Il gran giorno di "Mr. G"
Geraint Thomas ha - di fatto - vinto la 105esima edizione del Tour del France. E nessuno più di lui lo ha meritato. Non solo per quanto ha fatto nelle 20 tappe, ma anche - e forse soprattutto - per quanto ha fatto per tutta la carriera. Per i compagni e per la squadra - che fosse il Team Sky o la nazionale britannica - prima ancora che per sé.
A scriverlo, postarlo, twittarlo non sono solo tifosi, critica o dirigenti più o meno interessati. Sono, per esempio, suoi illustri ex compagni come Cavendish e Wiggins, due che nel Team Sky mai si sono davvero integrati. E che di tutto si possono accusare tranne che di piaggeria verso la squadra del loro ex boss Sir Dave Brailsford, gallese come "Mr G".
Forse il meno predestinato andato a scuola con Gareth Bale e l'ex rugbista Sam Warburton: immaginate la gioia del professor Steve Williams, docente di educazione fisica alla Withcurch High School di Cardiff.
Lo stesso ex pistard - 2 ori olimpici e tre mondiali più altri tre podi iridati - sei anni fa in nazionale guardava ammirato e quasi incredulo Wiggo vincere da primo britannico la Grande Boucle. E mai avrebbe immaginato che un giorno sarebbe toccato a lui succedere nell'albo d'oro agli altri Brit in giallo: Wiggins, 4 volte Froome e ora Thomas.
La crono vallonata di 31km fino Espelette serviva solo a stabilire chi e come salirà ai suoi fianchi sul podio di Parigi. L'ha vinta il campione del mondo della specialità, Tom Dumoulin con un secondo su Froome e 14" sullo stesso Thomas, campione britannico contro il tempo. Secondo dietro Froome al Giro, Dumoulin chiude piazzato anche al Tour, a 1'51" dalla maglia gialla. Froome, terzo a 2'24", chiude un podio reale di cronomen in un Tour disegnato per uno scalatore, il francese Bardet, e meritato più di tutti da un pistard. Che non piangeva da tre anni, dal giorno del suo matrimonio. Well done, Mr G.
PER SKY SPORTR 24, CHRISTIAN GIORDANO
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