FOOTBALL PORTRAITS - Onyewu, un americano a Milano


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Rivelazione dell’ultima Confederations Cup, il centrale difensivo ha lasciato a parametro zero lo Standard Liegi per il Diavolo. Si giocherà il posto con Thiago Silva e il redivivo Alessandro nesta, ma non sarà un altro Alexi Lalas. Potenza, personalità e un ottimo colpo di testa i pregi. Lentezza ed eccessiva irrienza i difetti. Per quello che è costato, valeva la pena scommetterci

di Alec Cordolcini e Christian Giordano ©
Guerin Sportivo © n. 29, 21-27 luglio 2009

L’ultimo volo dell’Air Force One sulla Mosa è datato 9 maggio 2009, giorno di Standard Liegi-FC Bruges. Adesso gli toccheranno i cieli ben più impegnativi, e pericolosi, di Milano. “Air Force One” è uno dei soprannomi di Oguchi Onyewu, colosso americano (1,93 x 95 kg) prelevato dal Milan a parametro zero dallo Standard Liegi. Armadio a quattro ante che gioca in Europa dal 2002, “Gooch” (altro nick che va per la maggiore) è pronto a giocarsi la sua seconda chance ad alto livello dopo la poco felice parentesi semestrale (gennaio-giugno 2007) in Premier League nel Newcastle United. Eseprienza negativa che ha contribuito a dare una setrzata alla carriera del nostro, piuttosto che affossarla. Vediamo come.

Figlio di emigrati nigeriani, Oguchialu Chijioke Goma Lambu “Oguchi” Onyewu è nato a Washington DC (District of Columbia), Stati Uniti, il 13 maggio 1982. Cresciuto a cavallo tra Silver Spring e Olney, stato del maryland, si è avvicinato al calcio a cinque anni, alternandolo al basket. La scelta a favore del primo è arrivata nel 1992 con la convocazione in una selezione USA giovanile. Si comincia a fare sul serio. Nel 1998, il giorno di San valentino, fa il suo esordio nella nazionale Under 17. L’anno successivo, con Landon Donovan, DaMarcus Beasley e Bobby Convey, è nella rosa che arriva quarta ai Mondiali di categoria in Nuova Zelanda. Gioca in Florida con la maglia della Bradenton University e stacca un biglietto per l’Europa nel 2002, l’anno dopo aver preso parte al mondiale Under 20 in Argentina.

Sbarca in Francia al Metz, ma iniziano subito i problemi: dal permesso di soggiorno alla squadra che naviga sul fondo della classifica. Ceduto in prestito sei mesi al La Louvière, in Belgio, inizia lì il vero addestramento sul campo. Nell’estate 2004 il Metz lo lascia andare, stavolta definitivamente, allo Standard Liegi. Posizionato nel cuore della difesa dei Rouges, al giocatore bastano pochi match per entrare in sintonia con il popolo dello “Sclessin”.

Il debutto nella nazionale maggiore arriva il 13 ottobre 2004, nella sua città, Washington: 6-0 su Panamá nelle qualificazioni mondiali. Bruce Arena lo manda in campo all’86’, al posto di Eddie Pope. Nelle eliminatorie mondiali arriva anche la prima partita da titolare, ma la finisce anzitempo. A Columbus (Ohio), il 17 novembre contro la Giamaica del brasiliano ex viola Sebastiao Lazaroni, viene espulso al 73’ per doppia ammonizione.

Il primo gol arriva invece il 21 luglio 2005 al Giants Stadium di East Rutherford. È il 2-1 sull’Honduras in Gold Cup, vinta (da Top 11 del torneo) in finale su Panamá, 3-1 ai rigori dopo lo 0-0 dei supplementari, nello stesso impianto del New Jersey. Successo bissato nel 2007, battendo 2-1 il Messico al Soldier Field di Chicago, Illinois.

Nel 2005 viene votato miglior straniero della Jupiler League belga, l’anno successivo è American Player of the Year, secondo difensore di sempre a ricevere il premio dopo l’ex padovano Alexi Lalas. Nel dicembre 2006 lo cerca il Newcastle United di Glenn Roder: prestito con opzione di riscatto. I Magpies non la eserciteranno, perché sulle rive del Tyne sembra sbarcata la copia dello sciagurato Titus Bramble, con il quale forma una coppia difensiva per stomaci forti.

Onyewu gigante dai piedi d’argilla? “Sbarcai in Inghilterra fortemente motivato ma anche molto impreparato. Pensavo che la prestanza fisica fosse tutto. Ma non sapevo leggere le situazioni di gioco, ed ero troppo lento. Poi cambiammo allenatore, subentrò Sam Allardyce e mi diede il foglio di via. Dall’esperienza inglese ho appreso come allenarmi e come migliorare i miei punti deboli”. Affidato alle cure del preparatore atletico dello Standard, Guy Namurois, Onyewu lavora sodo e diventa un perno dei Rouges. Vince due titoli nazionali nelle ultime due stagioni, ma soprattutto migliora il suo impatto internazionale; ad Anfield, cancella Fernando Torres nei preliminari di Champions League (il Liverpool si qualificherà solo ai supplementari, grazie a Kuijt), è uomo-partita in UEFA contro l’Everton, partecipa nella medesima competizione allo sbriciolamento della Sampdoria (3-0 allo “Sclessin”, sua la seconda rete). Con l’ex milanista Sarr forma una coppia difensiva solida ed efficace, al punto che l’allenatore dello Standard, László Bölöni, reinventa il trequartista Steven Defour mediano davanti la difesa. Tanto, alle sue spalle c’è Big Oguchi.

Pregi: potenza, personalità e un ottimo colpo di testa. Difetti: non è un fulmine, talvolta non riesce a frenare la propria irruenza. Ma arriva a costo zero, offre maggiori garanzie (anche contro gli infortuni) di Philippe Senderos, a livello tecnico-tattico non è impresentabile come invece era Digão (suo compagno di squadra la scorsa stagione a Liegi) e rappresenta una scommessa che il Milan potrebbe anche vincere.

Nonostante i due campionati belgi vinti in altrettante stagioni allo Standard Liegi, la sua consacrazione internazionale coincide con le grandi prestazioni fornite nell’ultima Confederations Cup: in semifinale contro la Spagna e in finale contro il Brasile. Più contro Fernando Torres, annullato a forza di anticipi sistematici, che Luis Fabiano, tenuto per un tempo prima di arrendersi alla straordinaria doppietta di “O fabulouso”. Più che nel primo gol – fulminea girata mancina del sivigliano, con l’altro centrale, DeMerit, scalato in ritardo sull’assist di Maicon – Onyewu lo ha perso nel secondo, segnato con un tap-in di testa troppo comodo. Forse, avrà modo di rifarsi presto e spesso. In allenamento, al Milan.
Guerin Sportivo n. 29, 21-27 luglio 2009


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