Knud Enemark Jensen
Il 30 novembre 1936 nasceva ad Arhus, in Danimarca, Knud Enemark Jensen, deceduto a causa di un malore occorsogli durante la partecipazione ai Giochi della XVII Olimpiade di Roma del 1960: è purtroppo noto per essere stato una delle prime vittime del doping nello sport.
Si mise in luce nelle corse danesi a partire dal 1959, anno in cui ottenne tre vittorie e sei podi nelle competizioni dilettantistiche intorno a Copenaghen. Nel 1960 Jensen fece parte della selezione danese che conquistò la medaglia d'argento nella cronometro a squadre ai Campionati nordici: si guadagnò in tal modo la chiamata per la cronometro a squadre ai Giochi olimpici di Roma. Aveva ventitré anni.
Il 26 agosto 1960 a Roma era una giornata molto calda, con punte di 42 °C: si correva la 100 chilometri a squadre olimpica. A circa venti chilometri dall'arrivo Jensen cadde, vittima di un apparente colpo di calore, fratturandosi il cranio. Venne subito trasportato d'urgenza in tenda a ossigeno all'Ospedale Sant'Eugenio di Roma, ma entrò in coma e venne dichiarato morto poche ore dopo.
L'autopsia mostrò che la causa della caduta non era stata una semplice insolazione, a differenza di quanto pensato inizialmente, ma un'intossicazione dovuta all'assunzione, per via endovenosa, di una dose troppo forte di stimolanti, aggravata chiaramente dallo sforzo fisico cui l'atleta era sottoposto durante la prova. Anche Jørgen Jørgensen, un altro dei componenti della selezione danese per la cronosquadre, fu vittima della pretesa "insolazione".
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