L’ottava MERAVIGLIA


POGACAR IMPERIALE 
DOMINA IL FIANDRE «UN GRANDE SOGNO E ORA LA ROUBAIX»

Come Merckx, 50 anni dopo: l’iridato fa il bis del 2023 con un attacco sul Kwaremont Pedersen 2°: «È il migliore della storia» Van der Poel 3°

7 Apr 2025 - La Gazzetta dello Sport
di Ciro Scognamiglio @CIROGAZZETTA

Aveva capito tutto. Sapeva già che cosa sarebbe successo, perché i grandi campioni sono dei visionari che hanno lo straordinario potere di trasformare i pensieri in realtà, e la cronaca in storia: glielo consente un talento immenso, oltre a tutto il lavoro che fanno per esaltarlo. Tadej Pogacar giovedì aveva parlato così del Giro delle Fiandre: «Rispetto alla Sanremo sarà un’altra storia. La corsa è più dura. E ci sono più opportunità per me di fare la differenza...». E com’è che andata, in quest’altra benedetta domenica? Il campione del mondo ha sbranato la Ronde più veloce della storia – 44,981 di media sui 268,9 km tra Bruges e Oudenaarde – attaccando una, due, tre, cinque volte (otto, contando altre progressioni rilevanti). Ai meno 18 km, sul Vecchio Kwaremont, l’affondo decisivo come due anni fa: si è piegato Mathieu van der Poel, due settimane prima in trionfo a Sanremo e a caccia del poker qui, si sono piegati tutti gli altri e Pogi è arrivato con 1’01” di vantaggio su Pedersen, lo stesso van der Poel e Van Aert.

Piano 

Secondo Fiandre dopo quello del 2023, stavolta da iridato. Ottava Monumento, come nessuno in attività — solo in 5 meglio nella storia — a 26 anni. Unico con Eddy Merckx ad avere vinto almeno 2 Tour (3 nel suo caso) e 2 Fiandre (Eddy il secondo lo vinse il 6 aprile 1975, 50 anni fa esatti, sempre da iridato e da re del Tour in carica). Era un po’ stanchino, diciamo così, nella prima intervista a caldo, e meno male: «Si è realizzato un sogno, è stata dura ma ce l’abbiamo fatta, sono felice. Abbiamo eseguito il piano nonostante alcuni miei compagni siano caduti. Noi non ci arrendiamo mai. Dovevamo rischiare, ci siamo riusciti». E all’orizzonte c’è il debutto alla Roubaix di domenica: «Sarà diversa, ma ho accettato la sfida e cercherò di fare il meglio. Il Fiandre mi si adatta di più, ma spero di avere dal team un sostegno ancora maggiore. Sarà difficile, però con questa forma posso provare a vincerla». L’immensità di Pogacar è anche nelle parole di Mads Pedersen: «Dobbiamo accettare che gioca in un altro campionato. È il migliore della storia». La firma più nobile al termine di una giornata bella, vibrante, baciata come previsto dal sole e incorniciata da un milione di persone a bordo strada, perché il Fiandre resta anzitutto una festa di un popolo. Una giornata in cui c’è stato il brivido per una caduta iniziale di Mathieu van der Poel. «Ma i danni sono stati superficiali e non hanno influito. Nel finale ero al limite, devo essere contento del podio»: poi ha rivelato di essere stato malato dopo Harelbeke, e avere assunto antibiotici per alcuni giorni. E in cui l’Italia si è vista, sì: con Romele nella fuga iniziale, e con Trentin, Ballerini (poi 10°) e Ganna allo scoperto per tentare di anticipare. Filippo è piaciuto: ha cominciato a soffrire a 44 km dalla fine, ma ha chiuso 8° vincendo la volata del gruppo. Alla Roubaix potrà essere della partita.

Concreto 

Pogacar, cominciando a muoversi a 56 km dalla conclusione, intanto aveva fatto capire di non voler accettare una seconda sconfitta dopo la Sanremo: all’ultimo passaggio sul Paterberg (-13,5 km) ancora volava e così è iniziato il conto alla rovescia verso il trionfo, il settimo al Fiandre di un iridato l’anno prima. «Dopo aver vinto con questa maglia speciale, non so che cosa posso chiedere di più. Con Mathieu siamo 1-1 dopo la Sanremo? Non guardo a queste cose, non avevo rivincite da prendermi. Ci pensate voi, più di noi. Noi cerchiamo di correre al massimo delle nostre possibilità, sempre, e basta. Ho dovuto davvero tirare fuori il mio meglio, questa è una generazione di corridori fantastica». E vogliamo parlare di tutto quello di cui Tadej è contemporaneamente campione in carica? Giro, Tour, Fiandre, Liegi, Lombardia, Mondiale... Niente che si faccia in bici gli è precluso. Neanche la Roubaix. 


Da sinistra: Mads Pedersen, 2°, 29 anni, campione del mondo 2019; Tadej Pogacar, 26, iridato in carica; Mathieu Van der Poel, 30, primo al Mondiale 2023. Erano già saliti sul podio del Fiandre nel 2023: in quel caso, primo Pogacar, secondo Van der Poel e terzo Pedersen

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