LeBron, prima espulsione: «Ma avevo subìto fallo»



«NON IMPORTA SE ERAVAMO A +23 VOGLIO VINCERE OGNI POSSESSO» 
«ERO FRUSTRATO FORSE VOGLIONO FORZARMI A TIRARE DA FUORI»
- LeBron James, ala Cleveland Cavaliers

di Massimo Lopes Pegna 
CORRISPONDENTE DA NEW YORK
La Gazzetta dello Sport, 30 novembre 2017

Ora nelle straordinarie statistiche di LeBron James si è riempita anche l’ultima casella, non proprio una ambita, che da 11 stagioni e spiccioli aveva lo zero: quella delle espulsioni. Mai cacciato dal parquet nelle sue 1298 (1081 di regular season e 217 di playoff) esibizioni precedenti. Un piccolo primato pure quello, che si è interrotto martedì sera a Cleveland. Fra l’altro durante un match tutt’altro che combattuto. Anzi. E’ accaduto con 1’59” dalla fine del terzo quarto, con i Cavaliers avanti di 23 sui Miami Heat, la sua ex squadra (Cleveland aveva terminato il primo tempo segnando 75 punti, record stagionale), una gara praticamente già chiusa.

ORECCHIO 
LeBron ha rubato palla in difesa, è andato in coast-to-coast, dribblato e penetrato fino al ferro con l’avversario James Johnson alle costole. Un classico del suo repertorio. Ha sbagliato il tiro e il gioco è proseguito. In effetti, fra i due c’era stato contatto e ai re, si sa, spesso chiamano fallo. Ma non è successo. E King James è andato diretto all’orecchio dell’arbitro Kane Fitzgerald sbraitando vistosamente. Subito si è preso un tecnico e pochi istanti dopo il fischietto ha fatto il cenno dell’espulsione, finendo dritto negli almanacchi della Nba per questo suo piccolo record personale. Negli Usa gli arbitri da tempo spiegano anche alla stampa le motivazioni delle loro decisioni, attraverso un pool designato di giornalisti. Così Fitzgerald ha raccontato il fattaccio: «Dopo la mancata assegnazione del fallo, si è girato facendo roteare un pugno nell’aria nella mia direzione e poi mi si è avvicinato aggressivamente pronunciando parole volgari nel mio orecchio». Nessun cenno sulla scelta tecnica di non fischiare. LeBron si è difeso: «Ho subito fallo per tutta la durata dell’azione fino al canestro. Gli ho detto ciò che gli dovevo dire e me ne sono andato. Ma lui mi ha cacciato. Abbiamo vinto e questo è l’importante». Ha aggiunto: «Che cosa gli ho detto? Gli ho semplicemente esternato la mia frustrazione». 

ATTRIBUTI I comportamenti nella carriera di LeBron non sono irreprensibili. Da quando viene considerato Re, qualche sopruso l’ha commesso: proteste plateali con gli arbitri, prepotenze nei confronti degli avversari. Ma mai un cartellino rosso. Come se nessuno avesse avuto fino a ora gli attributi per mancare di rispetto al sovrano. A chi gli ha fatto notare che la partita era praticamente decisa, il Prescelto ha risposto secco: «Io voglio vincere ogni possesso. Non m’interessa se siamo sopra o sotto di 23». Poi, però, non ha perso occasione per affibbiare un fendente alla classe arbitrale: «Sono uno dei leader nei tiri da dentro l’area (è 2° dietro al solo Giannis Antetokounmpo ndr), penetro al ferro forse come nessuno nella Nba. Sembra che vogliano quasi suggerirmi di tirare da fuori. Ma io non sono un tiratore e non voglio esserlo». 

NUMERI AL TOP 
Quando LeBron è tornato negli spogliatoi aveva giocato 28’ segnando 21 punti (con 10/16 dal campo), il suo score più basso delle ultime quattro gare. Contro Miami il fenomeno lo ha fatto Kevin Love realizzando 38 punti con 9 rimbalzi. Ma in questa prima fetta di stagione, in cui i Cavs fino a inizio novembre avevano balbettato (7 sconfitte in 10 partite con striscia di 4 consecutive), era stato James a caricarsi sulle spalle l’intera squadra. Gran parte delle sue statistiche sono le migliori dal 2010: come i 28.2 punti di media o le stoppate (1.2), mentre gli assist (8.3) sono i terzi più alti della carriera e i rimbalzi (8.2) i secondi. Insomma, presente in ogni angolo di campo dove c’è bisogno di lui. Un’autentica forza della natura per raddrizzare la nave che stava imbarcando acqua. Ma adesso che ha ripreso la rotta abituale verso la cima della Eastern Conference, può permettersi di andare a fare la doccia con un periodo di anticipo. I Cavs sono in serie positiva da nove gare e al terzo posto dietro Detroit e Boston. Sulla vitalità di Cleveland arriva la conferma anche del suo ex allenatore Erik Spoelstra dei Miami Heat: «Ho appena perso dal miglior team dell’Est. Non sono in testa alla classifica, ma se vuoi vincere il titolo è la squadra che devi eliminare». 


1298 
Sono le partite giocate da Lebron in Nba senza mai essere allontanato dal campo.


LEBRON COME FACCHETTI
SOLO UN «ROSSO» NELLA LUNGA CARRIERA
● La prima espulsione di LeBron James evoca quella di un altro fuoriclasse dello sport: Giacinto Facchetti. Il mitico terzino dell’Inter anni 60-70, infatti, ha subìto solo un cartellino rosso in 634 partite ufficiali in maglia nerazzurra (Inter-Fiorentina del 1975) e 94 in Nazionale. Il difensore più corretto in assoluto è stato Gaetano Scirea, zero espulsioni in 16 anni di carriera tra Atalanta, Juventus e Nazionale.

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