay». Tadej ora ha due settimane per rimettersi a posto e pensare all’assalto della Sanremo, che finora gli è sempre sfuggita. Non sarà facile.
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Sollievo Gianetti «Che spavento La Roubaix? Troppi rischi...»
Il team manager della UAE: «Quando è caduto mi è preso un colpo. Spero non vada quest’anno sul pavé, c’è tempo...»
di Luca Gialanella
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di Luca Gialanella
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È teso, molto teso Mauro Gianetti sotto il podio di Siena. Anche dopo aver abbracciato e baciato il suo Tadej, si percepisce come il team principal della UAE Emirates-Xrg non abbia smaltito la tensione e la paura per il volo del suo campione. «Mi ha fatto prendere un colpo, eh sì, abbiamo avuto paura che si fosse fatto molto male - spiega il manager ticinese -. Perché con una caduta di quel genere ti puoi rompere una clavicola, e ha evitato un paletto per poco. Per fortuna ha preso prima l’erba, poi c’erano dei rovi, lui era pieno di spine, però la cosa che mi ha preoccupato di più era la testata che aveva dato, per fortuna sul prato». Che cosa vi aveva detto Pogacar? «Lui ci ha rassicurato subito via-radio, “sto bene, sto bene”. C’è stata molta preoccupazione: ci si è concentrati subito sul lavoro da fare, quindi recuperare i secondi e continuare ad alimentarsi. Ha avuto tante abrasioni e nel dopo-gara la medicazione delle ferite ha necessitato di una bella mezz’ora perché si è “pelato” veramente tanto. La chiave è che Tadej sia risalito subito in bicicletta con grinta, ha voluto guadagnare terreno in modo che anche per Pidcock fosse chiaro che stava bene».
Proprio per il britannico, Gianetti ha belle parole: «Ha avuto il coraggio di sfidarlo a 70 km dall’arrivo. È stato bravo, grandioso, gli faccio i complimenti perché ha dimostrato di essere un gran campione ed è stato bello. Prima il coraggio di attaccare Pogacar, poi il lavoro insieme, quindi giocarsela fino in fondo. Tadej però ancora una volta ha fatto qualcosa di straordinario».
Sabato 22 marzo ci sarà la Sanremo: «Ci sono 15 giorni di tempo per rimettersi a posto, ritrovare un po’ di equilibrio, e poi alla Sanremo un’altra sfida importante, una di quelle sfide che sembrano difficilissime e che quindi stimolano di più Tadej». C’è un aspetto però significativo che sottolinea Gianetti: «Oggi c’è stata questa caduta, che poteva avere conseguenze gravi. Tadej è andato a provare la Roubaix, ma io glielo dico sempre di aspettare ancora prima di farla, di non rischiare, perché si può fare veramente male e con una caduta così compromettere il Tour e magari anche tutta la stagione. Io spero di no, che non la faccia quest’anno, e glielo dico di nuovo: c’è ancora tempo».
Parola di Urska
Con Tadej e Gianetti c’è Urska Zigart, la fidanzata slovena del fuoriclasse. Racconta: «È stanco, molto stanco. Sono molto orgogliosa di quello che sta facendo, naturalmente: Tadej è in un punto della carriera in cui va alle corse per vincere, tutti lo sanno, tutti lo controllano, e questo fa diventare tutto più difficile, ma sono molto orgogliosa di come gestisce queste situazioni. Non ero davanti alla televisione quando è caduto, stavo ancora facendo la doccia nel nostro bus dopo la mia corsa (è arrivata 51a a 15’17”, hanno concluso la gara in 57 su 143, ndr), quando ho visto alcuni messaggi sul mio cellulare e così sono andata a vedere. Non sai mai quello che può succedere in questa corsa, in ogni angolo del tracciato. A differenza di lui oggi sono stata più fortunata, non sono caduta...».
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2. 3. 16.
ORDINE D'ARRIVO:
1. Tadej POGACAR (Slo, Uae-XRG) 213 km in 5.13’58”, media 40,705
2. Tom Pidcock (Gb, Q36.5) a 1’24”
3. Tim Wellens (Bel, Uae-XRG) a 2’12”
4. Ben Healy (Irl) a 3’23”
5. Pello Bilbao (Spa) a 4’20”
6. Magnis Cort Nielsen (Dan) a 4’26”
7. Vermeersch (Bel) a 4’29”
8. Valgren (Dan) a 4’37”
9. Van Eetvelt (Bel) a 4’47”
10. Adria (Spa) a 5’06”
11 Landa (Spa)a 5’31”
12. Skujins (Let) a 5’33”
13. Swift (Gb)
14. Formolo
15. Hermans (Bel) a 5’34”
16. Vendrame
Calendario
Oggi, con la Le Perray en YvelinesLe Perray-enYvelines (156 km) scatta la Parigi-Nizza con Jonas Vingegaard. Da domani via alla Tirreno-Adriatico (da Lido di Camaiore a San Benedetto in 7 tappe): tra più attesi van der Poel, Ayuso, Pidcock, Ganna, Milan, Tiberi e Ciccone.
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