La storia di Eugen Salomon: il fondatore del Mainz ucciso ad Auschwitz
di ROBERTO BRAMBILLA
Bundesitalia.com, 16 marzo 2021
Per scoprirla nella sua interezza ci sono voluti più di 70 anni. È la storia di Eugen Salomon, uno dei fondatori del Mainz, club di Bundesliga. Una vicenda persa nelle nebbie di uno dei periodi più bui della Germania e dell’Europa.
Un borghese, amante del Gioco
Eugen, classe 1888, è il figlio di un tappezziere di Wörrstadt, nel nord del Rheinland-Pfalz, che nel 1900 si trasferisce insieme alla sua famiglia, una ventina di chilometri più a sud, a Mainz. Della sua gioventù si sa poco se non che il 16 marzo 1905 è al Cafè Neun, nel centro della città del carnevale, quando nasce il 1. Mainzer Fußballclub "Hassia" 05. Sette mesi dopo, nell’ottobre 1905, nell’assemblea straordinaria di quella nuova società viene eletto presidente. Ha solo 17 anni, ma è sotto la sua guida che nel giugno 1906 il 1. Mainzer Fußballclub "Hassia" 05 viene accolto nella Verband Süddeutscher Fußball-Vereine, l’associazione che raccoglie i club del sud della Germania.
Imprenditore e dirigente
Nella società biancorossa Salomon, che durante la Grande Guerra ha vissuto in Lorena, ci rimarrà per quasi 30 anni con diversi ruoli: come presidente, membro del board di presidenza e anche come sponsor, lui che negli anni Venti è prima il proprietario di varie aziende tessili e poi rappresentante di tessuti. Il club cambia, a partire dal nome (nel 1919 diventerà 1. Mainzer Fußball- und Sportverein 05) e dalle ambizioni. Dal 1920 in avanti il Mainz gioca con le migliori squadre della zona, compreso il grande Norimberga di Stuhlfauth e Kalb, già campione di Germania.
L’espulsione
A cambiare la storia di Salomon e degli ebrei tedeschi la salita al potere di Hitler nel gennaio 1933. Neanche tre mesi dopo, il 9 aprile, diversi club della Verband Süddeutscher Fußball-Vereine si schieravano a favore del nascente regime e si impegnavano a escludere gli ebrei dalle rispettive attività. Tra i firmatari non c’è il Mainz che però il 10 agosto, in un’assemblea straordinaria dei soci, decide di cacciare i suoi membri di religione ebraica, come Salomon, Carl Lahnstein o Erwin Drucker, quest’ultimo pure tesoriere del club.
L’esilio e la fine
Per molti anni la storia conosciuta di Eugen si era interrotta al 1933, alla sua cacciata dal Mainz. Successivamente alcuni storici locali hanno ricostruito il resto della vita del fondatore dei biancorossi. Già nell’estate 1933 lui e la sua famiglia, compresi i suoi due bambini sono fuggiti in Francia, dove hanno vissuto tra gli altri a Bourges, vicino a Orleans. Qui li coglierà nel 1940 l’invasione tedesca del Paese transalpino. I suoi connazionali lo arresteranno su delazione dei suoi vicini francesi nel 1942 e lo deporteranno prima a Drancy e poi nel novembre di quello stesso anno ad Auschwitz. Morirà il 14 novembre, probabilmente nelle camere a gas. Sua moglie Alice e i suoi figli Erwin e Alfred sopravviveranno. Uno dei suoi eredi si presenterà negli anni Cinquanta al Mainz, raccontando che suo padre è morto, ma non specificando come.
La riscoperta e gli omaggi
Nel 2010 il nome di Salomon e la sua storia riemergono perché, mentre si sta costruendo l’attuale Opel Arena, i Supporters Mainz, il gruppo che raccoglie i tifosi dei biancorossi, vorrebbero chiamare con il suo nome, la Arenastraße, una delle vie vicine all’impianto. La proposta viene discussa e sarà accettata solo dopo mesi di dibattito. Il 5 marzo 2013, giorno del 125-esimo compleanno di Eugen Salomon, a Mainz in Boppstraße 64, dove l’ex presidente aveva abitato negli anni Venti, vengono installate, quattro “pietre d’inciampo”, una per ogni membro della famiglia Salomon. Cinque anni dopo il volto di Eugen gli ultras lo porteranno in curva, per festeggiare i 130 anni dalla sua nascita.
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