Addio al Generale
Maestro della difesa corale, guidò gli Usa all’oro olimpico 1984. E sgridava anche Michael Jordan...
di Dan Peterson
3 Nov 2023 - La Gazzetta dello Sport
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Il leggendario Bobby Knight, The General, ha avuto una carriera fantastica. A mio avviso, i tre allenatori di basket più copiati dai colleghi nella storia sono stati: Dr. Walter Meanwell (University of Wisconsin, 1911-34), Clair Bee (Long Island University, 1931-51) e Bobby Knight (West Point, 1965-71; Indiana, 1971-2000; Texas Tech, 2001-2008). Prima di lui, Hank Iba ha fatto capire che si poteva insegnare la difesa, ma Bobby Knight ha divulgato questo concetto ancora più di Iba, un vero insegnante delle tecniche della difesa e dell’idea di applicare una difesa corale come un’arma di gioco. Un genio. Controverso, ma genio.
Il carattere
L’ho conosciuto perché ero coach dei Plebes (primo anno) alla US Naval Academy ad Annapolis nel 1965-66, il suo primo anno come capo alla Us Military Academy a West Point. Poi è venuto a fare il mio clinic quando ero capoallenatore dell’Università di Delaware, 196671. Ovvio, tutto esaurito e uno show. Molti trovavano Knight scorbutico, pure antipatico. Invece, come succede spesso, conoscere le persone aiuta. Io l’ho trovato un coach come un altro, solamente più bravo, un uomo come un altro uomo, solamente senza peli sulla lingua. E pure simpatico. Una cosa che ho ammirato in Bobby Knight è stato come capiva perfettamente il modo di allenare in campo internazionale. Infatti, il suo bilancio con gli USA è stato perfetto: oro nei Giochi Pan-Americani a San Juan (Portorico) del 1979 con un record di 9-0; oro ai Giochi Olimpici a Los Angeles del 1984 con un record di 8-0. Non è stato facilissimo. Giocare a Portorico vuol dire avere il pubblico contro come quando gli USA giocano contro il Messico nel calcio. C’è una rivalità incredibile. Poi, a Los Angeles, non giocavano ancora quelli della NBA. Infatti, quattro anni più tardi, nel 1988, gli USA hanno fatto solo il terzo posto a Seul. Non ho mai visto un coach degli USA allenare meglio di lui a Los Angeles '84. Certo, aveva Michael Jordan, ma ha fatto giocare Jordan in un contesto di squadra. Anzi, non permetteva nulla a Jordan. In una gara, all’intervallo, sopra di 20-25 punti, Jordan aveva già una valanga di punti, una caterva di rimbalzi e diversi assist. Knight nello spogliatoio: «Michael, a parte punti, rimbalzi e assist, non stai facendo proprio nulla!». Jordan, giustamente ripreso, ha pure fatto una difesa asfissiante nel secondo tempo. Poi, scelta dei giocatori perfetta: sempre tre tiratori, tre difensori, tre rimbalzisti, tre corridori.
In famiglia
Quando allenavo Milano, ogni domenica chiamavo i miei genitori negli USA. Una domenica mia madre, scherzando con me, risponde: «Hello. Chi è?» Sapeva benissimo che ero io. Io, stando al gioco: «Sono il tuo allenatore di basket preferito». Lei: «Allora, sto parlando con Bobby Knight?» Io: «Mom! No. Sono tuo figlio e sono molto più bravo di Bobby Knight». Lei: «Sarai mio figlio, ma Bobby Knight è il mio coach preferito». Era poco tempo dopo il famoso lancio della sedia in campo per protesta con l’arbitraggio. Mia madre: «Lui ha lanciato quella sedia abbastanza forte per fare un grande rumore ma non abbastanza forte per colpire qualcuno!». Conoscendo Knight, gli ho scritto una lettera, raccontando questo episodio. Lui mi scrive: «Dammi nome, cognome e indirizzo». Io gli scrivo: «Lillian Peterson ecc». Tre giorni dopo, arriva un pacco a mia madre con un pullover rosso bellissimo (esattamente come quello che lui indossava per le partite) con una lettera “L” in bianco in mezzo, un regalo fantastico. Lei gli ha scritto una lettera di ringraziamento e io sono rimasto numero due in casa Peterson. Quando passavo da lei in estate, potevano esserci 40 gradi all’ombra e Lillian Peterson aveva addosso quel pullover. Lei: «Quando vado all’altro mondo, mettetemi addosso questo maglione!»
Olimpia
Come tanti sanno, Mario Fioretti, storico vice allenatore di Milano, è stato a scuola di Bobby Knight per un’estate. Poi Knight ha scritto all’Olimpia una raccomandazione. Così Mario, un tesoro-patrimonio del club, è stato preso. Ovvio, scherzo su questo. Due anni fa, vedo Ettore Messina con Mario e dico: «Ettore! Bravissimo! Stai facendo un grande lavoro». Ettore: «Grazie, Coach». Io, con un finto coltello in mano: «Ettore! Quasi bravo come Bobby Knight!». Risata di Ettore che conosce la storia perfettamente. Quindi, Bobby Knight era un’icona del basket NCAA, idolo in casa Peterson e “consigliere” per l’Olimpia Milano. Un en plein.
Bobby Knight
Nato a Massillon (Ohio, Usa) il 25 ottobre 1940, morto a Bloomington (Indiana) il 1° novembre 2023.
La carriera
Playmaker a Ohio State, ha allenato dal 1965 al 1971 gli Army Black Knights, l’accademia militare di West Point, dal 1971 al 2000 Indiana e dal 2001 al 2008 Texas Tech.
Dal 1979 al 1984 ha allenato gli USA.
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Le vittorie
Da giocatore il titolo NCAAnel 1960 a Ohio State.
Da allenatore 3 titoli NCAAcon Indiana (1976, 1981, 1987), un NIT (1979) e con la Nazionale USA l’Olimpiade 1984
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Il record di Indiana: vinse il titolo 1976 senza perdere mai
L’Indiana del 1975-76, allenata da Bobby Knight, conquistò il titolo NCAA dopo 32 partite vinte e 0 sconfitte. È un record tuttora imbattuto. In quella squadra c’erano tre giocatori che poi si sono visti in Italia: Tom Abernethy a Brescia dal 1981 al 1983, Scott May dal 1983 al 1988 a Brescia, Torino, Roma e Livorno, Kent Benson a Cantù nel 1988-1989. Nella finale di Philadelphia vinta contro Michigan 86-68, May segnò 26 punti e Benson con 25 fu premiato miglior giocatore della Final Four.
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Più gare al college
1. Jim Boeheim - 1456 panchine
Syracuse 1976-2023
2. Mike Krzyzewski - 1438
Army West Point 1976-80 e Duke 19802022
Mount St. Mary’s 1955-2003
3. Jim Phelan - 1354
Mpount St. Marys 1955-2003
6. Bobby Knight - 1273
Army West Point 1965-71
Indiana 1971-2000
Texas Tech 2001-2008
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