Big Wiggo ha detto stop
Gli ha anche preso molto però. L'infanzia da outsider in un'Inghilterra in cui le corse in bici erano roba da "continente", e neanche uno sport di nicchia.
Nato a Gand, in Belgio, dove il papà australiano Gary correva da pistard professionista, è cresciuto nel nord-ovest di Londra nord con mamma Linda e il fratello Ryan. Il padre - che morirà nel 2008 in circostanze oscure - se n'era andato quando Bradley aveva due anni. A dodici invece Wiggo aveva cominciato a correre al velodromo Herne Hill.
Lì rinascerà a nuova vita, non prima però di aver toccato il fondo. Fino a undici ore al pub in giornate che dovevano sembrargli infinite e senza senso. Prima di trovarne quello più profondo nella moglie Cathy e nei loro figli Ben e Isabella.
Con loro è qarrivato il miglior Wiggo della carriera: il primo britannico a vincere il Tour, il campionissimo dei 5 ori olimpici in 4 edizioni dei Giochi, il record dell'ora proiettato nel futuro e un passato di 8 titoli mondiali.
Wiggo però è stato molto altro anche e soprattutto giù di sella. Il baronetto politicamente scorretto capace di mischiare Mods e campagna inglese, il fluente francese con la scurrilità dei bassifondi, l'essere superstar e l'idiosincrasia alla folla. I sospetti dei medicinali per l'asma e la classe infinita di un ribelle in simbiosi perfetta con la bici.
"I ragazzi di Kilburn non vincono il Tour". Big Wiggo sì. E a 36 anni, è tempo di nuove sfide.
PER SKY SPORT 24, CHRISTIAN GIORDANO
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