Polen über alles
Sto-ri-ca. Non c'è un termine più adatto per definire l'impresa di Varsavia: mai la Polonia aveva battuto la Germania: nei 18 precedenti, sei pareggi e 12 sconfitte; e solo un gol segnato e 2 punti fatti nei 6 match ufficiali. Ci sono riusciti i ragazzi di Adam Nawalka, e addirittura contro i neo-campioni del mondo, imbattuti da 18 partite; l'ultima sconfitta di Loew, proprio qui, allo stadio nazionale, contro l'Italia: 2-1 di Balotelli in semifinale di Euro 2012.
Polonia-Germania, come Polonia-Russia e Germania-Olanda, non sarà mai solo calcio.Troppe e profonde le ferite inferte nel dna dalla Storia: quella con la maiuscola, con l'invasione tedesca nella Campagna di settembre del '39; e quella del calcio, con la battaglia di Francoforte 74, dove la Polonia poi terza a quel mondiale, si arrese al gol di Gerd Mueller in un Waldstadion allagato. La Polonia non voleva giocare, la Germania sì: e chissà come sarebbe finita con Gadocha libero di sprintare su Vogts su un terreno appena normale.
Quello di Varsavia, 40 anni dopo, è invece stregato per la squadra - seppur sperimentale di Joachim Loew.
Il Ct della Mannschaft deve rinunciare agli infortunati Höwedes dietro, a Khedira e Schweinsteiger nel mezzo, e a Özil sulla trequarti. Ma così ha la chance di far debuttare il 24enne Karim Bellarabi, straripante in queste prime sette giornate di Bundesliga. Ed è proprio l'esterno offensivo del Leverkusen ad avere le occasioni migliori. Ma per la Germania, che nelle qualificazioni euromondiali non perdeva dal 2000, non è serata.
I tedeschi fanno la partita, i polacchi aspettano e ripartono. Blitzkrieg, guerra-lampo, così chiamavano a Berlino la campagna di Polonia del '39. E a Varsavia i 55.000 invasati hanno imparato la lezione. E' sempre pericoloso mischiare pallone e politica. Ma quando Lukas Podolski, figlio di polacchi nato e cresciuto a Gliwice, vicino Katowice, centra la traversa, capisci che la Storia, stavolta, guarda dall'altra parte. Dall'altra parte del confine.
Polonia-Germania, come Polonia-Russia e Germania-Olanda, non sarà mai solo calcio.Troppe e profonde le ferite inferte nel dna dalla Storia: quella con la maiuscola, con l'invasione tedesca nella Campagna di settembre del '39; e quella del calcio, con la battaglia di Francoforte 74, dove la Polonia poi terza a quel mondiale, si arrese al gol di Gerd Mueller in un Waldstadion allagato. La Polonia non voleva giocare, la Germania sì: e chissà come sarebbe finita con Gadocha libero di sprintare su Vogts su un terreno appena normale.
Quello di Varsavia, 40 anni dopo, è invece stregato per la squadra - seppur sperimentale di Joachim Loew.
Il Ct della Mannschaft deve rinunciare agli infortunati Höwedes dietro, a Khedira e Schweinsteiger nel mezzo, e a Özil sulla trequarti. Ma così ha la chance di far debuttare il 24enne Karim Bellarabi, straripante in queste prime sette giornate di Bundesliga. Ed è proprio l'esterno offensivo del Leverkusen ad avere le occasioni migliori. Ma per la Germania, che nelle qualificazioni euromondiali non perdeva dal 2000, non è serata.
I tedeschi fanno la partita, i polacchi aspettano e ripartono. Blitzkrieg, guerra-lampo, così chiamavano a Berlino la campagna di Polonia del '39. E a Varsavia i 55.000 invasati hanno imparato la lezione. E' sempre pericoloso mischiare pallone e politica. Ma quando Lukas Podolski, figlio di polacchi nato e cresciuto a Gliwice, vicino Katowice, centra la traversa, capisci che la Storia, stavolta, guarda dall'altra parte. Dall'altra parte del confine.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO
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