Van der Poel per lo Slam. Pogacar per la rivincita. Ganna: «Me la gioco»
BETTINI - L’attacco dell’iridato Tadej Pogacar, 26 anni, sulla Cipressa, seguito da Mathieu
van der Poel, 30, e Pippo Ganna, 28. In via Roma primo VdP, secondo l’azzurro, terzo Pogacar
"Qui mi sembra di essere nel giardino di casa.
Servirà un’impresa"
"Rispetto alla Sanremo sarà un’altra storia.
- Mathieu van der Poel, re del Fiandre 2020, 2022 e 2024
Dovrò attaccare"
- Tadej Pogacar, re del Fiandre nel 2023
6 Apr 2025 - La Gazzetta dello Sport
Di Ciro Scognamiglio BETTINI
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Tocca moltiplicare lo stadio Giuseppe Meazza in San Siro, Milano, poco più di 75.000 posti di capienza, per dieci. E non basterebbe. Ecco cosa sarà oggi il Fiandre numero 109, baciato dal sole, che attende quasi un milione di persone in strada lungo i 268,9 chilometri tra Bruges e Oudenaarde e un (altro) duello epocale tra Mathieu van der Poel e Tadej Pogacar: gli ultimi due iridati, gli ultimi due trionfatori della Ronde, che hanno vinto 7 Monumenti a testa. E come dimenticare Filippo Ganna, che assieme a loro ha appena dato vita a una Sanremo memorabile?
Parole
«Mi sento a casa, questa corsa è quella che più di tutte si adatta a me», ha detto l’olandese, che può essere il primo di sempre ad arrivare a 4 Fiandre vinti. «Rispetto alla Classicissima – la “risposta” del campione del mondo, qui primo nel 2023 quando si tolse di ruota VdP – sarà un’altra storia, la gara verrà più dura e io potrei riuscire ad emergere. Sarà meglio non finire in volata contro Mathieu». «Voglio vedere fino a dove posso arrivare – le parole di Ganna -. Sono felice di esserci, in questa atmosfera fantastica. E non mi tiro indietro». Intanto il terzo posto ad Harelbeke, il Piccolo Fiandre, non è stato un brutto biglietto da visita.
Identità
Come scrisse nel 1961 il giornalista fiammingo Louis De Lentdecker, il Fiandre non è una semplice corsa, bensì «un pezzo dell’identità di un popolo». Dal 2012 è decisivo il “circuito della morte”, quello che prevede il doppio passaggio sul Vecchio Kwaremont (tre in tutto) e sul Paterberg. I più appassionati ne recitano a memoria le caratteristiche: 2.200 metri (1.500 in pavé) per il primo al 4% medio di pendenza (11,6% max); 360 metri per il secondo al 12,9% medio (20,3% max), e dall’ultima volta mancheranno 13,5 km al traguardo. Attorno a entrambi si attendono almeno 50.000 spettatori, e di questi 11.500 hanno comprato “pacchetti-lusso”: partono da 125 euro e superano i 600, per una visione privilegiata della corsa che comprende anche un mangiare e bere di alto livello. Esauriti da mesi: van der Poel contro Pogacar ormai vale un Federer-Djokovic sul campo di tennis, o un LeBron James-Steph Curry su quello di basket.
Sogni
Mathieu sogna lo “Slam” di primavera finora impossibile, portarsi a casa Sanremo, Fiandre e Roubaix nello stesso anno. Pogi la Sanremo l’ha persa per la quinta volta e non ha gradito, ha accettato pure la sfida della Roubaix, ma intanto pensa solo alla Ronde, e la sgasata in ricognizione sul Vecchio Kwaremont è stata ben più del lancio di un guanto di sfida. A chi guarda non resta che godersi lo spettacolo, con la certezza che sarà impossibile dimenticarlo.
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13 italiani
Tra i 175 di 25 squadre ci sono 13 azzurri, due in più del 2024: i belgi sono 46.
1 Van der Poel 2 G.Vermeersch
11 Pogacar 12 F.Vermeersch 13 Wellens
21 Van Aert 24 Jorgenson 25 AFFINI 32 Magnier
41 M. Pedersen 42 Stuyven
51 Girmay
66 Powless
74 Kung
81 Mohoric 85 PASQUALON
91 D. Teuns
101 Matthews
111 Pithie
121 Demare 123 EPIS 125 MOZZATO
131 Bissegger
141 BALLERINI 144 GAZZOLI 145 ROMELE 147 TONEATTI
151 GANNA 154 Sheffield 164 M. MORO
171 Degenkolb
181 NIZZOLO 187 PARISINI
191 Van Eetvelt
201 Blackmore
211 TRENTIN
231 Kristoff
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Il piano di Pogacar: vendicarsi sui muri del Fiandre
6 Apr 2025 - Corriere della Sera
Di Marco Bonarrigo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Poco più di seimila abitanti, zero attrazioni turistiche o artistiche: Kluisbergen sarebbe un insignificante villaggio agricolo fiammingo se non ospitasse 2.200 metri di salita ciottolata celebri in tutto il mondo: quelli del Vecchio Kwaremont, il più famoso muro della più affascinante classica del ciclismo mondiale, quel Giro delle Fiandre che festeggia oggi l’edizione numero 109.
Venerdì mattina, arrivato ai piedi del Kwaremont per la ricognizione, Tadej Pogacar ha acceso il computerino di bordo e seminato il panico tra i rivali (a bordo strada e sul web) salendo in cima a 40,7 km all’ora, media folle considerate pendenza e fondo stradale. Come dire, caro Mathieu Van der Poel e caro Filippo Ganna: è qui, oggi, nel primo o secondo o terzo passaggio sul muro dei muri, che scatenerò l’inferno.
Dopo lo spettacolo totale della Milano-sanremo, torna in pista Van der Poel: lui che il Fiandre l’ha già vinto tre volte cerca un poker mai riuscito a nessuno. Pippo Ganna punta sulla Roubaix di domenica prossima, ma quello sui muri (provati una sola volta, ormai sei anni fa) è un test di passaggio fondamentale per completare la transizione da pistard a passista. Pogacar è l’uomo da battere: primo qui nel 2023, cerca il bis per ven- dicare Sanremo. Allo stesso livello solo il danese Mads Pedersen, che ha vinto un Mondiale ma mai un Monumento e che giovedì ha dominato (sfinendosi?) la prova generale della Dwars door Vlaanderen.
Ma siccome al Fiandre, corsa da fuoriclasse, ogni tanto vince anche un campione ci sono almeno altri dieci aspiranti al successo come Van Aert o Jorgenson o Powless.
Il Fiandre: 259 chilometri, sedici muri, sul percorso (specie sul circuito finale che propina per tre volte Kwaremont e Paterberg) da seicento a ottocentomila tifosi (di cui ventimila paganti) annaffiati per sei ore da ettolitri di birra. Ogni sbavatura tattica, ogni traiettoria sbagliata si paga a caro prezzo. Tra le donne (169 chilometri, 12 muri) grande favorita Elisa Longo Borghini, che ha già vinto due volte.
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