Per avere Roberto Visentini c'è già bagarre tra Scic e Vibor
Un corridore con notevoli mezzi, 80 gare vinte sino ad oggi: ha 20 anni, la stagione più bella è stata il 1975. Passista-scalatore pieno di risorse anche se qualche volta (dicono i maligni) alterna momenti di inquietante assenteismo. Un elogio a Mino Denti che si rivela sempre di più un intelligente amministratore di corridori
L'uomo in vetrina
Bicisport n. 9, settembre 1977
L'uomo in vetrina
Bicisport n. 9, settembre 1977
Roberto Visentini, bresciano del Garda, è nato a Gardone Riviera il 2 giugno del 1957 ed ha cominciato a correre a quindici anni, così, per caso, classificandosi al quindicesimo posto nella prima gara. Poi, a Broni (Pavia), il successo per distacco che lo ha spinto a continuare. Difende i colori del Gruppo Sportivo Inoxpran di Concesio sotto la guida di Angelo Prandelli.
Questo è il biglietto da visita di uno dei più promettenti elementi del vivaio lombardo.
«Ho cominciato così per scherzo ed ho chiuso nel gruppo, poi la settimana dopo ho vinto per distacco e ho trovato che era molto facile vincere, cosa che mi ha indotto a continuare».
Così si esprime il biondino del Garda che senza dubbio è uno dei più interessanti prodotti delle ultime leve ciclistiche. Nel suo primo anno da corridore ha ottenuto sei vittorie e totalizzato ben 140 punti. Correva allora per la società ciclistica di Padenghe sul Garda. E nell'anno successivo è passato con Andrea Calì, il noto industriale di Agnosine, ed ha avuto la fortuna di trovare un direttore sportivo come Mino Denti, ex vedette dei dilettanti, il quale lo ha indirizzato verso il successo e la notorietà.
Roberto Visentini è un longilineo molto estroso che alterna cose egregie a pause sconcertanti. Lui attribuisce questa realtà al servizio militare che non gli permette di potersi esprimere al meglio. È un passista-scalatore, un corridore che però anche sul passo si difende con estrema disinvoltura. Nelle corse a cronometro può ottenere qualsiasi risultato.
E queste sue prerogative lo hanno portato a meritarsi il titolo tricolore nella prova di campionato italiano a cronometro individuale che si è tenuta lo scorso mese a Santa Maria di Codifume (Ferrara). Una vittoria molto importante, vittoria però che per lui non vale tanto considerandosi essenzialmente stradista.
Il 1975 è stato per lui l'anno di grazia, una stagione tutta d'oro, anzi tutta iridata perché si è aggiudicato il campionato del mondo in quel di Losanna, ha vinto il titolo italiano della categoria a Montecatini dominando nella successiva premondiale tanto da consigliare il responsabile federale del settore, Giosué Zenoni, a farne un ideale capitano della squadra azzurra. Fiducia pienamente riposta perché il ragazzo di Gardone si è laureato campione del mondo, suscitando i consensi favorevoli della stampa e di tutti i critici presenti a Losanna.
«Quest'anno non ho potuto rendere quanto avrei desiderato e potuto, però qualche soddisfazione l'ho presa. Vedi - aggiunge sorridendo - la gara di S. Eupilio e quella di Lumezzane che contribuiscono a tenere in media il mio curriculum stagionale».
Per modestia Visentini non parla del campionato italiano a cronometro.
«Ho trovato nella Inoxpran di Prandelli - dice Visentini - un ambiente ideale ed una comprensione veramente degna. Come si fa a deludere persone che hanno tanta fiducia in me? Io non sono un cronoman, ma penso proprio di poter dimostrare a chi di dovere che agli appuntamenti ad alto livello (leggi campionati del mondo, n.d.r.) ci posso arrivare benissimo anch'io».
Di Visentini dicevano i maligni che era un corridore, ma non teneva la distanza e che quando la corsa entrava nella zona calda, lui spariva.
Il bresciano ha smentito questa tesi. D'altra parte un corridore in possesso di un bagaglio tecnico così alto, quando è in perfetta forma è in grado di raggiungere qualsiasi traguardo.
E' accreditato, nella sua ancora verde carriera di corridore ciclista, di 80 successi pieni ed ora che la stagione volge al termine, lui pensa al suo futuro che si identifica nel passaggio al professionismo.
E' in predicato con due grosse formazioni: la Scic di Carlo Chiappano e la Vibor diretta da Italo Zilioli.
LA VIBOR DEL 1977
Presidente: Bruno Sella
Sede sociale: Luzzara (Reggio Emilia)
Biciclette: Alan
Maglia: verde con fasce gialle orizzontali
Direttore sportivo: Italo Zilioli
Meccanici: Antonio Borgognoni e Adriano Chiementin
Massaggiatori: Walter Malavolta e Oscar Rocchi
Medico: Pier Luigi Veronesi
Corridori:
Franco Bitossi
Maurizio Bertini
Davide Boifava
Luciano Borgognoni
Remo Rocchia
Antonio Salutini
LA VIBOR DEL 1977
Presidente: Bruno Sella
Sede sociale: Luzzara (Reggio Emilia)
Biciclette: Alan
Maglia: verde con fasce gialle orizzontali
Direttore sportivo: Italo Zilioli
Meccanici: Antonio Borgognoni e Adriano Chiementin
Massaggiatori: Walter Malavolta e Oscar Rocchi
Medico: Pier Luigi Veronesi
Corridori:
Franco Bitossi
Maurizio Bertini
Davide Boifava
Luciano Borgognoni
Renato Laghi
Jørgen Marcussen (Danimarca)
Flavio Miozzo
Gabriele Mugnaini
Giuseppe RodellaRemo Rocchia
Antonio Salutini
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