La scomparsa del Falco Hawkins


di CLAUDIO LIMARDI
New York Basketball Stories 2.0

Una volta, a Harlem, assegnarono a Hawkins il trofeo di MVP di un torneo cui neppure avrebbe partecipato. E glielo assegnarono “perché, ad Harlem, se dai un titolo di MVP, puoi darlo solo ad Hawk”, la geniale spiegazione. Connie ebbe almeno la bontà di presenziare alla cerimonia di consegna del trofeo e poi di giocare l’All-Star Game.

Hawkins era un giocatore NBA e anche uno dei migliori, un’ala di 2.03, con apertura di braccia spaziali, che veniva da Beford-Stuyvesant a Brooklyn. Dominava a Rucker Park e anche alla Boys High School di Brooklyn, ma non aveva una buona istruzione, era un ragazzo ingenuo, che un giorno prese 200 dollari da Jack Molinas, sempre lui, senza immaginare fosse contro le regole. Quando l’episodio venne fuori, all’interno di una nuova indagine sulla corruzione nel basket universitario, Hawkins perse la borsa di studio ad Iowa che aveva cercato fino a quel momento di farlo passare per uno studente credibile. E non lo era.

Hawkins non aveva preso quei 200 dollari per addomesticare o truccare alcuna partita. Per lui erano un regalo e lo stesso Molinas testimoniò a suo favore: non era certo un santo, tutt’altro, e magari un giorno sarebbe passato a farsi restituire il “prestito” ma non era ancora successo niente. Addirittura il fratello di Hawkins aveva trovato il modo di restituire quei soldi. Hawkins non fu mai accusato di nulla, mai processato. Ma la vicinanza con Molinas era troppo e di lui la NBA per anni non volle sapere nulla. “Non ho mai giustificato Hawk – disse Howard Jones, il suo allenatore al liceo – ma stiamo parlando di un ragazzo di Bed-Stuy e dell’ultimo girone dell’inferno dal punto di vista economico”. 
La mamma di Connie era cieca e quando i soldi cominciarono a danzare davanti ai suoi occhi poteva realisticamente dire no? 

Hawkins ripiegò sulla ABL, che però fallì dopo un anno, andò a giocare quattro anni nei Globetrotters e infine, per qualche anno, duellò con Rick Barry, l’altra grande stella della Lega, nella ABA, che era disposta a chiudere un occhio pur di accaparrarsi una grande star. Hawkins giocò a Minnesota e Pittsburgh, fu MVP della Lega e riemerse finalmente nella NBA, a Phoenix, in tempo per giocare quattro All-Star Game e ritirarsi nel 1976. Ma i suoi anni migliori Hawkins li trascorse tra i Globetrotters e la ABA e per questo non è mai stato apprezzato come avrebbe dovuto. 

“Hawkins era una via di mezzo tra Wilt Chamberlain e Oscar Robertson – disse Bill Sharman, ex guardia dei Celtics poi allenatore dei Lakers del titolo vinto nel 1972 e suo coach proprio nella ABA – E’ il classico giocatore che fa sembrare tutto facile e per attirare su di sé attenzione non ha bisogno di inventare nulla”.

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