Il caso Hackman


Mistero sulla morte della star, in casa anche il corpo della moglie
Lo sceriffo: «Deceduti da tempo»
L’attore trovato nella villa di Santa Fe. Morto uno dei tre cani Tutte le piste

"Un grande artista, fonte di ispirazione e magnifico nel suo lavoro e nella sua complessità. 
Piango la sua perdita e celebro la sua esistenza"
   - Francis Ford Coppola

"Gene Hackman è stato davvero grande, un attore brillante. 
E non solo in uno, due o tre film, ma in una dozzina di classici"
  - Don Winslow

"Una giornata molto triste per la famiglia del cinema. 
Le mie condoglianze agli amici, ai parenti e agli amanti del cinema"
   - Antonio Banderas

28 Feb 2025 - Corriere della Sera
Renato Franco
© RIPRODUZIONE RISERVATA 

Anche la sua morte sembra assomigliare a uno dei suoi film, con un tocco di giallo intenso e qualche mistero — quasi horror — che per ora non ha risposta.

Gene Hackman è stato trovato morto nella sua casa di Santa Fe, assieme alla moglie Betsy Arakawa e a uno dei loro tre cani. Quel che sembra certo — secondo quanto ha riferito lo sceriffo della contea — è che sui loro corpi non è stato trovato alcun segno di trauma. Da qui però si diramano una serie di ipotesi che alimentano tanti dubbi. Anche perché la polizia ha classificato la morte come «sospetta» e le indagini — per il momento — non escludono nulla: omicidio, suicidio, morte accidentale o per cause naturali (certo in tre, cane compreso, pare davvero poco probabile), tutto è ancora sul tappeto.

Il mistero più grande è che sebbene i corpi siano stati ritrovati (in camere separate) mercoledì pomeriggio, la polizia non sarebbe stata in grado di identificare l’attore e la moglie fino a giovedì mattina: come mai così tanto tempo?

«Erano morti da tempo, non voglio azzardarmi a dire da quanto», ha spiegato ieri lo sceriffo Adan Mendoza, che segue le indagini. Gli agenti hanno trovato il corpo della donna «in stato di decomposizione con segni di gonfiore al viso e di mummificazione nelle mani e nei piedi». Ancora Mendoza: «Non ci sono immediati segni di un atto criminale ma non lo abbiamo neppure ancora escluso. Questa è una indagine e teniamo tutto sul tavolo».

Sarebbero stati due addetti alla manutenzione a scoprire i cadaveri dopo che per due settimane non avevano visto la coppia. La porta di casa era aperta, senza tracce di effrazione. La moglie è stata trovata riversa sul pavimento di un bagno, una manciata di pillole sparse su un bancone da una boccetta di medicinali aperta. Il detective che ha visto la scena immagina che la donna possa essere caduta «bruscamente a terra». L’attore invece è stato ritrovato «in cucina, completamente vestito, con i suoi occhiali da sole accanto al corpo». Gli inquirenti credono la sua morta possa essere stata improvvisa.

Intervistato dalla Fox un perito patologo ha invece ipotizzato che l’attore e la moglie siano morti per «avvelenamento accidentale da monossido di carbonio». Una possibilità che la polizia ha negato, ma che invece la famiglia dell’attore sostiene, come ha detto Elizabeth (una dei tre figli) al sito Tmz.

L’unica vera certezza è che da oggi di Gene Hackman (al secolo Eugene Allen, nato a San Bernardino, California, il 30 gennaio 1930) rimangono 101 film tra cui una dozzina di interpretazioni memorabili, due Oscar, quattro Golden Globe, cinque romanzi tra finzione storica, avventura e thriller, un paio di vittorie come corridore automobilistico e un asteroide (il 55397 Hackman) a lui dedicato.

Una carriera leggendaria chiusa nel 2004 con il film Due candidati per una poltrona. Il ritiro lo annunciò a posteriori, nel 2008, quando ormai aveva rinunciato a ogni progetto: «La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato in realtà un test da sforzo che ho fatto a New York — disse a Empire —. Il medico mi ha detto che il mio cuore non era in condizioni tali da doverlo sottoporre a uno stress».

Basta cinema. La casa di Santa Fe però già da prima era il porto sicuro di Hackman e di sua moglie, un’abitazione che era anche stata pubblicata sulla rivista mensile Architectural Digest nell’aprile del ’90. Quando l’avevano presa era «orribile», ma poi l’avevano trasformata insieme in uno spazio «leggero e slanciato» con una pianta aperta e una miscela di stili, in cima a una collina di dodici acri (50 mila metri quadrati) con una vista a 360 gradi che spaziava fino alle montagne del Colorado.

Hackman, che rilasciava pochissime interviste, si teneva lontano da Hollywood: «Là tutto ruota intorno al cinema: le conversazioni, le persone che vedi, la vita quotidiana. È un mondo narcisistico dove si finisce per scordare il motivo per cui si fa questo mestiere».

***



Arakawa, la pianista nata alle Hawaii conosciuta in palestra

28 Feb 2025 - Corriere della Sera
R. Fra.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Una vita privata gelosamente custodita. Della moglie di Gene Hackman — la pianista Betsy Arakawa (63 anni, sposata nel 1991) — si sa poco, a partire dalla data di nascita che rimane appesa in un giorno indefinito all’inizio degli anni 60, alle Hawaii. I due si erano conosciuti in una palestra in California, dove Arakawa lavorava part-time mentre proseguiva parallelamente la sua carriera nella musica classica

Era la metà degli anni Ottanta e Gene Hackman non si è mai stancato di sottolineare che il matrimonio con la prima moglie (Faye Maltese, con cui era stato sposato dal 1956 al 1986) non era naufragato per l’arrivo di Betsy. «Non ho lasciato la mia prima moglie per una donna più giovane — aveva raccontato l’attore —. Ci siamo semplicemente allontanati. Quando si lavora in questo settore, il matrimonio richiede molto lavoro e amore». 

La coppia non ha avuto figli, ma Arakawa si è sempre occupata e preoccupata dei tre ragazzi (due femmine e un maschio) nati dal precedente matrimonio: «È difficile essere il figlio di una celebrità. Non potevo essere sempre a casa con loro quando stavano crescendo e poi, vivendo in California, hanno avvertito il mio successo sempre sospeso sulle loro teste» le parole con cui lui riconosceva il ruolo della seconda moglie nell’educazione dei figli di lui. 

Il cinema era anche la loro passione di coppia («ci piacciono le storie semplici che alcuni piccoli film a basso budget riescono a produrre»), mentre il venerdì sera era dedicato a una maratona di Comedy Channel, con particolare predilezione per Eddie Izzard («la sua velocità di pensiero è incredibile»). Quando l’attore si è ritirato dalle scene si è tuffato nella scrittura, pubblicando il suo primo libro, Wake of the Perdido Star, nel 1999, a cui ne sono seguiti altri quattro. Proprio Arakawa lo aveva aiutato ad affinare la sua prosa. «Se ho uno stile lo devo alle ripetute revisioni, ai suggerimenti degli amici e alle letture puntuali e incrollabili di mia moglie».

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