Piccolo Fiandre, grande VDP - Ayuso è tornato leader: «Ogni secondo conta»


Van der Poel vola tra Muri e pavé, ma Ganna c’è: terzo

Ad Harelbeke trionfa l’olandese re della Sanremo: assolo di 39 chilometri, poi Pedersen e l’azzurro

29 Mar 2025 - La Gazzetta dello Sport
di Ciro Scognamiglio @CIROGAZZETTA

Filippo Ganna sa perfettamente che cosa vuol dire pedalare alla soglia del dolore, conviverci, provare a batterlo: basti dire che è il primatista dell’Ora con 56,792 km, e quando aveva stabilito il record nel velodromo di Grenchen (era l’8 ottobre 2022), confessò poi di aver addirittura desiderato di cadere nell’ultimo quarto d’ora, per porre fine a quella sofferenza immane. E allora, per provare a capire davvero quanto sia stato duro ieri l’E3 Saxo Classic, meglio noto come il Piccolo Fiandre (17 Muri, tra cui Vecchio Kwaremont e Paterberg), conviene affidarsi alle sue parole: «Negli ultimi 20 chilometri le mie gambe erano completamente saltate. Mi veniva da piangere...». Il nostro gigante è stato bravissimo a concludere comunque la giornata al terzo posto, il primo podio per lui in una classica in Belgio di questo livello: il trionfo, proprio come alla Milano-Sanremo di sabato scorso, se l’è meritato Mathieu Van der Poel, che stavolta ha dominato sotto la pioggia, con il sempre costante Mads Pedersen al secondo posto. «Ho fatto il massimo e sono felice della mia performance. È bello un altro podio, ma ho bisogno di una vittoria...», ha detto Ganna, che ha definito un cambio di programma al Nord non banale: oggi farà una ricognizione sul pavé della Parigi-Roubaix, domani non sarà alla Gand-Wevelgem mentre parteciperà al Giro delle Fiandre di domenica 6 aprile, sulla strada dell’Inferno del Nord in calendario sette giorni più tardi. Ci andrà senza la pressione del risultato, ma è bello — e giusto, visto lo stato di forma mostrato — che Ineos-Grenadiers abbia deciso di schierarlo al via. Anche così si cresce.

Sputo 

Una delle costanti di tutta questa storia è Mathieu van der Poel — andrà a caccia del quarto Fiandre e della terza Roubaix — che forse mai prima era stato così dominante: a 81 km dalla fine, sul Taaienberg, ha risposto assieme a Ganna all’attacco di Mads Pedersen. Tra l’altro, a causa di una caduta che aveva spezzato il gruppo, tutti e tre erano rimasti indietro nella prima parte di gara. Mathieu (che se l’è presa con chi aveva tirato davanti in quella situazione), Filippo e Mads si sono comunque riportati su Casper Pedersen e Aimé De Gendt, che erano già in fuga. «Col senno di poi, penso non sia stata una grande idea seguire l’attacco di quei due – la riflessione di Ganna -. Sono troppo pesante per affrontare i Muri con loro...». Poi, sull’iconico Vecchio Kwaremont ai meno 39, l’affondo decisivo di Vdp: Pedersen ha chiuso a 1’05”, Ganna a 2’04”, distacchi eloquenti che gli sono valsi la conferma del successo 2024. Peccato solo che a 31 km dalla fine uno spettatore sul lato sinistro della strada abbia sputato al suo passaggio. E non è la prima volta che succede: «Queste sono persone che farebbero meglio a non venire a vedere la corsa - ha detto Van der Poel —. Io stesso non posso cambiare nulla. Ma è un fenomeno che si ripete, purtroppo sì». Un’opinione condivisa dal padre Adrie, re di Fiandre e Liegi negli anni 80: «Chi viene a una gara con questa intenzione... dovrebbe restare a casa. Identificare il colpevole non è così difficile. Non è compito nostro, ma della polizia».

***

Le pagelle

9 - Van der Poel 
Se fosse un calciatore, sarebbe praticamente immarcabile: uno strapotere che non ammette discussioni

8 - M. Pedersen 
Passo avanti deciso rispetto alla Sanremo in cui aveva un po’ deluso le attese: al Nord resta una delle certezze

7,5 - Ganna
Primo podio per lui in Belgio in una classica di questo livello: è riuscito a fare un ulteriore salto di qualità

5 - Van Aert 
Lo aveva detto lui stesso che gli sarebbe mancata brillantezza dopo l’altura: ora però deve crescere

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Ayuso è tornato leader: «Ogni secondo conta»

Volta Catalunya, lo spagnolo soffia 1” a Roglic su un traguardo intermedio
Oggi nuovo arrivo in salita: altro duello

In una sfida così equilibrata, «ogni secondo conta», dice Juan Ayuso. Alla Volta a Catalunya, in Spagna, lui e Primoz Roglic si sono divisi finora i successi sui due arrivi in salita, mercoledì e giovedì (1-1), e il finale di oggi a Queralt - 5,9 km al 7,5%, senza prima il Coll de Pradell per il forte vento - chiama di nuovo entrambi in attesa del gran finale di domani sul circuito del Montjuic a Barcellona. Intanto però il 22enne spagnolo della Uae-XRG si è “portato avanti” guadagnando 1” a un traguardo intermedio e dunque ritornando al comando della generale: ha sopravanzato di 1” proprio Roglic, nell’anteprima di quello che sarà il duello più atteso al prossimo Giro d’Italia.

Volata 

La quinta tappa (166 km, traguardo ad Amposta) è andata a Matthew Brennan, britannico della Visma-Lease a Bike, al bis dopo la prima e a quota 3 successi tra i pro’: notevole, visto che compirà 20 anni il 6 agosto. Non ne ha molti di più Juan Ayuso, che per l’anagrafe è ancora un Under 23 (fino al 16 settembre), eppure ha cominciato la stagione con l’autorevolezza del veterano: successo in Francia a inizio marzo al secondo giorno di competizione, vittoria della Tirreno-Adriatico con la firma sull’arrivo in salita di Frontignano, ora il testa a testa con Primoz Roglic al Catalunya. Una sfida (anche) generazionale, visto che Roglic è in vista dei 36 anni anche se... sembra non sentirli. «Nello spirito è come se ne avessi ancora 20», ha detto in questi giorni lo sloveno della Red Bull-Bora-Hansgrohe. Per entrambi, stessa strategia di avvicinamento al Giro d’Italia (9 maggio - 1 giugno): la Volta a Catalunya sarà l’ultima corsa, poi solo allenamenti, con parecchia altura. Probabile che qui se la giocheranno fino all’ultimo metro: domani l’ultima tappa è stata accorciata (a 88 km) e finirà attorno alle 13 per evitare la concomitanza con la partita di calcio Barcellona-Girona, prevista alle 16.15 allo Stadio Olimpico Lluís Companys, che sta proprio sull’altura del Montjuic.

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