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Visualizzazione dei post da aprile, 2023

City are magnificent but are struggling to match thrills and spills of United’s treble

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Jonathan Wilson The Observer - Sunday, 30 Apr 2023 Does anybody other than City fans recall any of their group games this season? Manchester City are brilliant. They can win games with and without the ball. They can stifle teams with possession or eviscerate them on the counter. They can produce moments of breathtaking combination play but also have in Erling Haaland a forward with a set of attributes, physical and technical, that has been seen only perhaps half a dozen times before. They are magnificent and seemingly on course for a treble. They are also a symptom of the financial structures that are destroying the game football was once understood to be. The naive and the wilfully blind will say there have been dominant teams before, but not like this there haven’t. Assuming City do go on to win the Premier League, this will be the third time in English history a club have won five titles in six seasons: Liverpool did it between 1979 and 1984 and Manchester United between 1996 and 20

HOOPS MEMORIES - Bernard King, Re per una notte

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AMAZON https://www.amazon.it/Hoops-Memories-Momenti-basket-americano-ebook/dp/B01JAC2GTQ SPOTIFY https://open.spotify.com/episode/3hI4sTcUOi1sMfrOGKMuLh 27 aprile 1984, Joe Louis Arena, Detroit (Michigan) Playoff NBA, Eastern Division, primo turno, gara-5 Detroit Pistons-New York Knicks 123-127 (OT) di CHRISTIAN GIORDANO, Black Jesus Il capitano dei Knicks 1983-84 è Bernard King, 27enne di Brooklyn che il giorno dell’investitura piangeva dalla commozione.  Prima ancora che newyorchese, l’ex leggenda dei playground della City era un Knick «dentro» e coach Hubie Brown ne aveva fatto il perno dell’attacco: l’illimitato bagaglio di finte, di movimenti, specie lo spin move (la rotazione su se stesso), e l’incredibile velocità di rilascio nel tiro, costituivano un potenziale offensivo devastante. Secondo Marv Albert, storico telecronista dei bianco-blu-arancio, «l’arma più pericolosa e spettacolare nella storia dei Knicks». Quell’anno New York raggiunge tranquillamente i pl

DA KAMENKO A MOZART

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https://www.sport-e-cultura.com/2023/04/27/da-kamenko-a-mozart/?fbclid=IwAR0uS-cfcIUKuCXOmQKch-T3hD7_hNIX80pLgUVXrY6JTyOQ1uXP311SowE di SIMONE BASSO Sport e cultura, giovedì 27 aprile 2023 Non è difficile scrivere qualcosa di originale su un mito. Se il personaggio in questione è stato (giustamente) beatificato, l’impresa diventa quasi banale. Dražen Petrović Mikulandra ha oltrepassato lo status di grande sportivo per diventare un’icona popolare, purtroppo nella maniera più assurda. Così, da quel pomeriggio piovoso di trent’anni fa in Germania , si è trasfigurato in un’icona. Compito di questa biografia agnostica è illuminarne i meriti meno banali e le contraddizioni più nascoste. “Sono nato per il basket. Il mio desiderio è sempre stato quello di essere il migliore e per diventarlo sono disposto a tutto.”      -  Dražen Petrović  A Sebenico, in via Petra Preradovida , Dražen crebbe a pane e basket: merito di una famiglia appassionata, di papà Jole e del fratello Aza , se quel bimbo

HOOPS PORTRAITS - Dottrina Monroe

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AMAZON https://www.amazon.it/Hoops-Portraits-Ritratti-basket-americano-ebook/dp/B07JC4X181 PODBEAN https://www.podbean.com/ew/pb-7umag-13ebd02 SPOTIFY https://open.spotify.com/episode/7kX36vTUV6pq8YCBGuqOpC di CHRISTIAN GIORDANO  © ©  Black Jesus Magazine -  © Rainbow Sports Books Chi ha avuto la fortuna di vederlo in azione difficilmente potrà dimenticarne il fiuto cestistico, il bagaglio di movimenti (su tutti il suo iconico spin move , l'avvitamento su stesso),  la capacità di scovare, per quanto marcato e raddoppiato se non addirittura triplicato, un tiro, o un passaggio illuminante, e sempre preciso al millimetro.  Ma a differenza di un Dr. J  o di un Michael Jordan, abituati a volare, Earl "the Pearl" Monroe era immarcabile nonostante le ginocchia scricchiolanti, che quasi gli impedivano di staccare da terra. E spesso con i suoi trucchi da "Black Magic" ingannava così bene l'avversario diretto da riuscire a tirare senza nemmeno lasciare del tu

HOOPS PORTRAITS - Haywood boulevard

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AMAZON https://www.amazon.it/Hoops-Portraits-Ritratti-basket-americano-ebook/dp/B07JC4X181 PODBEAN https://www.podbean.com/ew/pb-86hrs-13f048d SPOTIFY https://open.spotify.com/episode/7resWKIzCnHp9fKVViEv2N di CHRISTIAN GIORDANO © La saga di Spencer Haywood è come la fiaba (vera) di Cenerentola. Nato nel 1949 a Silver City, nel Mississippi, sin da ragazzino Spencer si era guadagnato il pane spezzandosi la schiena nei campi di cotone insieme con il resto della cucciolata di casa-Haywood: dieci tra fratelli e sorelle. Il padre era morto, ammazzato più che da una malattia dalla fatica delle tante, troppe ore di lavoro come carpentiere e la madre guadagnava una miseria pulendo pavimenti.  A tredici anni Spencer si trasferì in cerca di fortuna con un fratello a Chicago, ma presto si trovò coinvolto fra bande e sparatorie. Per fortuna riuscì a sottrarsi in tempo da quel tipo di ambiente. Una fortuna con le sembianze di un pallone da basket. Andando a zonzo per Detroit, Spence

Liegi '23, il giardino dell'Even

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PODBEAN https://www.podbean.com/ew/pb-6nj3r-13edcde SPOTIFY https://open.spotify.com/episode/1RjewAWncSHnJli32PJoPv Una, e due. Ma non Duel .  Doveva essere uno contro l'altro praticamente amici, la Liegi #109: il campione del mondo e vincitore uscente, Remco Evenepoel, contro Tadej Pogacar, il dominatore della stagione: primo come nessuno mai a Fiandre, Amstel e Freccia. Invece, prima ancora di entrare nel vivo delle côte, dopo 84,5 la Doyenne , la più antica delle monumento, aveva già perso l'altra metà del cielo: se possibile ancora più cupo del solito, a queste latitudini. Frattura scomposta e multipla al polso sinistro per lo sloveno, subito operato a Gand. Tour de France non a rischio, ma che botta. E out per cinque-sei settimane. Ho saputo della brutta caduta di Tadej Pogacar,  gli faccio i miei migliori auguri di riprendersi presto.  Spero stia bene.  - Remco Evenepoel Fuori corsa il Merckx dei nostri tempi, Remco ha fatto l'Hinault, scherzando da le Patron gara e

1967 - Building a Super Team: Champions and Tragedy

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https://flandriabikes.com/pages/building-a-super-team-champions-and-tragedy 1962 had been a stellar year for the team, having won 101 races, but after the departure of Van Looy and his key lieutenants, the team needed to be rebuilt. Now under Flemish control, the team decided that a different approach was needed. Unlike all the other teams, Flandria decided that the squad would no longer be built around a single team leader. Strength in depth was more considered more important and the team became known for encouraging and nurturing new talent, and instilling in the riders that it was the success of the team, rather than individual success that mattered. This was to be achieved through the characteristically Flemish virtues of hard work, tenacity and mental toughness. Aspiring young Belgian cyclists dreamed of joining the Flandria squad, and when they were lucky enough to get signed, they felt they had no alternative but to produce results that would honor the Flandria tradition. Walter

«Le coureur du siècle»

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“Cette année, il est vraiment sur une autre planète"  -  VICTOR LAFAY (COFIDIS, 6'e HIER) Avec 12 victoires en 18 jours de course cette année, dont la dernière, hier, a encore laissé tous ses adversaires pantois, Tadej Pogacar est sur les bases d’une saison historique. 20 Apr 2023 - L'Équipe DE NOTRE ENVOYÉ SPÉCIAL GAÉTAN SCHERRER HUY – Mattias Skjelmose ne savait pas trop quoi penser de sa deuxième place au sommet du mur de Huy: le grimpeur danois de 22 ans ne s’était jusqu’alors jamais illustré sur une classique, il aurait volontiers signé pour un tel résultat dans la matinée mais ne pouvait s’empêcher d’éprouver quelques regrets à l’idée d’être passé si près d’un exploit majuscule. Puis il a évoqué son bourreau et a fini par lâcher: «En fait, je ne peux que me satisfaire de n’avoir été battu que par celui qui deviendra peut-être le plus grand coureur de l’histoire. Pour l’instant, et malheureusement pour moi, je ne lui vois aucun point faible. C’est le genre de coureur

IRRÉSISTIBLE

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Sans surprise, Tadej Pogacar a posé tout le monde, quand il l’a souhaité, hier dans le mur de Huy. Le voilà toujours en route pour réaliser le triplé sur les courses vallonnées, avant le bras de fer avec Remco Evenepoel dimanche dans Liège-Bastogne-Liège. 20 Apr 2023 - L'Équipe DE NOTRE ENVOYÉ SPÉCIAL ALEXANDRE ROOS From page 1 HUY (BEL) – Qu’ya-t-il à écrire devant une telle domination? Que restet-il de cette ultime ascension du mur de Huy, sinon la sensation de se confronter aux forces de l’inéluctable, de se recroqueviller face au rouleau compresseur Tadej Pogacar? Avant chaque course, on a beau lui chercher des poux, réviser nos formules de trigonométrie pour trouver un angle qui permettrait de le faire trébucher, le Slovène est un bulldozer bloqué sur la marche avant, qui gomme toutes les failles, qui terrasse toutes les difficultés pour aboutir à une solution inéluctable : il est le plus grand coureur du moment, et sans doute bien au-delà, rien ne saurait lui résister et c’es

CAPITOLO 34 - No Mike, no Nike

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“Eravamo alla ricerca di personalità trascinanti, che potessero oltrepassare le barriere razziali, e mio figlio, che all’epoca aveva 17 anni, e i suoi amici mi avevano assicurato che un Michael Jordan sarebbe stato un investimento migliore di un Larry Bird. Avevano ragione.”    – Phil Knight “It's gotta be the shoes...”     – Slogan Nike (1991) della Nike, regia di Spike Lee  “It was never the shoes...”    – Cartello di un tifoso dei Chicago Bulls, stagione 1995-96 di CHRISTIAN GIORDANO © Michael “Air” Jordan Rainbow Sports Books  ©  La Nike era stata un’azienda che aveva ricavato immensi profitti tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Ottanta, quando era in voga il cosiddetto boom del running. Nella seconda parte del decennio, quel fenomeno era giunto fino a noi, seppure un po’ annacquato e in ritardo, come tutti i fenomeni d’Oltreoceano, con il fiorire della cultura del benessere fisico, delle palestre, del fitness, come dire, un po’ “all’amatri