FOOTBALL MEMORIES - Fame da Lupi
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I Wolves di Stan Cullis, per la prima volta campioni nella League, contavano su talenti locali quali William (Billy) A. Wright, allora primatista di presenze nell’Inghilterra (105), perno di una solida difesa completata da Bert F. Williams in porta, Ron Flowers e William (Bill) J. Slater, tutti nazionali.
La linea d’attacco, guidata da Ron Swinbourne, sopperiva alla carenza di statura con la velocità di Johnnie Hancocks e la scaltrezza di Peter F. Broadbent, anche perché sul piano tecnico con gli ungheresi non c’era partita.
Ma la vera forza dei Lupi era tutta nel loro approccio tried-and-trusted, ci ho provato e ci ho creduto. E a ben donde visti i risultati ottenuti nel decennio, gli anni 50, da una squadra priva di grosse individualità ma irriducibile: tre titoli nazionali (1954, 1958, 1959) e una FA Cup (1960).
La stampa internazionale dette immensa eco alla grande sfida del Molineux e lo stesso Gabriel Hanot, il giornalista de L'équipe che sull’onda emozionale scatenata da quella partita “inventò” la Coppa dei Campioni, dichiarò: «Dobbiamo attendere che il Wolverhampton Wanderers visiti Mosca o Budapest prima di proclamarne l'invincibilità» e «se i britannici sono fiduciosi nella propria superiorità, allora questo è il momento giusto per varare un torneo europeo».
Il dado era tratto: Coppa dei Campioni. E dal 1992-93, Champions League.
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