MARTIN, IL LIETO FINALE


AFP - In alto Caleb Martin, 27 anni, al tiro contro Jayson Tatum, 25. 
L’ala di Miami ha segnato 26 punti con 10 rimbalzi in gara-7 a Boston

«Tutti attraversano momenti difficili, è allora che devi combattere le avversità. Sono esperienze che ti aiutano mentalmente: quando hai problemi in campo ti rendi conto che non sono niente rispetto a quelli della vita»
- Caleb Martin Ala di Miami, sulla sua infanzia

L’EROE DI MIAMI VIVEVA IN ROULOTTE, ORA CONTRO DENVER LA SFIDA MAI VISTA
L’infanzia senza padre, i sacrifici della madre, il taglio nel 2021. Caleb ha deciso gara-7 con Boston e sogna il titolo

di PAOLO BARTEZZAGHi
La Gazzetta dello Sport - mercoledì 31 maggio 2023

Nella storia della Nba, e dello sport professionistico americano in particolare, un ruolo da protagoniste lo rivestono spesso le ragazze madri che crescono le future stelle contro tutto e tutti. Il basket, come le altre discipline, sono degli straordinari strumenti per capovolgere cammini di vita altrimenti segnati dal destino. Miami ha raggiunto le finali Nba vincendo 103-84 a Boston gara-7 e il titolo della Eastern Conference. Da domani notte inizieranno l’inedita serie per il titolo in casa di Denver e Nikola Jokic. I Celtics avevano rimontato da 0-3 a 3-3 nella serie come solo altre tre squadre nella storia dei playoff. Ma come le altre 150 squadre che sono finite 0-3, non sono riuscite a capovolgere il loro destino nei playoff.

Il taglio 

Questi non sono più gli Heat che vincevano due titoli di fila nel 2012 e 2013 con LeBron James, Dwyane Wade e Chris Bosh, i “Big Three”. Miami è arrivata ai playoff grazie ai playin, il torneo di spareggio tra le squadre che hanno chiuso la stagione regolare tra il settimo e il decimo posto. È la seconda nella storia ad arrivare alle finali entrando nei playoff con la testa di serie numero 8: nel 1999 i Knicks persero con San Antonio. Oggi Miami ha una stella di prima grandezza, Jimmy Butler, e un gruppo di solidi giocatori ben assemblati e allenati da coach Erik Spoelstra. Nove di loro non sono stati mai scelti al draft. Uno di questi è Caleb Martin, protagonista della partita che ha portato Miami alla settima finale della sua storia, con 26 punti, nuovo record nei playoff, dopo i 25 di gara-2. Nelle 7 partite contro Boston ha segnato 19,3 punti di media con 6,4 rimbalzi e una media del 49 per cento da tre. Solo due anni fa Charlotte lo aveva tagliato ed era senza squadra. «Tutti attraversano momenti difficili – ha detto l’ala, 27 anni, 196 centimetri - ma è allora che devi combattere le avversità. Queste esperienze ti aiutano mentalmente. Quando hai problemi in campo, ti rendi conto che non sono niente rispetto a quelli della vita».

La roulotte 

Nel suo caso, le parole spesso retoriche lasciano lo spazio alla realtà della sua storia personale. Quando parla di difficoltà, Caleb si riferisce a un’infanzia in cui la ragazza madre Jenny Bennett si è occupata di tre figli contro tutto e tutti. Caleb e il gemello Cody sono cresciuti a Cooleemee, un paese da un migliaio di abitanti nella contea di Davie in North Carolina. Il padre sparisce in fretta, e Jenny vive in una roulotte scassata con i due gemelli e il loro fratello

Raheem maggiore di due anni. Soldi zero, tanti lavoretti, fame tanta, degrado. E Jenny è bianca. «Un giorno la macchina si è rotta – ha raccontato - e stavamo tornando a casa a piedi quando un’auto ha cercato di investirci. Quegli sguardi, i sussurri, commenti diretti e indiretti: accadevano spesso». «Mamma si sacrificava per noi – ha ricordato Caleb – a volte non mangiava e diceva che non aveva fame. Doveva rinunciare ad alcuni lavori perché a casa non c’era nessuno che potesse stare con noi. Ho un rispetto assoluto per lei e per tutto quello che ha passato». Vicino a casa, cioè alla roulotte, i gemelli Martin scoprono il basket. Il canestro è un vecchio secchio. Dopo tre anni di high school di Davie County, Caleb e Cody passano alla Oak Hill Academy di Mouth of Wilson, in Virginia, dove giocano anche a football. Poi vanno al college, prima a North Carolina State e poi alla University del Nevada dove Caleb segna quasi 20 punti a partita. Nel 2019 Cody viene scelto al draft Nba con il numero 36 da Charlotte. Caleb no. In estate gli stessi Hornets, la franchigia di Michael Jordan del North Carolina, gli offre un contratto da 900mila dollari. Gioca una quindicina di minuti di media. Segna 23 punti nella sconfitta con Atlanta il 9 marzo 2020, poco prima dell’inizio della pandemia. Nell’estate 2021 Charlotte lo taglia.

Il rap 

Erik Spoelstra, l’allenatore di Miami, ha raccontato che uno dei suoi assistenti, l’ex giocatore degli Heat Caron Butler, ricevette una telefonata da Jermaine Lamarr Cole che non è uno scout, ma J. Cole il rapper, produttore discografico, star dell’hip hop, anch’egli cresciuto in North Carolina. Dopo il liceo, ha provato a entrare alla St. John University per giocare a basket. Nel 2021 ha giocato per tre partite nella Basketball Africa League con i Patriots di Kigali, in Ruanda e lo scorso anno in Canada con gli Scarborough Shooting Stars di Toronto. J.Cole suggerisce a Butler di provare il suo amico Martin che è libero. Spoelstra lo chiama, si convince e a settembre ecco il contratto con Miami. La scorsa estate firma un nuovo accordo di tre anni per oltre 20 milioni di dollari. «Penso spesso al viaggio che mi ha portato fino a qui – ha detto Caleb dopo la vittoria a Boston –-. Sono contento ma dobbiamo ancora vincere quattro partite». Il viaggio iniziato nella roulotte scassata è proseguito con l’aereo che ha portato gli Heat a Denver. Lo avevano già fissato anche prima di giocare gara-7 a Boston.

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