Darrigade, la maledizione dell'altro Dédé


di CHRISTIAN GIORDANO ©
© Panache magazine

Per tutti "l’altro Dédé" un quarto di secolo dopo il più illustre Leducq, André Darrigade è stato un grande sprinter, ma anche una sorta di Ironman del Tour de France: dal 1953 al 1966 li ha corsi tutti, ritirandosi soltanto nel 1963. 

E in un certo senso sono state anche le sue doti di velocità e resistenza a farlo entrare nella lunga e variegata storia di maledizioni della maglia iridata. Nel suo caso, una maledizione persino retroattiva.

La sua tragedia infatti l'aveva già vissuta prima ancora di indossarla, quella «maledetta» arcobaleno. Nella 24esima e ultima tappa della Grande Boucle del 1958, da Digione a Parigi, mentre si apprestava a sprintare sulla pista del Parco dei Principi, urtò violentemente contro Constant Wouters, il Segretario generale dell'impianto. Darrigade si rialzò e riuscì a tagliare il traguardo. Wouters morì in ospedale undici giorni dopo. 

Nato il 24 aprile 1929 a Narrosse, dipartimento del Landes, nel sud-est della Francia, Dédé si era messo in luce nel 1949 vincendo in serie sulla storica pista del Vèl d'Hiv. Il velodromo famoso per le gare ciclistiche invernali. E famigerato perché centro del "Rafle du Vel' d'Hiv" (nome in codice Opération Vent Printanier ("Operazione Vento Primaverile"), il più grande rastrellamento di ebrei condotto sul suolo francese durante la Seconda guerra mondiale: 13.152 persone arrestate dalla polizia francese nell'intera città di Parigi, tra il 16 e 17 luglio 1942, poi imprigionate nel campo di internamento di Drancy e infine condotte nei treni diretti ad Auschwitz per lo sterminio.

Fu però sulle strade del Tour che Darrigade si costruì una carriera da specialista delle volate: 22 successi parziali, all'epoca secondo di sempre dietro le 25 dell'altro Dédé nazionale, André Leducq. Meglio di loro, per tappe vinte nella Festa di Luglio, solo Eddy Merckx e Mark Cavendish (34) e Bernard Hinault (28). L'altro a quota 22, Lance Armstrong, s'è l'è viste revocare per doping assieme ai sette trionfi in giallo consecutivi.

Cinque in fila (un record) invece i successi di Darrigade nella Grand Départ del Tour, corsa nella quale ha sempre dovuto assolvere compiti di super-domestique di fuoriclasse quali i connazionali Louison Bobet e Jacques Anquetil e lo scalatore spagnolo Federico Bahamontes. Quando è stato libero di fare la propria corsa, Darrigade s'è dimostrato però campione vero e completo.

Uno capace di vincere il campionato nazionale nel 1955, addirittura il Giro di Lombardia del 1956 e, appunto, davanti al nostro Michele Gismondi e al belga padrone di casa Noël Foré, il mondiale olandese di Zandvoort nel 1959. Un anno dopo quel maledetto incidente al Parco dei Prìncipi. 

Maledetto come quella maglia che "l'altro Dedé" ancora neanche aveva indossato

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