Operazione TRIPLETE
Pogacar ancora tu «ardenne, che sfida» oggi all’Amstel riparte la caccia
In Olanda l’iridato rientra dopo la Roubaix: ha la nuova bici e punta anche a Freccia e Liegi Grande attesa per il duello con Evenepoel
di Ciro Scognamiglio @cirogazzetta
La Gazzetta dello Sport - Domenica 20 Aprile 2025
Pagina 51
Cambiano avversari e scenari, panorami e percorsi. Cambia tutto, o quasi, ma quella sagoma dai riflessi arcobaleno che o vince oppure ci va vicino c’è sempre. Tadej Pogacar ha accarezzato la Milano-Sanremo (3°), dominato il Giro delle Fiandre, chiuso secondo al debutto la Parigi-Roubaix, ma non è (ancora) andato in vacanza prima di cominciare a preparare il Tour de France. Tutt’altro: dei grandi appuntamenti di un giorno di primavera non se ne vuole perdere neppure uno. Oggi all’Amstel Gold Race, via ufficiale della campagna delle Ardenne, il campione del mondo avrà il numero 41 sulla schiena e il ruolo ormai consueto di uomo da battere. Stessa storia mercoledì alla Freccia Vallone, e domenica prossima alla Liegi-Bastogne-Liegi, per completare quel tris di successi nella stessa stagione a cui era stato già molto vicino nel 2023. Unfinished business, l’espressione inglese: significa un conto lasciato aperto, da chiudere. Pogi lo sa: «Abbiamo lasciato le classiche del pavé a testa alta – le parole dello sloveno, che utilizzerà per la prima volta in gara la nuova V5Rs della Colnago, “dimagrita” e più aerodinamica –. Penso che possiamo essere soddisfatti di quanto abbiamo fatto in quelle gare, che sono state belle e combattute. Le Ardenne sono una nuova sfida, tre grandi appuntamenti in otto giorni e siamo in grado di competere in ognuno. Quanto all’Amstel, ho dei bei ricordi...».
Panorama
Non esiste un percorso che escluda a prescindere le possibilità di Pogacar. Quello dell’Amstel Gold Race n° 59 dissemina 34 salitelle lungo i 256 chilometri tra Maastricht e Berg & Terblijt: il Cauberg resta il simbolo, sarà affrontato tre volte, ma rispetto allo scorso anno gli organizzatori lo hanno "riportato" più vicino al traguardo – circa 2 km – per l’ultimo passaggio. Potrebbe essere il preludio a una corsa più bloccata, se non fosse che in questa fase storica è sparita ogni remora in termini di attacchi da lontano. E se gli altri grandi protagonisti dei primi tre Monumenti – su tutti Mathieu van der Poel, re di Sanremo e Roubaix, con Filippo Ganna e Mads Pedersen a dividersi ciò che restava dei podi – si sono presi una pausa, all’Amstel Gold Race non è difficile individuare chi seguire in prima battuta a parte Pogacar. Wout Van Aert è all’ultima chiamata di questa primavera dopo una serie infinita di piazzamenti, poi farà rotta sul Giro d’Italia dove sarà al debutto; Tom Pidcock è il vincitore uscente dell’Amstel; Thibau Nys l’emergente pronto a stupire.
Numeri
Ma l’alternativa numero uno è Remco Evenepoel, e la Freccia del Brabante di venerdì lo ha ribadito: il biolimpionico era reduce dall’incidente in allenamento del 3 dicembre e non correva dall’ultimo Lombardia (più di 6 mesi), ma questo non gli ha impedito di mettere in scena una fuga di 47 chilometri per poi battere in volata Van Aert. Lui e Pogacar si sono divisi le ultime 4 Liegi-Bastogne-Liegi dal 2021, due a testa, ma nella Doyenne uno scontro diretto non si è mai visto. Al Lombardia 2024 Tadej aveva fatto valere una superiorità indiscutibile – Remco si era piazzato secondo a 3’16” – ma come ha detto il belga «se non credessi di avere qualche possibilità di batterlo, neppure mi presenterei al via». Il dominio di Pogi è (anche) nei numeri: nel ciclismo il ranking è meno seguito, diciamo così, rispetto ad altri sport (per esempio il tennis), ma lo sloveno ha fatto comunque segnare grazie al secondo posto della Roubaix un nuovo record di punti a quota 12.850. Per rendere l’idea: messi insieme il secondo, Evenepoel, il terzo, Van der Poel, e il quarto, Roglic, arrivano a 13.142...
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