Il 2017 dell'All-Star Team Sky


Più che Team Sky, un All-Star Team Sky quello che per il settimo anno in fila prepara a Port d'Alcúdia, Mallorca, la nuova stagione.

Nell’anno in cui l’Italia non avrà squadre World Tour, il ciclismo nostrano può consolarsi con altre eccellenze: nuovo modello di bici e nuovo sponsor tecnico sono italiani, e sempre più italiano è il nucleo di corridori in una struttura iper-professioniale e organizzata che resta, per mentalità e cultura, molto, per alcuni anche troppo British. E in quanto a budget, si viaggia su un altro pianeta. 

Una squadra media World Tour costa, all’anno, 14 milioni di euro. Sky il doppio: 28 milioni. Cioè, uno a corridore in rosa.

È uno squadrone di campioni, quello pilotato da Dave Brailsford, che sarebbero capitani ovunque: l’ex campione del mondo Mikal Kiatowski aiuterà Chris Froome nella doppietta Tour-Vuelta, sfiorata un anno fa; Mikel Landa, dopo un anno di ambientamento e di malanni, al Giro sarà il faro del nuovo acquisto Diego Rosa, seconda punta con autonomia di prendersi poi il Lombardia sfuggitogli a ottobre in volata con Chaves.

Elia Viviani, olimpionico su pista a Rio, punta alla Sanremo e agli sprint al Giro del Centenario. Il povero Salvatore Puccio invece lavorerà per tutti, per tutto l’anno: dalle classiche del Nord – dove nel 2016 Wouter Poels con la Liegi, ha centrato il Monumento del team Sky – ai grandi Giri.

C’è anche la grande speranza Gianni Moscon, che al secondo anno farà Ardenne e pavé, soprattutto il Fiandre poi la Roubaix, e si testerà in un grande Giro. 

L’obiettivo principale resta il poker di Froome al Tour, ma nel 2017 subito dopo c’è il Giro. L’unica eccellenza italiana che l’ All-Star Team Sky ancora non ha.
DA PORT D’ALCUDIA, MALLORCA, PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO

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