Millar, scozzese e scalatore
Un secondo posto al Giro, una tappa vinta, la maglia di miglior grimpeur. L’incredibile storia di Robert dai capelli lunghi…
di Pier Bergonzi, Giro d’Italia – La grande storia
Si chiamava Robert Millar: è stato il primo scozzese a vincere una tappa del Giro d’Italia. È successo a Pila, nel 1987. Nella corsa dell’irlandese Stephen Roche, Millar si rivelò il migliore degli scalatori conquistando la maglia verde e chiudendo al secondo posto della generale davanti al compagno di squadra (nella Panasonic) Erik Breukink. Abbiamo scritto… si chiamava… perché Robert Millar avrebbe cambiato nome e identità sessuale. Qualche anno fa Richard Moore, un giornalista inglese, si mise sulle sue tracce e scrisse il libro Alla ricerca di Robert Millar, senza riuscire a scovarlo. Poi però si seppe che Millar abitava nel Dorset sotto il nome di Philippa York e circolarono delle foto che lo ritraevano con i capelli lunghi e un seno più che accennato.
Come atleta, lo scozzese è stato uno dei grandi scalatori puri degli Anni Ottanta. Quarto nella generale e maglia a pois di leader della montagna al Tour de France 1984, Millar si è presentato al Giro del 1987 con la maglia dell’olandese Panasonic e si è subito segnalato grazie al terzo posto nella Sanremo-San Romolo. Nell’arrivo su uno strappo secco ha concesso 19” al compagno di squadra Erik Breukink e 3” all’australiano Phil Anderson. Avrebbe potuto vincere a Madesimo, quando si è rivelato il più tenace attaccante in salita, ma una fuga da lontano del francese Jean-François Bernard gli ha lasciato soltanto il secondo posto. Nella Como-Pila, alla vigilia della cronometro conclusiva di Saint-Vincent, Millar ha però trovato la via del successo. Lungo la salita piemontese, la maglia rosa Roche ha chiesto ai suoi compagni della Carrera di scandire un ritmo altissimo. Schepers, in particolare, si è dannato l’anima per evitare che una serie di scatti a ripetizione mettesse a rischio la leadership dell’irlandese. Millar avrebbe voluto attaccare fin dalle prime rampe, ha anche provato a mettere il naso alla finestra, ma è stato respinto e si è giocator tutte le carte nell’ultimo chilometro. Al suo scatto secco non hanno saputo rispondere né Roche né quel diesel di Marino Lejarreta. Robert ha guadagnato subito qualche secondo e ha poi gestito con intelligenza gli ultimi metri fino a tagliare il traguardo a braccia alzate con 3” su Roche e 7” su Lejarreta. E il giorno dopo, nella cronometro Aosta – Saint-Vincent, ha difeso alla grande il suo secondo posto nella generale dall’attacco di Erik Breukink, l’olandese che vestiva gli stessi colori della leggendaria Panasonic.
Sul podio finale, oltre che per il secondo posto, Millar è salito anche per la maglia verde di miglior scalatore. Sin lì i risultati più prestigiosi mai conquistati da un atleta britannico nella corsa della Gazzetta.
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