ADDIO AL RE


Pallone d’oro 1964 Law con il prestigioso premio: 
lo scozzese lo vinse davanti a Luisito Suarez, 
allora all’Inter, e Amancio, del Real Madrid

Leggenda United assieme a Best e cuore granata 
Attaccante talentuoso e di temperamento, visse un’intensa stagione al Toro e si impose a Manchester

Nell’anno a Torino giocò con Bearzot, il capitano, e con Ferrini: realizzò dieci gol in 27 partite
Nel 1964 vinse il Pallone d’oro davanti a Suarez, nel 1968 la Coppa dei Campioni

18 Jan 2025 - La Gazzetta dello Sport
di Sebastiano Vernazza

L’Alzheimer si è portato via Denis Law, 84enne scozzese, leggenda del Manchester United, Pallone d’oro 1964 e amato dai tifosi nell’anno al Torino, stagione 196162. Un giocatore offensivo, estroso e da combattimento, un tipo specialista dei 5 minuti nel bene e nel male. Un irregolare di talento. Lo chiamavano the King, il Re. 

Le origini 

Nato ad Aberdeen, in Scozia, cresce in una famiglia numerosa, di pescatori. Nel calcio viene lanciato dall’Huddersfield, un club inglese. Ad accorgersi delle sue doti è Bill Shankly, allenatore dell’Huddersfield. Shankly diventerà una leggenda del Liverpool, l’uomo che renderà grande i rossi della Mersey. A Huddersfield, Shankly parla chiaro al giovane Law: «Ricordati che ogni partita è una lotta». Denis soffre di strabismo, lo operano. Nel 1960 lo acquista il Manchester City, segna 6 gol in un colpo solo contro il Luton, ma la partita, verso la fine, viene annullata per impraticabilità del campo. Gigi Peronace, un italiano trapiantato in Inghilterra, organizzatore e antesignano della figura del procuratore, tratta e conclude la sua cessione al Torino.

Al Toro 

Law sbarca in Italia e qualcuno azzarda paragoni con Valentino Mazzola, il capitano del Grande Torino scomparso a Superga. Un’esagerazione, ma il ragazzo ha temperamento e piede, si muove tra centrocampo e attacco, è forte al tackle e ha piede buonissimo. «Quando ero al Toro – racconterà Law in un’intervista alla Gazzetta nel 1981 – avevo vicino Enzo Bearzot, grande compagno di squadra e capitano». Bearzot ha 34 anni, è agli ultimi giri da calciatore. In squadra c’è anche Giorgio Ferrini, altra figura maestra della storia torinista. Law segna 10 gol in 27 partite di Serie A. Fa coppia fissa con Joe Baker, un centravanti inglese. La sera, “Law & Baker” ispezionano i bar e i night di Torino. Una notte di febbraio l’uscita finisce male. Alle quattro del mattino, la loro Giulietta Sprint, fresca di concessionaria, si rovescia e va a sbattere contro il monumento dedicato a Garibaldi in corso Cairoli. Law se la cava con una leggera ferita a una mano, Baker lo portano all’ospedale con la faccia tumefatta e sanguinante. Law, per schiantarsi, ha scelto il monumento perfetto, lo spirito garibaldino anima il suo gioco e la sua vita. Qui finisce però l’avventura dei due britannici al Torino. Law porterà il granata nel cuore: «In Italia - dirà - ho trovato gente straordinaria, una stagione bellissima, anche se il vostro calcio era chiuso e difensivista».

Allo United 

Law viene riacquistato dall’altra squadra di Manchester, lo United, e il filo rosso è evidente. Dal Torino colpito al cuore nel 1949 sulla collina di Superga, la sciagura aerea che si portò via lo squadrone degli Invincibili, allo United ancora stordito dal disastro del 1958 all’aeroporto di Monaco Baviera, in cui morirono, tra gli altri, 8 giocatori. Matt Busby, il manager sopravvissuto alla tragedia, è al lavoro per costruire lo squadrone della rinascita. Nel 1962, Law è uno dei primi pezzi pregiati di questa costruzione. L’anno dopo, nel 1963, a Old Trafford arriva un ragazzo di Belfast, George Best. Law allo United vince i campionati del 1965 e del 1967, la Coppa d’Inghilterra del 1963. Nel 1964, France Football lo insignisce della massima onorificenza, il Pallone d’oro, per i 46 gol nella stagione 1963-64, in cui lo United schiera il trio delle meraviglie: Bobby Charlton, Law e Best. Nel 1968, Busby chiude il cerchio di Monaco, lo United vince la Coppa dei Campioni, anche se il contributo di Law è limitato: tre partite e due gol. Un maledetto problema a un ginocchio lo esclude dalla finale di Wembley contro il Benfica, la notte in cui George Best si prese il mondo. Law chiude con lo United nel 1973: 237 gol in 397 presenze, e tanto basta per spalancargli la porta del salone delle leggende di Old Trafford. Disinvolto, si regala un’ultima stagione al City e un destino cinico lo attende: nel derby di ritorno segna di tacco e condanna lo United alla retrocessione. Nel 1974, fa in tempo a giocare una partita al Mondiale in Germania, nella Scozia, contro lo Zaire. Nella sua seconda vita, fa il commerciante e il commentatore, mai banale, sempre caustico. Il 25 novembre 2005 è al capezzale di George Best morente: i geni, tra loro, si comprendono.

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