Assalto al re

Duello - Remco Evenepoel, 25 anni, e Tadej Pogacar, 26, domenica scorsa all’Amstel Venerdì 18 aprile, Freccia del Brabante in Belgio, la corsa del rientro per Remco Evenepoel dopo l’incidente in allenamento del 3 dicembre. Per l’olimpionico (in linea e a crono) fuga di 47 chilometri e poi vittoria in volata a spese del connazionale Van Aert

Evenepoel si carica «Battere Pogacar ha un altro sapore»

Domani la Liegi: dal 2021, lui e Tadej sono sul 2-2 ma non c’è mai stato un vero scontro diretto

26 Apr 2025 - La Gazzetta dello Sport
Di Ciro Scognamiglio @CIROGAZZETTA 
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L'emozione di Remco Evenepoel si comincia a percepire già nelle parole dell’antivigilia, e non c’è modo migliore per rendersi conto di come la Liegi-Bastogne-Liegi abbia un posto speciale nel cuore e nella mente del biolimpionico: «Conosco il finale a memoria, lo potrei fare a occhi chiusi. Su quelle strade è come essere a casa, in più mi si adattano benissimo. Ho una iper-motivazione». Il grande giorno è domani: quello della sfida diretta con Tadej Pogacar che, clamorosamente, in questo contesto non c’è mai ancora stata. È vero che hanno vinto le ultime quattro edizioni della Doyenne, due a testa: ma quando si è imposto lo sloveno, nel 2021 e lo scorso anno, il belga non era al via. E quando ha trionfato Remco – 2022 e 2023 – nel primo caso Tadej era assente, nel secondo cadde prima che la battaglia entrasse nel vivo. Non è un caso che adesso Evenepoel dica: «Vincere contro di lui avrebbe un altro sapore, è ovvio. Siamo entrambi in condizione e speriamo, anche per gli spettatori e i giornalisti, di dare un bello spettacolo».

Garanzia 

In questo senso, entrambi sono una garanzia: anzi, assieme a Mathieu van der Poel sono gli attori principali di un periodo storico in cui le grandi corse sono sempre o quasi altamente spettacolari, combattute e aperte ben prima che si avvicinino le fasi finali. La stagione di Evenepoel è appena cominciata – a causa dell’incidente del 3 dicembre scorso in allenamento, quando aveva sbattuto contro una portiera di un furgone postale – ed è già successo di tutto: venerdì scorso il successo al debutto nella Freccia del Brabante dopo una lunga fuga e lo sprint contro Wout Van Aert; domenica il terzo posto all’Amstel Gold Race (era la prima volta che partecipava) al culmine di una volata mozzafiato con Mattias Skjelmose e proprio Pogacar; mercoledì il nono posto sul Muro di Huy alla Freccia Vallone figlio anche «di un errore, avevo caldo e mi sono tolto la mantellina. Ma poi ha ricominciato a piovere e a fare freddo, e l’ho pagata».

Appuntamento 

Però il giorno-chiave è domani. Non conta, in questo momento, che poi Evenepoel farà anche il Giro di Romandia, prima di tornare ad allenarsi in vista Tour de France. E non conta neppure quello che è stato, ma solo quello che potrà succedere alla Liegi: «Prima dell’Amstel, avevo molti interrogativi. Sulla distanza, sulla durata della corsa. Ma ne sono stato felicemente sorpreso, per la condizione, per la mentalità che ho avuto dopo la caduta, per il fatto di essere riuscito comunque a lottare per la vittoria fino alla fine. La Liegi è una gara un po’ atipica, tutto il tempo si sale e si scende, e sarà fondamentale conservare un po’ di freschezza per la parte finale. Credo che ben prima della Redoute (la côte-simbolo, ce ne sono 11; ndr) ci saranno dei movimenti importanti e bisognerà farsi trovare sempre pronti». Se Tadej Pogacar sarà l’uomo da battere, Remco Evenepoel rappresenta l’immagine dello sfidante più credibile, diverse spanne sopra chiunque altro: «Anche l’Amstel superava i 250 chilometri (256, la Liegi ne misura 252 mentre la Freccia Vallone 205; ndr) e con Tadej siamo arrivati assieme, è un qualcosa di cui tenere conto perché lui aveva fatto la differenza però io ero riuscito a tornare sotto. Sarò motivato dal pubblico, è sempre così quando corro in Belgio rispetto a qualsiasi gara all’estero». Definita la Soudal-Quick Step al suo fianco con Gil Gelders, Maximilian Schachmann (terzo alla Liegi 2019), Pieter Serry, Ilan Van Wilder, Mauri Vansevenant e Louis Vervaeke. «Potete mettermi nella lista dei favoriti al secondo posto, con mezza stella in meno rispetto a Tadej».

Tifo 

Idealmente, lo spinge Philippe Gilbert, l’unico altro belga capace di vincere la Liegi in questo secolo (2011), che si è ritirato alla fine del 2022: ieri hanno fatto la ricognizione insieme. «La Liegi è fatta per lui. Se riesce a seguire Pogacar in salita e vanno insieme al traguardo, poi tutto è possibile...». Già: e a pensarci bene è sempre così quando c’è di mezzo uno come Remco Evenepoel.

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Il suo rientro trionfale alla Freccia del Brabante

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Domani si corre la 111a edizione della Liegi-Bastogne-Liegi, la decana delle classiche Monumento (prima edizione nel 1892): 252 km da Liegi a Liegi con 11 côte da superare. 
La più famosa è la Redoute (1,6 km al 9,5%, dopo 218 km di corsa); l’ultima è la Roche-aux-Faucons (1,4 km all’11,4%, dopo 239 km). 
Partenza alle 10.10, arrivo attorno alle 16.30. 
Il record di successi è di Eddy Merckx, a quota 5. 
L’ultima vittoria italiana è quella di Danilo Di Luca nel 2007: si tratta del nostro digiuno più lungo in una Monumento.

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Ricognizione della Liegi con una maglia speciale per Remco Evenepoel, quella dell’iniziativa #SHINEFORSAFETY che vuole sensibilizzare sulla sicurezza stradale. In alto, nella foto pedala con Urska Zigart, la compagna di Tadej Pogacar che corre per la AG Insurance–Soudal, la divisione femminile della Soudal-Quick Step. 

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