Il duello


Pogacar per la storia, Vingegaard solo Tour. Diversi ma vincenti

Subito a segno nella loro prima gara. Da Sanremo l’iridato punta le classiche, il danese non ne farà una. E per vederli contro? L’8 giugno al Delfinato

"Finora ogni annata è stata migliore della precedente, spero sia ancora così. 
Ho tanta fame e posso migliorare".
"Non c’è dubbio che lo scalatore migliore sia Vingegaard, 
capace di avere al Tour un livello eccezionale"
   - Tadej Pogacar

"Il Tour è l’obiettivo. Sono felice che si torni sul Ventoux, 
qui nel 2021 capii che avrei potuto vestire la maglia gialla."
"Per 2 anni ho battuto Pogacar al Tour: lui è cresciuto ancora, 
ma io sono molto motivato. Ci penso ogni giorno"
   - Jonas Vingegaard

25 Feb 2025 - La Gazzetta dello Sport 
Di Luca Gialanella

Dominano il mondo dei grandi giri (e non solo) dal 2020, ma non potrebbero essere più diversi. Eppure, curiosamente, il destino li ha fatti vincere nella stessa domenica, alla loro prima corsa stagionale. Tappa iniziale di una sfida a distanza che li porterà al via del Tour de France a Lille il 5 luglio. Il campione del mondo Pogacar nell’UAE Tour, in cima all’iconica salita di Jebel Hafeet, in mezzo al deserto, da dove si vede il mare. Tadej in festa a casa della sua squadra, con gli Emirati pazzi per questo biondino sloveno che ha letteralmente sconvolto la vita sportiva di Abu Dhabi. Il danese Vingegaard era in Algarve, Portogallo, e quella cronometro con finale in salita con cui ha capovolto la classifica è sembrata una copia della forsennata cronoscalata di Combloux al Tour 2023, il giorno in cui è andato più forte di sempre: 1’38” a Pogacar in 22 km! Ma la loro prima sfida del 2025 arriverà soltanto l’8 giugno al Criterium del Delfinato in Francia: una delle poche grandi corse che Pogacar non ha vinto.

Soldi e gloria 

Tadej e Jonas, 26 e 28 anni, sono i campioni che, con Mathieu van der Poel, guadagnano di più: 8 milioni a stagione lo sloveno, 5 per il danese. Dal 2020 il Tour l’hanno sempre vinto loro, tre volte Pogacar (2020, 2021, 2024) e due Vingegaard (2022, 2023), e mai c’era stata nella storia della Grande Boucle la stessa coppia che si era divisa il primo e il secondo posto in quattro edizioni consecutive. Sono uniti da un profondo rispetto, anche se non si possono definire amici in senso stretto. Ma le similitudini si fermano qui. Perché Pogacar è molto più estroverso, non si sottrae alle partite di padel (vuole vincere anche là!) o a eventi mondani in cui si mette pure a cantare, ci tiene a farsi vedere in vacanza con la fidanzata Urska e a condividere le immagini su Instagram. Vingegaard è il simbolo della riservatezza, e quei baci che dà alla compagna Trine subito dopo le tappe interpretano perfettamente il suo mondo. È molto geloso della privacy, sia quando viveva in Danimarca in riva al Mare del Nord sia nella parentesi a Lugano (ora è tornato nella sua nazione): a settembre è nato il secondo figlio ma non l’ha mai fatto vedere. Così come gli interventi sui social sono molto misurati.

Ferocia

Quando salgono in bici, sono uniti dalla stessa ferocia agonistica, e i tifosi li ringraziano, perché il ciclismo vive da sempre delle grandi rivalità. Tadej e Jonas interpretano però all’opposto il calendario. Prendete Pogacar: ha già vinto un Giro e 3 Tour, più 7 classiche Monumento (Fiandre, 2 Liegi e 4 Lombardia). Dopo gli Emirati, inizierà sabato 8 marzo la campagna d’Italia, prima la Strade Bianche già sua due volte con maxi-fughe (50 e 81 km), poi la Milano-Sanremo che gli è sempre sfuggita. Il record di Saronni 1983, ultimo iridato a vincere in via Roma, trema davvero. Quindi si butterà sui Muri e sul pavé delle classiche del Nord: il Giro delle Fiandre e, perché no, il sogno Parigi-Roubaix, già scoperta in allenamento. Poi Delfinato e il Tour. Questo è Pogacar: spostare i limiti, provare corse nuove (come il Giro 2024), divertirsi, garanzia di spettacolo.

Solo tappe 

Da qui al Tour, invece, Vingegaard correrà soltanto corse a tappe. Sì, avete letto bene: soltanto Parigi-Nizza, Giro di Catalogna, Criterium del Delfinato e Tour. Del resto, quante corse di un giorno ha disputato in carriera? Dal 2021, appena 12, sì. Sanremo e Fiandre le ha sempre viste soltanto alla tv, a Liegi e Lombardia non si ricordano prestazioni degne di nota. Tutto sempre e soltanto per il Tour, e questo diventa limitativo: perché non si può vivere per dare il meglio di sé in tre settimane di corsa. Jonas avrebbe fatto bene, per esempio, a correre il Giro d’Italia: la leggenda di Merckx cominciò proprio nella corsa rosa, nel 1967, sul Blockhaus.

***

Gli scontri diretti: 115-29 per Pogacar

144 - La prima sfida nei professionisti tra Pogacar e Vingegaard è stata la crono dei Paesi Baschi nel 2019. In tutto 144 scontri diretti, nettamente a favore dello sloveno. In assoluto, la prima volta è stata alla Corsa della Pace 2018 da dilettanti.

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