Stephen Roche, il re d'Irlanda
20-01-2011
Da giovane operaio meccanico a numero uno del ciclismo mondiale. E' la storia di Stephen Roche, il "re d'Irlanda" nato ciclisticamente in Francia con la maglia della formazione dilettantistica parigina ACBB Boulogne-Billancourt. Un trasferimento obbligato, il suo, per prepararsi alla gara su strada dei giochi olimpici di Mosca 1980 che però lo rese celebre agli addetti ai lavori: un vero ribelle, il giovane Stephen che per restare in Francia riuscì ad imporsi nella Parigi-Roubaix riservata ai dilettanti.
"Ti rispedisco in Irlanda oggi stesso se non vinci" gli disse il ds secondo la leggenda e il giovane irlandese, centrò la fuga con il belga Dirk Demol e brunciandolo in volata all'interno del velodromo di Roubaix.
Nonostante avesse concluso sul podio anche la Paris-Eze, un infortunio al ginocchio dovuto ad una suola difettosa non gli permise di essere protagonista nella gara olimpica di Mosca; tornato in Francia, ebbe un periodo strepitoso tra agosto e ottobre, vincendo 19 gare e ottenendo un contratto professionistico con la Peugeot-Shell-Michelin per la stagione 1981.
La prima vittoria da professionista la conquistò battendo niente meno che Bernard Hinault al Giro della Corsica. Meno di un mese dopo vinse la Parigi-Nizza (nonostante avesse preso un raffreddore nella discesa del Mont Ventoux) e concluse la sua ottima stagione d'esordio vincendo anche il Tour d'Indre et Loire e l'Étoile des Espoirs, oltre ad un secondo posto dietro Hinault al Gran Premio delle Nazioni. Nel 1982 arrivò solo il secondo posto nell'Amstel Gold Race, ma la sua scalata al successo continuò nel 1983 con le vittorie al Giro di Romandia, al Gran Premio di Vallonia, all'Étoile des Espoirs ed alla Parigi-Bourges. Nel Tour de France 1983 si piazzò al tredicesimo posto; concluse la stagione con una medaglia di bronzo ai mondiali su strada di Altenrhein, in Svizzera, battuto da Greg LeMond e Adrie van der Poel.
Nel 1984, dopo i problemi contrattuali con la Peugeot, approdò alla La Redoute senza però perdere il vizio della vittoria: suo ancora il Giro di Romandia, la Nizza-Alassio e la Subida a Arrate e anche il secondo posto alla Parigi-Nizza. Nel 1985 vinse il Critérium International, il Tour du Midi-Pyrénées, fu secondo alla Parigi-Nizza e terzo alla Liegi-Bastogne-Liegi. Al Tour de France 1985 vinse la 18ª tappa, con arrivo sul Colle d'Aubisque, e concluse la gara sul podio al terzo posto, a 4 minuti e 29 secondi dal vincitore Bernard Hinault.
Nel 1986, mentre gareggiava ad una Sei giorni con il professionista britannico Anthony Doyle al Paris Masters di Bercy, si schiantò e si infortunò seriamente al ginocchio destro. Questo infortunio pregiudicò la sua stagione 1986, la prima con la Carrera Jeans. Un infortunio che gli causò problemi cronici alla schiena per il resto della carriera, costringendolo a correre con una gamba nettamente più corta dell'altra: un piccolo handicap che lo portò ad utilizzare per primo i nuovi pedali a sgancio rapido. Anche l'intervento chirurgico fatto dall'esperto Dr. Muller-Wohlfahrt di Monaco di Baviera servì a poco: tutto questo, però, non gli impedì di correre da assoluto protagonista la primavera del 1987, quando vinse la Volta a la Comunitat Valenciana e il Giro di Romandia per la terza volta, e si classificò quarto, con una vittoria di tappa, alla Parigi-Nizza. Concluse al secondo posto anche la Liegi-Bastogne-Liegi. A questi risultati seguirono le tre tappe e la classifica finale del Giro d'Italia: fu lui il primo vincitore della corsa rosa non proveniente dall'Europa Continentale.
Una vittoria epica, quella al Giro d'Italia, conquistata contro tutti e contro tutti: il pubblico e la Carrera, infatti, erano tutti schierati dalla parte di Roberto Visentini, che aveva vinto il Giro nell'anno precedente. L'unico compagno a correre per Stephen Roche era il fidato Eddy Schepers, anche se Roche ottenne il supporto dei corridori della Panasonic e dei compagni di squadra alla ACBB del vecchio Robert Millar e dell'australiano Phil Anderson.
Altri tempi, altro ciclismo: basti pensare che le vittorie di tappa Roche le conquistò nella cronometro a squadre, nella cronodiscesa di 8 km dal Poggio a Sanremo, nella cronometro individuale (alla 22^ tappa) che si corse a Saint-Vincent.; vittorie importanti anche se a decretarne il successo in classifica finale fu il vantaggio guadagnato nella Lido di Jesolo - Sappada, quando Roche quando Roche andò in fuga solitaria sin dai primi chilometri, fu ripreso nel finale ma ebbe la forza di contrattaccare e togliere la maglia rosa a Visentini.
Dopo un successo così esaltante Roche tentò la scalata al Tour de France: fu quella l'edizione con più salite (e 25 tappe!) del dopo guerra, orfana di Hinault e di Greg Lemond; l'annata era quella giusta per Roche: l'irlandese vinse la decima tappa, una cronometro individuale di 87,5 km conclusasi a Futuroscope e arrivò secondo nella diciannovesima frazione. Nella giornata successiva, una tappa alpina con il Colle del Galibier, il Colle della Madeleine e l'arrivo a La Plagne, si ritrovò ad inseguire il rivale Pedro Delgado partito all'attacco sulla salita finale. Andò in crisi, perse conoscenza all'arrivo ed ebbe bisogno di ossigeno. La maglia gialla cambiò proprietario diverse volte fra Charly Mottet, Roche, Jean-François Bernard e Delgado, prima che Roche sfruttasse la cronometro finale di 35 km per recuperare un ritardo di 30 secondi e vincere il Tour con il secondo distacco minimo fino ad allora, dopo quello di 38 secondi di Jan Janssen su Van Springel nel 1968: 40 secondi (due anni dopo, Greg LeMond batté Laurent Fignon di 8 secondi). Roche diventò così il quinto ciclista a vincere Giro e Tour nello stesso anno. Fu anche il primo irlandese in assoluto a vincere il Tour de France.
A decretarne la consacrazione fu il campionato del mondo di Villach (Austria): Roche aveva lavorato incessantemente per tutta la corsa a favore del compagno Sean Kelly ed era andato in fuga nell'azione decisiva solo per coprire il proprio connazionale. Attaccò a 500 metri dal traguardo e vinse con pochi metri di vantaggio sul gruppo. Con questo successo Rochè diventò il secondo ciclista nella storia a vincere le tre gare nello stesso anno, dopo Eddy Merckx nel 1974: sua, in quell'anno, fu anche la Coppa del Mondo UCI.
Al termine di una stagione del genere, Roche annunciò l'ennesimo cambio di squadra, dalla Carrera Jeans alla Fagor-MBK, portandosi con sé alcuni compagni di squadra tra cui gli inglesi Sean Yates, Malcolm Elliot e. il più volte vincitore della maglia a pois del Tour de France, Robert Millar oltre al fedele gregario Eddy Schepers. La stagione 1988 cominciò male con il riacutizzarsi dell'infortunio al ginocchio che ne decretò il definitivo declino. Ancora molte le vittorie collezionate da un campione dalla forza di volontà inossidabile, con la maglia della Histor Sigma, della TonTon Tapis GB ed ancora una volta la Carrera. Si ritirò dal professionismo alla fine della stagione 1993.
Oggi, Stephen Roche vive in Francia e gestisce un albergo, il "Roche Marina Hotel" a Villeneuve-Loubet, sulla Costa Azzurra dove organizza campi di allenamento per ciclisti sull'isola spagnola di Maiorca. Prezioso anche il suo apporto come commentatore ciclistico sul canale televisivo Eurosport. Sposato con Lydia, ha due figli uno dei quali, Nicolas Roche, è professionista con la AG2R La Mondiale.
ciclismoweb.it
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